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Ivrea
29 Maggio 2024 - 14:58
Ivrea, se ci sei, batti un colpo! Sul riconoscimento giuridico negato dal dirigente pubblico alla madre “intenzionale” di una bambina, già dichiarata dalla madre gestante, la politica con la “P” maiuscola non ha perso un attimo di tempo. D’altro canto, questa è Ivrea, la città di Camillo e Adriano Olivetti. Questa è Ivrea, la città che dall’inizio della guerra in Ucraina scende tutti i sabati in piazza a protestare. Questa è la città che ha un consigliere comunale straniero. Questa è Ivrea e non è una città come le altre. Qui davvero esiste una lunga storia di innovazione e progresso.
"Loro" sono Mariaines Townsend, titolare della libreria Azami di via Arduino, e Benedetta Mazzuchetti Magnani, che ha dato alla luce Camilla attraverso la fecondazione assistita.
Gli uffici hanno motivato la decisione nel rispetto della legge che esclude la possibilità che una persona sia riconosciuta contemporaneamente come figlio di due genitori dello stesso sesso. Fin qui la cronaca che a Ivrea non poteva non trasformarsi in dibattito.
“Quando ho visto quel post su Facebook - racconta la consigliera comunale Fiorella Pacetti del PD - mi è venuto un groppo in gola e ho subito contattato Manè (diminutivo di Mariaines). Tutto vero. Gli uffici hanno risposto a una sua email come dice la legge. La politica può fare molto di più e lo farà. Sto preparando una mozione che presenterò al prossimo consiglio comunale. La preparerò con le due mamme. Solleveremo il problema e ce ne faremo carico… Daremo il nostro supporto e voce a tutto questo. Un’azione simbolica. È tragico che ai giorni nostri non esista una legge che riconosca questo stato di fatto. Mi sono letta la nostra legislazione e ci sono troppe incongruenze…”.
Ancora più netto il sindaco Matteo Chiantore: “Ho letto il post su Facebook e le cose stanno esattamente come sono state raccontate. Queste due mamme hanno presentato una richiesta allo stato civile. Gli uffici hanno detto no, ma loro già conoscevano la risposta. Il dirigente risponde in base alla legge e non potrebbe fare altrimenti. Altra cosa è la politica. Se mi chiedete che cosa penso io o che cosa posso fare, vi dico che non è un argomento che voglio lasciar cadere. Voglio dare una risposta politica, non come sindaco, ma come Amministrazione comunale e lo faremo in consiglio comunale. Credo sia più giusto e più corretto un dibattito pubblico in cui tutta la maggioranza prende una posizione su questo tema e si impegna a fare delle azioni simboliche. Un po’ come facciamo con la cittadinanza onoraria ai cittadini stranieri…”
Mariaines Townsend aveva condiviso sui social la sua frustrazione proprio il giorno in cui la figlia ha compiuto due mesi. "Proprio oggi - scrive su Facebook - dopo tre settimane, ci è arrivata la raccomandata da parte del Comune di Ivrea che ci informa che non può accogliere la nostra richiesta al riconoscimento di Camilla da parte mia. La spiegazione è stata esaustiva, tre facciate, con elencati tutti i motivi per cui non possono accogliere la mia richiesta (motivi che tutti conosciamo molto bene; noi per prime). Sapevamo che al 99% avrebbero detto no, ma ci abbiamo provato con la speranza che Ivrea volesse 'lanciare un messaggio' a questo governo che di inclusivo ha ben poco. Ora, non è che a livello pratico cambi qualcosa perché, a prescindere dalla risposta che ci avrebbero dato, avremmo comunque avviato le pratiche di adozione della nostra bambina da parte mia...".
In Italia, altre città hanno già affrontato simili battaglie con approcci coraggiosi. A Padova, il sindaco Sergio Giordani ha iniziato a registrare i figli delle coppie omosessuali, nonostante le restrizioni legali. Tuttavia, la Procura di Padova ha impugnato numerosi atti di nascita registrati dal 2017, portando a una serie di battaglie legali ancora in corso (Il Post).
Milano ha vissuto una vicenda simile. Nel 2023, il Tribunale di Milano aveva riconosciuto entrambe le madri come genitori legittimi dei loro figli, ma la Corte d’Appello ha successivamente rettificato gli atti di nascita, riconoscendo solo la madre biologica. (Il Post) (Ultime notizie in tempo reale - Domani)
Le Sentenze Giudiziarie Le sentenze dei tribunali italiani hanno spesso riflesso le incongruenze della legge nazionale. La Corte d’Appello di Milano ha recentemente stabilito che i certificati di nascita non possono riconoscere due madri, sostenendo che il riconoscimento legale del genitore intenzionale deve avvenire tramite la procedura della stepchild adoption. Questo processo, tuttavia, è lungo e complesso, lasciando molte famiglie in una situazione di incertezza (Il Post) (Ultime notizie in tempo reale - Domani).
La stepchild adoption è una procedura legale che permette al partner di un genitore biologico di adottare il figlio del proprio partner, diventando così genitore legale a tutti gli effetti. Questo processo è particolarmente importante per le famiglie arcobaleno, dove spesso uno dei genitori non è biologicamente legato al figlio. In Italia, la stepchild adoption è regolata dalla legge sulle adozioni (Legge n. 184/1983) e da successive modifiche. È principalmente applicabile ai coniugi, ma in alcuni casi, come per le coppie dello stesso sesso che hanno avuto figli all'estero, può essere estesa anche ai partner non sposati.
Il genitore intenzionale deve presentare una richiesta al tribunale per i minorenni. Il tribunale valuta la richiesta considerando il benessere del minore, includendo colloqui con i genitori, il minore (se ha un'età adeguata) e relazioni degli assistenti sociali. Se la corte ritiene che l'adozione sia appropriata, emette un decreto di adozione che riconosce legalmente il richiedente come genitore del minore. Tuttavia, questo processo può essere molto lungo e complesso, richiedendo mesi o persino anni prima di arrivare a una decisione finale. Durante questo periodo, il genitore intenzionale non ha alcun riconoscimento legale formale e potrebbe essere considerato un estraneo in situazioni legali o mediche urgenti.
Il processo può anche essere costoso, considerando le spese legali e i costi associati alle valutazioni sociali e psicologiche richieste dal tribunale. Inoltre, la decisione finale è soggetta alla discrezione del tribunale, il che può creare incertezza per le famiglie coinvolte. Le sentenze recenti, come quelle della Corte d'Appello di Milano, mostrano come l'applicazione della legge possa variare e non sempre favorire il riconoscimento della genitorialità intenzionale. Queste sentenze sottolineano la necessità di una riforma legislativa che permetta il riconoscimento automatico delle coppie dello stesso sesso come genitori legittimi sin dalla nascita del bambino, evitando così lunghi procedimenti legali e incertezze per le famiglie coinvolte.
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