Cerca

Cronaca

Per sfuggire al carcere, un pastore si nasconde per un mese nei boschi e baite sperdute nelle Valli di Lanzo

I carabinieri lo hanno arrestato in questi giorni. L'uomo era indagato per lesioni e violenza sessuale

Per sfuggire al carcere, un pastore si nasconde per un mese nei boschi e baite sperdute nelle Valli di Lanzo

Per sfuggire al carcere si è nascosto tra boschi, grotte e alpeggi per circa una 40ina di giorni, vivendo quasi come un eremita e facendosi portare ad orari assurdi qualcosa da mangiare da alcuni complici. 

Siamo nella Valle del Tesso, a Monastero di Lanzo, dove un pastore di 65 anni è stato preso dopo aver trascorso più di un mese nei boschi. L'uomo ha evitato la cattura rifugiandosi in baite diroccate e sperdute, nutrendosi grazie al cibo che gli aiutanti gli lasciavano ai margini della boscaglia a ore inconsuete. 

È questa l’assurda storia che arriva dalle Valli di Lanzo, dove il margaro in fuga, negli scorsi giorni, è stato ammanettato dai giovani carabinieri lanzesi, che per arrestarlo hanno cominciato a fare appostamenti all’alba e nel cuore della notte. Il tutto partendo da una “semplice” intuizione poi rivelatasi corretta, quella che l’uomo la domenica andasse a far visita alla compagna. Così, gli uomini dell’Arma sono riusciti ad intercettare e arrestare il pastore. 

Monastero di Lanzo, ai piedi delle Valli 

La storia di questo 65enne, che deve scontare 3 anni e 9 mesi di galera,  ci porta indietro a 15 anni fa, momento in cui l'uomo era stato indagato per lesioni e tentata violenza sessuale nei confronti della sua compagna di allora. Arrivato l’ordine di arresto, il margaro si era dato alla fuga e non era mai stato trovato dagli investigatori. Aveva cominciato a scappare tra alpeggi e pascoli, fino a far decadere la misura, visto che per stanarlo sarebbe servito un dispiegamento di forze dell’ordine enorme. 

Circa un mese fa, quando la procura di Ivrea aveva ripristinato il mandato di cattura e i carabinieri si erano presentati alla sua abitazione, il pastore, che probabilmente aveva intuito cosa stava succedendo, era nuovamente scappato, cominciando la sua latitanza oltre i 1500 metri di quota, in zone difficili da raggiungere e dove il GPS non prende. Scendeva a valle soltanto qualche volta per comprare del cibo e poi tornava tra i boschi.

Ed è negli scorsi giorni che si è conclusa la spettacolare operazione dei carabinieri lanzesi, che sono riusciti a fermare la fuga del 65enne; la storia, comunque, non è finita qui: le forze dell’ordine attualmente sospettano che il pastore, in tutto questo tempo, possa aver avuto più di un complice.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori