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27 Maggio 2024 - 14:01
La campagna elettorale in vista dell’appuntamento delle Regionali, in forza l’8 e il 9 giugno, entra nel vivo e passa, inevitabilmente, da uno degli argomenti più caldi del momento: la sanità.
Liste d’attesa infinite, poco personale e una medicina territoriale che non funziona: tutti temi che, nelle Valli di Lanzo e nelle zone montane in generale, sono ancora più sentiti.
A due settimane dal voto noi abbiamo pensato di chiedere un parere su “come funzioni la sanità piemontese” a un’amministratrice pubblica che di ospedali e centri medici ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia: Ernestina Assalto, attuale assessore alla Sanità nel Comune di Lanzo e candidata alla carica di consigliera regionale nella lista del governatore uscente (e nuovamente in corsa) Alberto Cirio.
“Diciamo che quello sui servizi essenziali è sempre stato un tema a me caro. C’è una disparità insita che vivono i territori più marginali, in particolare quelli montani. Un primo obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre questo gap - spiega Assalto, ex sindaca di Lanzo dal 2011 al 2016 e poi di nuovo dal 2016 fino al 2021 - nessuno viene volentieri a mettere su famiglia in un posto in cui, tanto per dire, non ci sono pediatri che possano assistere i figli o un ospedale vicino o che non sia semplice da raggiungere”.
Ernestina Assalto, assessore, ex Sindaca di Lanzo e candidata in Regione Piemonte nella lista di Alberto Cirio
Il tema sanitario, infatti, nelle zone montane è connesso alle criticità legate alla viabilità, argomento che ha anche un’altra conseguenza diretta: lo spopolamento del territorio valligiano.
“La materia ovviamente è complessa - dice Assalto - sulla sanità territoriale abbiamo giocato una partita importante con la Strategia Nazionale per le Aree Interne: oggi in Valle possiamo contare su infermieri e ostetriche di continuità e pediatri che il sabato a turno tengono aperti gli ambulatori per sopperire all’assenza di specialisti che possano guardare i bambini. C’è ancora tanto da fare, sicuramente migliorare la viabilità incrementerebbe l’attrattività del nostro territorio sotto tutti i livelli, sia sanitario che turistico. La ferrovia (Torino-Ceres, ndr), per esempio, può davvero essere uno strumento di sviluppo per le nostre zone, ma il servizio va necessariamente portato fino al capolinea, Ceres”.
La viabilità del territorio e la carenza di personale, poi, si intersecano con un altro tema caro alle Valli, quello dell’ospedale di Lanzo. La storia di questo presidio è burrascosa e, dal 2020, il pronto soccorso della struttura è chiuso. Un problema non da poco, visto che se qualcuno si dovesse sentire male nelle Valli alte (Pessinetto, Ceres, Chialamberto e simili), il pronto soccorso più vicino è Ciriè, con un’ora di strada ad andare e una a tornare.
“La sanità in Piemonte sconta errori di programmazione frutto degli anni passati, e la pandemia ha sicuramente messo a dura prova un sistema che già scricchiolava di suo - commenta l’assessore lanzese - già con l’amministrazione Cota, quando si parlava della chiusura dell’ospedale di Lanzo, in una riunione dei Sindaci dell’Asl To4 io dissi: “ci sono due modi per far chiudere un ospedale: il primo è con una delibera, e il secondo è svuotandolo e facendolo morire per eutanasia. E con Lanzo è stato fatto proprio questo: prima è stato portato via un pezzo, poi un altro”.
In molti con l’avvicinarsi della chiamata alle urne in Regione hanno parlato delle “sfilate elettorali” di Cirio e Gianna Pentenero (candidata alla presidenza di Regione nel centrosinistra), che si sarebbero “ricordati” di far visita al presidio lanzese solo in vista delle elezioni.
“Questo non è vero, e ci tengo a sottolinearlo - commenta Assalto - il governatore Cirio è più volte venuto a Lanzo in questi anni. Oggi si comincia a vedere un’inversione di tendenza sul piano sanitario in Piemonte, e questo è anche merito dell’attenzione che lui ha posto su questo argomento. A Ciriè è stato istituto un primariato, il DEA funziona molto meglio ed è presidiato. Al contempo si stanno cercando di riportare dei servizi anche a Lanzo: le sale operatorie sono state messe a posto ed è quasi tutto pronto per la chirurgia ambulatoriale complessa. L’obiettivo è quello di trasformare la struttura lanzese in un centro per la cataratta: quelli fatti qui non sarebbero interventi complicatissimi, ma sono operazioni che, venendo svolte a Lanzo, non andrebbero a intasare gli altri presidi. Qualcosa sta effettivamente cambiando. Nel 2019 abbiamo chiuso con 424 unità di personale sanitario in meno, quest’anno ci sono state 2298 assunzioni in più e lo stesso ragionamento si può fare sui posti letto. C’è ancora tantissimo su cui lavorare, liste d’attesa, CUP, personale, ma un’inversione di tendenza sicuramente c’è”.
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