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Un'ambulanza in ricordo di Matteo: così la Croce Rossa ricorda il volontario d'oro

Inaugurata domenica scorsa in occasione delle solenni celebrazioni per il quarantennale della sezione

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In ricordo di Matteo Gallo a Castellamonte è stata intitolata un'ambulanza della CRI

In concomitanza con la Settimana Nazionale della Croce Rossa, il Comitato di Castellamonte ha festeggiato solennemente i suoi quarant’anni di attività ininterrotta la mattina di domenica 5 maggio.

In verità siamo al 41° anno ma nel 2023 le previste celebrazioni non si erano tenute per il lutto causato pochi giorni prima dalla scomparsa di uno dei volontari  più attivi: Matteo Gallo, al quale, nel corso della cerimonia, è stata intitolata la nuova ambulanza per il Soccorso Avanzato.

I festeggiamenti si sono tenuti nella sede dell’associazione, all’interno del grande capannone destinato normalmente al deposito dei mezzi  e che per l’occasione era stato trasformato in  sala-conferenze ed addobbato con  lunghe file di palloncini rossi  e bianchi recanti la croce dell’associazione.

I familiari di Matteo Gallo

La giornata è iniziata con una conferenza dal titolo “La neutralità e l’imparzialità del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa” avente come relatrici Elisa Giovanna OCCHETTI e Salma HSSEIN, entrambe Istruttori di Diritto Internazionale Umanitario.

Per un’oretta hanno parlato dei principi e dei valori cui s’ispira l’attività delle due associazioni perché – ha detto Hssein – “i valori rendono realizzabili i principi”. Si è soffermata in particolare sui concetti di Neutralità e di Imparzialità. “Senza la Neutralità – ha detto – non riusciremmo ad agire in contesti di conflitto. E’ molto difficile rispettarla ma indispensabile altrimenti non potremmo avere la fiducia di tutti. L’Imparzialità è la capacità di riconoscere e di accettare la Diversità perché ognuno di noi è diverso dagli altri e l’uguaglianza la si ottiene anche tenendo conto del differente grado di vulnerabilità di una persona o di una popolazione rispetto ad un’altra”. 

Occorre avere una mentalità aperta ed molto autocontrollo: “Tutte cose bellissime  ma metterle in pratica richiede grande impegno”. 

Tanti gli ospiti venuti da fuori, a cominciare, per la Croce Rossa,  dalla vicepresidente nazionale  Deborah Diodati, dal Presidente Regionale Vittorio Ferrero  e dal consigliere Antonio Calvano (entrambi intervenuti già giovedì 2 maggio all’incontro con il presidente nazionale Valastro) nonché il Maestro della Fanfara Nazionale Giuseppe Cortese.  E poi amministratori locali, consiglieri della Regione Piemonte, parlamentari, autorità militari, e naturalmente crocerossine e volontari.

I familiari di Federico Vona

Il presidente delle Regione Cirio ha fatto pervenire una lettera, non potendo essere presente.

Ospiti d’eccezione anche il vicepresidente del Comitato CRI della Basilicata (la cui presenza è stata una piacevole sorpresa per il sindaco Mazza, che è originario della medesima regione) e due faentini: il vicesindaco della città Andrea Fabbri ed il vicepresidente della cooperativa sociale “L’Alveare”.

Dopo la scomparsa improvvisa di Matteo, i suoi amici volontari avevano organizzato un concerto di raccolta fondi, raccogliendo 4.000 euro da destinare alle scuole: oggi li consegneremo”. 

A Faenza, che con Castellamonte ha stretti legami dovuti alla comune appartenenza all’associazione “Città della Ceramica”, si erano recati a prestare soccorso i volontari castellamontesi della Croce Rossa dopo l’alluvione di un anno fa. Matteo Gallo era stato uno di loro. Ha ricordato Mazza: “Mi aveva telefonato una delle sere successive chiedendomi cosa si potesse fare e gli avevo risposto che ne avevo parlato con Paolo Garnerone e che avevamo pensato a Faenza per i legami che ci univano. Dopo la scomparsa improvvisa di Matteo, i suoi amici volontari avevano organizzato un concerto di raccolta fondi, raccogliendo 4.000 euro da destinare alle scuole: oggi li consegneremo”. 

L’ambulanza intitolata a Gallo è un mezzo di nuovissima generazione, e il taglio del nastro è stato effettuato da sua figlia Rachele. L’altro mezzo è adatto al trasporto disabili ed è stato acquistato grazie al lascito testamentario di una castellamontese ed alla somma raccolta da un imprenditore e da sua moglie, che per due anni hanno devoluto alla CRI le somme  usualmente destinate all’acquisto di regali per i propri clienti. 

Prima di inaugurare i mezzi e di consegnare al vicesindaco di Faenza il ricavato della raccolta-fondi, era stata consegnata ai familiari di Federico Vona, l’altro volontario deceduto prematuramente lo scorso anno, la Medaglia d’Oro al Merito, massima onorificenza della Croce Rossa concessagli dal presidente nazionale Valastro. Vona faceva parte della Fanfara Nazionale  e per questo era presente il Maestro Cortese. 

Tanti i volontari premiati per i 15, 25 e 35 anni di servizio ma ad essere coinvolgente è stata soprattutto la consegna delle benemerenze per l’attività svolta durante il Covid a tante e tanti volontari.

Uno dopo l’altro si sono susseguiti ai piedi del palco a ricevere il riconoscimento per un’opera tanto meritoria quanto nuova, apparentemente più semplice di quanto non lo siano i consueti servizi sanitari o di solidarietà sociale ed invece infinitamente più difficile sul piano sia pratico che psicologico. Lo si è visto bene dall’espressione di  molti dei premiati. Qualcuno aveva il viso sorridente, qualcun altro un’espressione seria ma i più mostravano un’evidente tensione emotiva ed avevano gli occhi lucidi nel ricordare quel periodo drammatico. Anche gli esponenti dell’amministrazione comunale più coinvolti nel fronteggiare l’epidemia sono stati premiati: si tratta del sindaco Mazza (che, in aggiunta alle tante incombenze istituzionali, nell’autunno 20023 si era auto-proclamato vigile urbano per dirimere le code lunghissime  e caotiche chi si creavano fin dall’alba davanti all’ex-ospedale diventato centro per i tamponi), il vicesindaco Teodoro Medaglia e l’assessore alla Sanità Mariangela Bracco.

A svolgere i compiti della presentatrice è stata la volontaria Anna Vassa.

Il Presidente nazionale in città

Alle celebrazioni per i quarant’anni della Croce Rossa di Castellamonte, il presidente nazionale Rosario Valastro non è potuto intervenire. Era però riuscito  a ritagliarsi uno spazio, la sera di giovedì 2 maggio, nel corso della sua visita in Piemonte, per raggiungere la cittadina canavesana, cenare in sede insieme  ai volontari e proseguire con un incontro molto franco e costruttivo. 

Valastro è impegnato in un tour che comprende tutta l’Italia e che ha uno scopo preciso: incontrare le realtà locali, ascoltare le loro richieste e farsene portavoce presso il direttivo nazionale. C’è anche la volontà di far conoscere meglio la Croce Rossa e l’importanza del volontariato. “In fondo se ne sa poco. Ha una grande ricchezza di  iniziative, di idee, di fantasia ma non sempre passa il messaggio giusto, non sempre la legislazione è di favore e c’è anche chi ci guarda con fastidio. E’  capitato a Roma di recente con le persone al ristorante che ci osservavano dall’alto giudicando l’aiuto che stavamo dando agli ultimi. Secondo qualcuno, il soccorso occorre meritarselo: se cadi da una scala va bene, se hai un incidente d’auto pure; se sei ubriaco no. Invece noi sappiamo che se nella vita sei caduto per terra – e sempre più ci rendiamo conto di quanto sia facile che questo accada – non devi essere abbandonato a te stesso. La nostra unica distinzione è aiutare chi ha più bisogno, chi è più grave, non chi ci ha chiamati per primo. Il Covid ci ha dato un livello di credibilità altissimo”.

Ha però aggiunto: “Nessuno fa quel che fa per il <grazie> (che fra l’altro non sempre arriva, soprattutto quando si opera in campo sociale) ma un grazie ogni tanto fa bene. Dobbiamo restituire  un po’ d’orgoglio ai volontari, oltre che ai dipendenti. Siate orgogliosi di voi stessi!”.

Il volontariato vive una crisi evidente: “Un milione di persone in meno negli ultimi dieci anni… Noi per ora teniamo (siamo in 153.000) ma non voglio sottovalutare il problema. Rispetto a quando ho cominciato io, 31 anni fa, i bisogni sono diversi: se continuiamo a fare le stesse cose non diamo più le risposte che servono. Lo dico sempre: affacciatevi alle finestre ed osservate ciò che avviene all’esterno.  Se una persona può mettere a disposizione 50 ore in un anno, chi siamo noi per dire che sono poche? Ma chi ha 50 ore vuole dedicarsi ad iniziative concrete. Per questo stiamo cercando di introdurre forme nuove di volontariato e metodi differenti di reclutamento, ad esempio a progetto: sociale, sanitario, ecc. Non tutti possono fare tutto o essere interessati a tutto. Occorre una formazione veloce e poi farli partire. Se col tempo vorranno diventare soci, va bene. Intanto si comincia, altrimenti l’associazione non cresce”.

Il rischio paventato da qualcuno, come da Alessandro Musso, ispettore di Croce Rossa e capogruppo di maggioranza nell’amministrazione di Castellamonte, è che  venga meno la serietà della formazione “I nostri volontari sono conosciuti ed  apprezzati ovunque perché preparati!”. Valastro ha  precisato: “E’ chiaro che snellire non vuol dire impattare sulla qualità. Le tue preoccupazioni le sposo tutte: erano belli i campi di 4 notti e 5 giorni come abbiamo fatto noi ma non sono più proponibili. A parità di preparazione, occorre semplificare tutto il possibile: ad esempio mettendo on-line i corsi che non richiedono la presenza. Anche per la parte burocratica abbiamo cercato uno snellimento per quanto sia  difficile in un Paese  come il nostro, dove invece di  fare i controlli si stabiliscono dei divieti ma stiamo parlando di volontari: oltre ad impegnarsi gratuitamente dobbiamo anche caricarli di incombenze inutili?”. 

Valastro è un presidente che proviene dall’interno dell’associazione: “La Croce Rossa dobbiamo sentirla nostra, bisogna volerle bene. Chi è fuoriuscito  e la insulta non l’ha mai amata. Può non piacere il presidente, si possono non condividere le decisioni prese e per questo motivo allontanarsi ma denigrarla no, l’associazione viene prima di tutto!”.

Non mancano le difficoltà in un organismo di queste dimensioni e ci sono differenze tra le diverse regioni.

Si può sbagliare! – ha ammesso – e proprio per questo occorre confrontarci, discutere. Occorre vedere sia le cose buone che gli errori perché rendercene conto ci rende più forti”.

Ha ricordato le battaglie degli anni  anni ‘80’ e ’90 per cambiare la Croce Rossa, far sì che i volontari fossero rispettati, porre fine alle ingerenze della Politica: “Spesso la dirigenza cambiava al cambiare dei ministri, magari ogni pochi mesi, e c’erano persone che utilizzavano questo incarico come trampolino di lancio per fare poi altre cose. Oggi ad eleggere il presidente sono i volontari e ad approvare il Bilancio pure. Sembra scontato ma non lo è: abbiamo spezzato una catena e queste cose vanno dette, altrimenti chi viene dopo darà tutto per assodato”. E ancora: “Ho l’idea romantica che il Comitato Nazionale possa essere di supporto all’attività dei comitati locali. Loro sono le braccia, gli occhi, gli scarponi sporchi di fango; noi siamo quelli che devono far conoscere l’associazione, diffonderne il messaggio. Siamo due braccia parallele che vanno nella stessa direzione. Se non ci fossero tutt’e due saremmo una splendida associazione locale sconosciuta all’esterno dei confini comunali oppure una splendida ONG come tante altre, che fanno anche dei progetti seri ma che la gente non conosce”.

Trattandosi di un incontro fra amici più che di una visita ufficiale, critiche e richieste non sono mancate, come quelle del presidente del Comitato di Chieri, che ha puntato il dito sul limite dei due mandati per i presidenti di comitato nei comuni al disopra dei 10.000 abitanti. “Hai detto che si è spezzato una catena – ha esordito polemicamente  ma c’è un anello che rimane a bloccare tutto. A livello regionale ci può anche stare, a livello locale no perché crea grandi difficoltà”.

Valastro è uno di quelli che questa norma l’avevano scritta ma non si è affatto risentito della critica:  Sono – ha precisato - uno dei quattro che nel 2012 vennero incaricati di preparare lo statuto oggi in vigore: in tre mesi avevamo cercato di conciliare le esigenze di tutta l’Italia. Quest’anno si è posto il problema, mi ero impegnato ad affrontarlo prima delle nostre elezioni e credevo di avercela fatta ma la maggioranza dei 2/3 è davvero alta e non l’abbiamo raggiunta. Non me l’aspettavo!  Anche il volontariato  a progetto è stato bocciato. Probabilmente avremmo dovuto portare avanti una discussione per spiegare a tutti l’utilità di queste modifiche. Dovremo riproporle”.

"Qui si sente aria di famiglia"

Il benvenuto a Valastro ed ai suoi accompagnatori è stato dato dal presidente del Comitato di Castellamonte Paolo Garnerone, che ha fornito un quadro riassuntivo di questa importante realtà, che è anche – come hanno sottolineato tutti gli intervenuti – un luogo d’incontro e di confronto. “Ci sono i pasticci, i problemi  e le cose belle. A volte litighiamo, altre ci facciamo i complimenti ma ci sentiamo sempre a casa nostra” – ha detto Garnerone.  “Qui si sente aria di famiglia” – ha confermato Valastro. Il consigliere nazionale Antonio Calvano ha commentato con enfasi ma senza retorica: “Una delle migliori sedi che conosco incontra il presidente e il miglior presidente che potremmo avere incontra la sede di Castellamonte. Se c’è un comitato in cui il volontario si sente protagonista è questa. Paolo è uno che s’interroga e il sindaco non è presente solo questa sera.  Quello che fate è importante, essenziale”. 

Il presidente nazionale Valastro con i volontari di Castellamonte

Il presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Vittorio Ferrero ha confermato: “Il Comitato di Castellamonte sa dare molte risposte. Del resto in Piemonte di Comitati ne abbiamo 94 e costituiscono una presenza capillare soprattutto in provincia di Torino, dove la Croce Rossa ha la capacità di lavorare anche con l’ANPAS: abbiamo identità diverse ma uguali obiettivi che ci hanno fatto superare gli steccati. Vi attendono tantissime sfide (a cominciare da quella per l’acquisto della vostra sede) ma avete la forza per affrontarle. Vi confrontate in modo dialettico ma poi avete la capacità di fare sintesi”.

All’incontro ha partecipato anche Rossella Maria Della Corte, direttrice regionale per il Piemonte e responsabile dello staff di segreteria della Presidenza Nazionale, che a Castellamonte è ben conosciuta per essere stata presente in alte occasioni.   

Il sindaco della città Pasquale Mazza ha dato il benvenuto a Valastro dicendogli:  “Sei un cittadino onorario di Castellamonte visto che abbiamo dato la cittadinanza alla Croce Rossa. Siamo fieri -  e lo dico sempre con un pizzico di emozione – di questo Comitato”. Al sindaco Valastro ha consegnato una bandiera dell’associazione affinché venisse esposta in questa "Settimana della Croce Rossa".

Agli ospiti sono state consegnate delle opere in ceramica realizzate da Giuliana Manavella che, oltre ad essere una volontaria di lungo corso, è anche l’artista del gruppo. E’ stata lei a realizzare il pannello in onore del quarantennale e a lei, visibilmente emozionata, il presidente nazionale ha consegnato l’Attestato di Benemerenza preparato dal Comitato locale, a cui ha aggiunto di sua iniziativa una Medaglia di Benemerenza.

I numeri del Comitato locale della CRI

Sia nell’incontro di giovedì 2 maggio con il presidente nazionale della Croce Rossa Valastro, sia durante la manifestazione di domenica 5 maggio, il presidente del Comitato di Castellamonte Paolo Garnerone ha ricordato i numeri di tutto rispetto che caratterizzano la realtà castellamontese. 

La Croce Rossa opera in città dal 1928 ed in modo continuativo dal 1983 ma – ha rivelato – “sembra che siano stati ritrovati dei documenti risalenti al 1896: se così fosse, avremmo superato da un pezzo il secolo di vita”. Il Comitato conta circa 200 soci e 17 dipendenti. “Dico circa perché il dato dei dipendenti è certo, l’altro no: c’è chi fa 50 ore all’anno e chi 600 e li apprezziamo allo stesso modo. Nel 2023 abbiamo effettuato 5.800 servizi in totale fra 118, ASL TO4, ecc. Lavoriamo molto insieme al comune e ad altre associazioni come l’ANPAS: 5 o 6 anni fa sarebbe stato impensabile. I modi di lavorare magari sono diversi ma l’obiettivo è comune”. E ancora: “Sono tantissimi 5800 servizi, , soprattutto perché svolti sempre con lo stesso senso del dovere, di appartenenza, di voglia di fare del bene: qualcuno viene per mezz’ora  e poi si ferma tutto il giorno.”

La consegna della bandiera della CRI al sindaco Pasquale Mazza

In alcuni settori il Comitato è stato un precursore, come per il servizio di trasporto: “Abbiamo cominciato nell’89 quando non era ancora previsto fra le nostre competenze”. C’è l’attività sociale, con la consegna dei pacchi alle persone bisognose: 65  nel 2023. L’ultima raccolta ha fruttato più di una tonnellata di generi alimentari. 

Poi ci sono le attività ricreative che cementano l’amicizia fra i volontari: “Un gruppo sportivo, una Fanfara, anche un’artista della ceramica: la nostra Giuliana”. 

I problemi non mancano ma nemmeno la determinazione. Fra i progetti principali c’è l’acquisto della sede. “L’alternativa dell’ex-ospedale non ci piace tanto – ha detto - perché siamo qui dal 2004-2005, qui siamo cresciuti e ce la siamo un po’ costruita noi”. 

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