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26 Aprile 2024 - 11:05
Il 25 Aprile nelle piazze italiane
Un garofano rosso tenuto in mano da Antonio Scurati mentre dal palco della manifestazione nazionale di Milano scandisce che il 25 aprile non è semplicemente "la festa della liberazione, ma la festa della liberazione dal nazifascismo", un'enorme bandiera palestinese lasciata sul basamento della statua di Vittorio Emanuele II a fine manifestazione, il messaggio di Ilaria Salis letto dal palco di Roma dal padre Roberto, perché lei è incarcerata "dai nazisti" a Budapest, che chiede all'Italia di rimanere "dalla parte giusta della storia": sono le immagini che danno la chiave di lettura di una giornata di manifestazioni andate in scena in tutta Italia per onorare la "Repubblica antifascista", non senza contrasti, soprattutto fra filo palestinesi e comunità e brigata ebraica.
In particolare a Roma, dove ci sono state contestazioni e lancio di sassi e bombe carta, e a Milano, dove ci sono stati momenti di tensione, un ragazzo ferito nelle proteste contro la Brigata ebraica, una decina di persone portati in Questura, i filopalestinesi arrivati in piazza presto per mettersi davanti al palco con un mare di bandiere verdi, rosse e nere che sono riusciti a sfondare le transenne. Poi ricreate dal cordone delle forze dell'ordine.
Una protesta che era nelle cose, secondo il presidente dell'Anpi milanese Primo Minelli, convinto però che "due o trecento persone che protestano non sporcano una manifestazione con oltre centomila partecipanti".
Tanti, una "risposta ottima" secondo il sindaco di Milano Giuseppe Sala che dal palco, ha scandito che il fascismo "è stato un crimine" e che la Costituzione va difesa ora dalle modifiche che vogliono "stravolgerla", ovvero il premierato.
"Milano e il suo sindaco dicono oggi, 25 aprile, che la Costituzione non la possono toccare in questo modo. E non la toccheranno" ha promesso, applaudito mentre inizialmente aveva avuto fischi dalla compagine filopalestinese, che avrebbe voluto intervenire dal palco. Ha preso la parola invece Scurati, leggendo il monologo censurato in Rai, ribadendo che finché il termine antifascismo "non sarà pronunciato da chi governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana".
Applauditissimo, è sceso e ha ricevuto l'abbraccio di Elly Schlein, che ha partecipato al corteo ma ha preferito non salire sul palco con Anpi e altri.
"Il 25 aprile è una giornata in cui va rinnovato l'impegno e la lotta per la difesa della nostra Costituzione e per la sua piena attuazione" ha spiegato la segretaria dem. I valori della Costituzione vanno difesi "con tenacia" anche secondo Emanuele Ronzoni, segretario operativo della Uil. A tirare le fila degli interventi il presidente Anpi Gianfranco Pagliarulo che ha chiesto all'Italia di "riconoscere lo Stato palestinese", il cessate il fuoco e il ritorno degli ostaggi, ma soprattutto ha parlato della difesa della legge 194 e della costituzione e ha concluso con "W la repubblica Antifascista".
Il vicepremier Matteo Salvini ha detto di considerare "evidente" che il governo sia antifascista mentre partecipava alla deposizione delle corone di alloro al monumento ai caduti milanesi.
Cerimonie in tutta Italia, con anche un lutto: è morta per un malore, dopo la commemorazione, Mirella Cerini, sindaca cinquantenne di Castellanza nel Varesotto, con ancora la fascia tricolore addosso.
L'antifascismo è quello che nel suo messaggio Ilaria Salis, in carcere da 14 mesi in Ungheria con l'accusa di aver aggredito due estremisti di destra, ha chiesto di rispettare. "Dalla mia cella ardentemente desidero che il mio Paese si mostri tutti i giorni all'altezza della propria storia, che oggi come in passato voglia opporsi all'ingiustizia del mondo e schierarsi dalla parte giusta della storia", ha letto il padre dal palco romano.
E a fine giornata è arrivato il grazie del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi alle forze dell'ordine che gestendo "molteplici situazioni difficili", in "una giornata così impegnativa e importante hanno garantito in tutta Italia un regolare svolgimento delle celebrazioni della Festa della Liberazione".
Saluti romani, insulti ai partigiani e inneggiamenti al fascismo. In tutta Italia, anche il 25 aprile, non sono mancati momenti nostalgici. A partire da Varese, dove i Do.Ra, gruppo neonazista, hanno reso omaggio "ai camerata uccisi dal nemico mentre combattevano per la patria" come ha spiegato il loro leader Alessandro Limido.
Di prima mattina i militanti della Comunità dei Dodici Raggi si sono recati al cimitero di Ganna e poi hanno raggiunto quello di Sant'Ambrogio a Varese dove ad attenderli c'era il familiare di un "camerata ucciso dai comunisti senza processo".
Saluto romano
"Questi ragazzi sono morti per noi, per i nostri valori. I nostri caduti sono gli eroi della patria. Per proteggerci hanno accettato il loro olocausto" ha aggiunto Limido, sottolineando che "non è stata una manifestazione. Siamo andati a visitare i nostri morti e questo non si può vietare".
Ma immediata è arrivata la reazione del Comune di Varese che denuncerà i militanti per "inosservanza dei provvedimenti amministrativi oltre che per altri eventuali reati".
A Roma, invece, la scritta con vernice rossa 'Partigiano stupratore assassino' è comparsa sulla lapide per il 25 aprile di Forte Bravetta.
"Inizia così la nostra festa della Liberazione - hanno affermato Elio Tomassetti, presidente del Municipio Roma XII e Daniela Cirulli, presidente dell Anpi XII -. I fascisti, d'altronde non cambiano mai. Questo gesto dimostra l'attualità della lotta antifascista".
Polemiche anche a Reggio Emilia per le dichiarazioni del candidato sindaco del centrodestra Giovanni Tarquini che su Facebook ha scritto che la Costituzione, "scritta all'esito di un'odiosa e violenta occupazione straniera del nostro Paese, muove dal fermo rifiuto di ogni forma di totalitarismo e di discriminazione".
Parole che hanno scatenato la reazione del Pd, a partire dal candidato sindaco dem Marco Massari: "Omettere la parola fascismo in un testo o rifiutarsi di definirsi antifascista non fa sparire quel periodo storico".
A Torino nella notte i militanti del movimento di estrema destra 'La Barriera' hanno appeso uno striscione con la frase: ''25 aprile: ricorda i crimini dei partigiani", spiegando poi in una nota che i partigiani "si macchiarono di numerosissimi infami crimini e violenze, molti dei quali avvenuti contro donne e civili, a guerra terminata. Soprattutto nella nostra città".
Un'altra 'incursione' neofascista è stata compiuta infine a Taranto, dove il cippo del partigiano Pietro Pandiani, eroe della Resistenza, medaglia d'argento al valor militare, è stato sfregiato con una croce celtica impressa con vernice nera proprio sulla parola 'partigiano'.
La Liberazione "con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia". È il passaggio chiave del messaggio di Giorgia Meloni nel suo secondo 25 aprile da presidente del Consiglio, commemorato all'Altare della Patria con Sergio Mattarella e le alte cariche dello Stato.
Giorgia Meloni alle celebrazioni del 25 Aprile
Dopo aver affermato un anno fa in una lettera al Corriere della sera che la sua parte politica è "incompatibile con qualsiasi nostalgia" del Ventennio, in questa occasione la premier sceglie i social per ribadire l'avversione "a tutti i regimi totalitari e autoritari".
E promette di continuare "a lavorare per difendere la democrazia e per un'Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà". Per le opposizioni, però, non basta. In una giornata segnata da polemiche e scontri di piazza, da più parti le rimproverano di non dichiararsi esplicitamente "antifascista", dimensione intorno a cui secondo il presidente della Repubblica "è possibile e doverosa l'unità popolare".
A Milano la segretaria del Pd Elly Schlien abbraccia Antonio Scurati, lo scrittore autore del monologo che ha creato il caos in Rai, e la definisce "una giornata in cui celebrare quell'Italia che è stata dalla parte giusta della storia", rilanciando "l'impegno e la lotta per la difesa della nostra Costituzione". Toni simili a quelli di Giuseppe Conte. "Non possiamo permettere - afferma il leader M5s - che i valori costituzionali vengano oggi scalfiti, uno a uno, tra corsa al riarmo, tagli alla sanità e scarso impegno per assicurare dignità, salari giusti e sicurezza alle persone".
Nessun riferimento al post di Meloni, liquidato invece da Nicola Fratoianni (Si) come il "minimo sindacale", mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala critica il "silenzio imbarazzante" di "una parte del governo".
"Se è un governo che proviene dalla storia dell'Msi - sostiene il leader di Azione Carlo Calenda - è necessario" che dica di essere antifascista. Con sfumature diverse è vissuta la festa della Liberazione nella maggioranza e nell'esecutivo, e non passa inosservato che alcuni ministri non si esprimono. Per Gennaro Sangiuliano, "l'antifascismo è sicuramente un valore" ma "lo è allo stesso modo l'anticomunismo".
"Liberiamo la festa del 25 aprile da chi la tiene in ostaggio, diventi finalmente di tutti", il post di Daniela Santanchè.
Deve fare i conti con fischi e 'buuh' il guardasigilli Carlo Nordio, mentre nel suo discorso a Treviso sostiene che la richiesta di dirsi antifascisti "è retorica, perché avendo noi giurato fedeltà sulla Costituzione è ovvio che siamo antifascisti". Più volte si è dichiarato tale il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che denuncia la "retorica dell'allarme fascista: non esiste nel Paese e non interessa agli italiani". E il ministro della Difesa Guido Crosetto, al fianco di Mattarella anche alla cerimonia a Civitella in Val di Chiana, sottolinea che "l'impegno per la libertà è più attuale che mai". Mentre il vicepremier Antonio Tajani onora "tutte le vittime innocenti del nazifascismo".
Poche le voci leghiste. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana, al Foglio, si dice "pienamente antifascista", e Gian Marco Centinaio mette nero su bianco un "viva l'Italia antifascista".
Il leader Matteo Salvini partecipa a una cerimonia a Milano ("Ho sempre onorato il 25 aprile senza sbandierarlo"), prima della presentazione del suo libro in cui annuncia la candidatura di Roberto Vannacci con la Lega. "Una provocazione", per Angelo Bonelli (Avs). "Festeggia il 25 aprile con un criptofascista", la stilettata di Riccardo Magi (+Europa).
"Uno schiaffo della destra ai valori antifascisti", attacca il dem Alessandro Zen, in un pomeriggio segnato dalle tensioni nelle manifestazioni, da Roma a Milano. FdI condanna i manifesti di Meloni bruciati a Bologna e le contestazioni all'urlo di "assassini" alla Brigata ebraica, stigmatizzate, fra gli altri, anche dal dem Emanuele Fiano, dall'azzurro Maurizio Gasparri e da Raffaella Paita (Iv): "Qui gli unici fascisti sono gli autori di questi cori". Fa discutere anche il post con cui Tomaso Montanari, rettore dell'Università per stranieri di Siena, commenta un articolo del Secolo d'Italia: "Ma almeno oggi tornate nelle fogne e tacete...". "È questa - ribatte Tommaso Foti (FdI) - la libertà di espressione che certi nostalgici degli anni più bui vogliono predicare?".
Polemiche alla celebrazione del 25 aprile ad Asti. Secondo l'Anpi locale la banda comunale della città avrebbe ricevuto ordine da un non ben precisato dirigente comunale di non suonare 'Bella ciao', la canzone simbolo della Festa di Liberazione.
"Quando siamo arrivati ai giardini - racconta il vice presidente Anpi, Guido Cardello - mi hanno detto che la banda non l'avrebbe eseguita. Sono andato dal responsabile per chiedergli il motivo di questa decisione e mi ha risposto di aver ricevuto ordine in tal senso da parte del Comune".
Cardello ha subito interpellato le autorità presenti che sono intervenute per far suonare 'Bella ciao'. "Ho chiesto chiarimenti al vice sindaco Stefania Morra - ha continuato il vicepresidente Anpi - la quale mi ha risposto di non saperne nulla e ha, a sua volta, detto al responsabile della banda di eseguirla, come avviene ogni anno".
Alla fine 'Bella ciao' ha accompagnato come previsto, il corteo del 25 aprile astigiano. "Alla fine l'hanno poi suonata quasi ininterrottamente - conclude Cardello - perché dietro di loro c'era il direttivo Anpi che la cantava e quindi non sono riusciti a interrompere l'esecuzione, ripetendola fino al termine del corteo". La Città di Asti è guidata da una giunta di centrodestra.
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