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Cigliano alle urne
23 Aprile 2024 - 22:31
I candidati Bruna Filippi, Diego Marchetti e Giorgio Testore
CIGLIANO. Cinque anni fa Diego Marchetti, a capo della lista “RinnoviAmo Cigliano”, venne eletto sindaco non perché «vinse» le elezioni: in una tornata elettorale già poco sentita (andò alle urne solo il 60% degli aventi diritto) ottenne infatti poco più di 1100 voti, circa il 44% dei consensi; e quando in un paese di circa 4000 anime ti votano in 1100, «vincere» è parola grossa: vai al potere soltanto grazie a un sistema elettorale che ti dà la maggioranza assoluta anche se non ce l'hai. Le liste a lui alternative - guidate da Bruna Filippi e da Flavio Ranalli - ne conquistarono complessivamente più di 1400, ma presentandosi divise finirono in minoranza.
Analogo risultato rischia di prospettarsi alle comunali di quest'anno, che si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno. Marchetti si ripropone (con una lista ampiamente rimaneggiata, avendo perso due terzi dei componenti), ma essendo il fronte a lui avverso nuovamente diviso in due liste c'è la possibilità che ottenga un secondo mandato anche se la maggioranza dei ciglianesi non lo vuole: gli basta confermare il risultato del 2019, sperando che i due sfidanti si dividano abbastanza equamente i voti di chi vuole cambiare sindaco. Nel frattempo - chiedendo voti agli amministratori comunali di altri paesi: altro sistema elettorale assurdo - si è anche fatto eleggere consigliere provinciale, e spera che il vento attualmente favorevole a Fratelli d'Italia (è un meloniano di ferro) lo spinga anche stavolta.
La Filippi, decana del Consiglio comunale, ci riprova con un nome e un simbolo molto simili a quelli di cinque anni fa (“Innovazione e tradizione” in luogo di “Tradizione e futuro”, sempre con Ala e campanile in campo granata), ma non ha più con sé Livio Autino e Roberto Bobba eletti insieme a lei nel 2019. Accoglie però in lista Alessandra Como, già candidata con Marchetti (non eletta: prese solo 4 preferenze) che prima la nominò assessore e poi la cacciò dalla Giunta.
L'altro aspirante sindaco, Giorgio Testore, ex Pd, aveva annunciato la propria candidatura più di un anno fa, ed ora ha presentato la lista: in caso di vittoria Maurizio Regis sarà il suo vicesindaco. Anch'egli ha imbarcato un ex assessore di Marchetti, Gianpaolo Arborio, che come la Como cinque anni fa era stato trombato (solo 8 preferenze) e poi ripescato in Giunta, prima di abbandonare “RinnoviAmo Cigliano” come parecchi altri, delusi da Marchetti e dal suo modo di amministrare.
Cigliano è stato un “feudo” del Partito Democratico per molti anni, un'eccezione in una provincia storicamente dominata dal centrodestra: prima con il sindaco Giovanni Corgnati (eletto anche consigliere regionale) e dopo di lui con Anna Rigazio, e con Luigi Bobba a Roma come deputato e sottosegretario. Poi è arrivato Marchetti che ha approfittato delle divisioni interne al Pd e in generale tra gli esponenti del centrosinistra (compresi gli ex amministratori comunali) per espugnare il Municipio, e - visti i presupposti - potrebbe approfittarne anche stavolta.
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