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Politica - Elezioni

La paladina piemontese dell'antimafia rifiuta la candidatura nel Pd: "C'è stata una proposta ma io continuo il mio impegno civico"

Le parole di Maria Jose Fava. La Presidente della sezione piemontese di Libera non entra nella lista del Partito Democratico dopo l'inchiesta sulla Ndrangheta

Maria Josè Fava

Maria Josè Fava, Presidente di Libera Piemonte

Il Partito Democratico ha evitato il commissariamento grazie all'intervento dei vertici nazionali che hanno chiesto chiarimenti su future decisioni, specialmente riguardo la sostituzione di Raffaele Gallo come capolista, a seguito dell'inchiesta che ha coinvolto il papà, Salvatore, e ai legami tra Ndrangheta e politica. Nonostante le aspettative, l'incontro della segreteria regionale non ha prodotto nomi per il rimpiazzo, concentrando l'attenzione sulla gestione corrente e sulla rinuncia di Gallo. La questione ora spetta alla leadership nazionale e locale.

La sinistra del partito, guidata da Elly Schlein, ha cercato di coinvolgere l'ex consigliere regionale Mauro Salizzoni, che ha però declinato, spingendo verso l'opzione di un nuovo candidato dalla società civile. Maria Josè Fava, figura di spicco dell'associazione Libera in Piemonte, è stata contattata per poter rappresentare un nuovo corso e rafforzare il messaggio di legalità del partito.

Il coinvolgimento di Fava nel PD potrebbe contribuire a mitigare le tensioni interne, specialmente in un periodo in cui la commissione nazionale antimafia sta esaminando le accuse di infiltrazioni mafiose legate alla famiglia Gallo. In questo contesto, si sollevano critiche sul mancato intervento da parte di alcuni esponenti politici piemontesi e torinesi nel prevenire pratiche clientelari, con appelli a un maggiore impegno contro la corruzione e l'illegalità nel panorama politico locale.

Poche ore fa, però, da parte di Maria Jose Fava è arrivata una doccia freddissima: "Non mi candido nel Pd"

"In merito alle notizie di stampa, - scrive su Facebook - apparse in questi giorni, relative alla mia possibile candidatura nelle liste del Partito Democratico per il rinnovo del Consiglio Regionale del Piemonte, mi preme precisare che non è mia intenzione partecipare alla competizione elettorale del prossimo giugno.
Benché vi sia stata una proposta dalla dirigenza regionale del PD ho valutato, di non prendere in considerazione la proposta di candidatura per proseguire nell’impegno civico in corso.
Auspico che tutte le forze politiche pongano quale prioritaria la riflessione sulla responsabilità della politica nel contrastare ogni forma di ambiguità nei contatti con le aree grigie, contigue alla criminalità organizzata di stampo mafioso, come ci insegnano ormai decenni di operazioni in Piemonte e in tutta Italia".
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