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Cronaca

La prima locale di Ndrangheta del Piemonte? È nata a Volpiano 60 anni fa

Il racconto nel nuovo podcast di Libera

La prima locale di Ndrangheta del Piemonte? È nata a Volpiano 60 anni fa

"Riteniamo credibile ed è certificato dai giudici e narrato da Domenico Agresta, operaio della Singe, che la prima locale della Ndrangheta in provincia di Torino sia nata a Volpiano, 60 anni fa. Ora dopo centinaia di arresti e condanne si scopre che quella struttura pionieristica è diventata un labirinto articolato".

È dalla voce del giornalista de La Stampa, Giuseppe Legato, all'interno del podcast Beni in Rete 2.0, che arriva la ricostruzione in merito alla nascita della criminalità organizzata nella nostra regione. Il luogo di nascita è Volpiano e ancora oggi è considerata la "capitale della Ndrangheta" del Nord Italia.

In occasione del 28° anniversario della legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, la Fondazione Compagnia di San Paolo ha realizzato la nuova serie di podcast BENI IN RETE 2.0, in collaborazione con Libera. Ed è proprio qui che si parla anche di Volpiano.

Un importante progetto di comunicazione volto a contribuire all’opera di sensibilizzazione necessaria a comprendere le potenzialità legate al riutilizzo sociale dei beni confiscati e per scattare un’istantanea dello stato attuale dell’infiltrazione mafiosa in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Attraverso “BENI IN RETE 2.0” Libera Contro le Mafie intende mettere in risalto alcune buone pratiche da replicare per fare in modo che tutti i patrimoni sottratti al crimine organizzato vengano riutilizzati allo scopo di ospitare progetti ad alto impatto sociale.

Una narrazione lunga 7 puntate e arricchita dalle testimonianze di importanti attori della lotta alla mafia. Un viaggio che comprende membri delle istituzioni, del Terzo Settore, giornalisti e i referenti di Libera, attivi ogni giorno per potenziare il riutilizzo dei beni confiscati a scopo sociale sul proprio territorio.

Dopo una puntata introduttiva dal titolo “Confisca di beni e patrimoni alla mafia: le ragioni politiche, legislative e sociali” – che inquadra lo strumento normativo che permette di destinare alla collettività questi beni e di scoprire le battaglie intraprese da Libera affinché questa legge fosse emanata – la serie prevede altri 6 episodi.

Tra gli ospiti voluti da Libera all’interno della nuova Serie, nel corso della settima puntata dal titolo “Beni comuni, di tutte e tutti: prospettive di rilancio”, sarà possibile ascoltare anche la testimonianza dell’ex Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, in un dialogo tra Tatiana Giannone, responsabile di Libera dei beni confiscati e Francesco Menditto, componente del Consiglio Direttivo dell’Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

La disponibilità di beni confiscati nelle tre regioni oggetto dell’indagine di Libera è ampia ma è molto bassa la percentuale di beni interessati dalla realizzazione di progetti sociali di riattivazione.

Il Piemonte è la sesta regione per beni confiscati ma la penultima per riutilizzo. Il 25% dei beni è stato restituito, 202 sono stati presi in carico ma non ancora destinati, 40 destinati, 80 riutilizzati.

La Ndrangheta a Volpiano

Volpiano è il Comune che presenta più beni confiscati alla criminalità organizzata sul territorio canavesano rispetto agli altri Comuni, 8 in tutto.

Solo due di questi sono stati recuperati: Casa Mariuccia e la caserma dei vigili del fuoco.

Il primo è stato destinato e trasferito al patrimonio del Comune di Volpiano per fini istituzionali nel 2015 ed è ora sede di Casa Mariuccia, casa rifugio per donne vittime di violenza, anche grazie al contributo regionale per il funzionamento. Per quanto riguarda il secondo, in via Torino 11: il bene è stato destinato e trasferito al patrimonio del Comune di Volpiano per scopi sociali nel 1995 ed è stato assegnato ai Vigili del Fuoco volontari e adibito a centro addestramento nazionale cinofilo. Sono stati effettuati dei lavori grazie ad alcuni fondi regionali.

La caserma dei vigili del fuoco di Volpiano, l'edificio è stato sequestrato alla criminalità organizzata tanti anni fa

Ora, dopo 30 anni di attesa, potrebbe essere la volta del bene presente in via Trento 12. Il bene era intestato a F.M. Nel 1992 la Procura della Repubblica di Torino ha disposto la confisca del bene all’interno di un procedimento penale. Si tratta di un appartamento in un condominio, si trova in cattive condizioni. Ora, però, sarà l’Unione Net a finanziarne il recupero. Una delle linee di intervento concerne i percorsi di autonomia per persone con disabilità, con un finanziamento di 715.000 euro. L’obiettivo generale del progetto è quello di garantire un percorso partecipato, guidato e monitorato che permetta alle persone con disabilità, in coerenza con il progetto di vita di ciascuno, di migliorare la propria autonomia abitativa, individuale e lavorativa, anche con il supporto delle tecnologie informatiche. A tal fine sono stati individuate due strutture e sono previsti lavori di adeguamento e allestimento degli spazi. Di particolare rilievo il recupero della struttura di via Trento 12 a Volpiano, che sarà adibita a cohousing per persone con disabilità: si tratta di un immobile che era stato confiscato alla criminalità organizzata e che viene restituito alla comunità per finalità di grande rilievo sociale.

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