"Le ragioni di questa scelta," blaterava, evitando di scendere nei dettagli come un gatto schizzinoso evita una pozzanghera, "sono legate a divergenze di opinione e visione politica...". Insomma, una roba grossa come una tempesta in un bicchier d'acqua.
Poi, con un'aria di chi ha appena scoperto l'uovo di colombo, aggiungeva che grazie a questa scelta avrebbe potuto "servire al meglio i cittadini, con una prospettiva più indipendente e centrata sulle esigenze della comunità locale...".
Come se fino ad allora avesse giocato a briscola con le sorti della collettività.
La vera chicca era capire che cosa diavolo avrebbe potuto fare un consigliere regionale di così straordinario nei pochi giorni che gli restavano prima di diventare un ricordo sbiadito, o se si preferisce a pochi giorni dalla fine della legislatura, ma tant'è!
Sullo sfondo, i suoi ex colleghi della Lega, con in mano bicchieri di spumante "brut" di quello caro, festeggiavano come se avessero vinto alla lotteria, non prima di essersi lanciati in un comunicato stampa velenoso per mandare a quel paese Leone senza neanche fare tappa dal via, invitandolo, con un filo di sadica gioia, a dimettersi da Consigliere Regionale.
Oggi, il colpo di scena che nessuno aveva previsto - o forse sì.
Finito il breve intermezzo dell'indipendenza "incentrata sulle esigenze della comunità locale", ecco che il Segretario Nazionale dell'UDC Lorenzo Cesa, il senatore Antonio De Poli, insieme al Coordinatore Regionale del Piemonte Paolo Greco Lucchina, hanno annunciato l'ingresso di Claudio Leone nell’UDC.

"L’obiettivo condiviso," hanno spiegato con un sorrisetto compiaciuto, "è quello di rivolgere la proposta politica ad amministratori e simpatizzanti che fanno riferimento all’area moderata e di ispirazione democratica cristiana, allargando il campo del centrodestra e consolidando lo sforzo di aggregazione dell’area moderata e di centro...".
Quel che nessuno racconta è il calvario di Leone con Forza Italia e con i Fratelli d'Italia, finanche con il Governatore Alberto Cirio per entrare nella lista che porterà il suo nome. Insomma a Leone sarebbe andata bene qualsiasi soluzione salvo che la Lega non foss'altro che, per esseri eletti ci andrebbe un miracolo, almeno stando ai sondaggi.
C'è chi, calcolatrice alla mano ipotizza l'elezione di due consiglieri regionali, al massimo tre e in questo caso, in pole position, ci sarebbero Fabrizio Ricca (4.829 preferenze nel 2019), Stefano Allasia (4.111) e Andrea Cerutti (3.369).
Per la cronaca, tra gli eletti, Mauro Fava, passato a Forza Italia, ne aveva raccolti 2451 e Gianluca Gavazza 1955.
Nato a Rivarolo Canavese (To) il 26 settembre 1967 nel curriculum vitae di Claudio Leone si legge che dal 1990 svolge l’attività di commerciante principalmente nei settori dell’abbigliamento e della telefonia e ancora che, dal 2002 inizia a occuparsi di sviluppo di reti franchising.
"Dedito al lavoro - è scritto a caratteri cubitali - non ha mai perso di vista la passione per la politica e per lo sport. È stato vicepresidente della Rivarolese calcio dal 2009 al 2014, da oltre vent’anni è vicepresidente della Federcaccia locale e per lungo tempo è stato presidente della squadra di ciclismo Team hobby cicli Rivarolo..."
La sua esperienza politica inizia nel 2014 a Rivarolo con la carica di assessore al Commercio, allo Sport, all’Agricoltura e alle Attività produttive.
Militante nella Lega dal 1994, per oltre dieci anni è stato segretario cittadino del Carroccio. Nelle elezioni del 2019 è stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale (quota proporzionale) nella circoscrizione di Torino con appena 2.765 voti di preferenza.