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Pagine di storia
12 Marzo 2024 - 23:28
Dal settembre del 2023, tra le opere d’arte che si possono ammirare a Palazzo Santa Chiara, c’è anche “Mulieri Ignotae” del pittore Cesare Tubino, donata al Comune di Chivasso dai coniugi Libero Tubino, primario all’ospedale di Chivasso, e Clara Marta consigliera comunale d’opposizione.
La tela, del 1925, raffigura una donna straziata dal dolore sulla tomba del figlio morto in guerra.
Cesare Tubino, nonno di Libero, nasce a Genova il 4 maggio 1899. Dopo aver frequentato l'Accademia Ligustica delle Belle Arti si trasferisce a Torino, dove completa la sua formazione artistica frequentando lo studio del pittore Vittorio Cavalleri.
Cesare Tubino (ritratto)
A Torino si sposa con Ebe da cui ha tre figli Febo, Libero e Agostino. Quest'ultimo, medico condotto a Verolengo, avrà due figli Libero e Donatella.
Nel 1960, in occasione di una sua personale, il critico d'arte Marziano Bernardi, così descrive Cesare Tubino: “Quando dipinge, seguendo il suo temperamento, si trova non rare volte, nella scia di Vittorio Cavalleri, che fu suo maestro e dal quale ha ereditato, certi grigi lievi e nebbiosi, assai delicati, certi gialli dorati e teneri verdi, ed un vago romanticismo nella visione paesistica. Ma quando si diverte a contraffare i maestri antichi, si rivela di un'abilità diabolica... Un gioco, un piacere privato, magari un puntiglio ed un piccolo orgoglio: tanto da poter dire "se volessi...." Fortunatamente il TUBINO "non vuole ".
Ma non finisce qui.
Su Cesare Tubino c’è infatti una storia da raccontare ed è quella della Madonna del Gatto, una curiosa vicenda che ebbe luogo a Milano nel 1939, durante la mostra dedicata a Leonardo da Vinci nel Castello Sforzesco.
Cesare Tubino che in allora si contrapponeva alle dinamiche dell’arte ufficiale del regime fascista, decise di mettere alla prova il mondo dell’arte dell’epoca e di creare un falso dipinto in stile leonardesco. Non era la prima volta. Sue alcune perfette copie di antichi dipinti di Antonio del Pollaiolo (1431-1498) e Lucas Cranach detto il Vecchio (1472-1553)
La tavola che realizzò in quest'occasione raffigurava la Madonna del Gatto (un bambino e una mamma che giocano amorevolmente con un gattino), un soggetto che era stato pensato dal grande maestro alla fine del Quattrocento e che era stato tramandato attraverso alcuni suoi disegni. Il falso dipinto fu abilmente invecchiato da Tubino e poi affidato all’antiquario Carlo Noya che, fingendo di averlo scoperto per puro caso nella sua casa di famiglia a Savona, riuscì a farlo accettare come autentico dai curatori della mostra leonardesca.
L’opera d’arte fu dichiarata autentica da Adolfo Venturi, noto storico dell’arte, e da altri esperti del settore.
Morale?
La notizia del ritrovamento del dipinto si diffuse rapidamente e ne diedero notizia i maggiori quotidiani internazionali. Tuttavia, qualcuno ebbe dei sospetti sulla sua autenticità e il dipinto fu temporaneamente ritirato dall’esposizione. Dopo varie analisi favorevoli effettuate dal Ministero della cultura popolare, l’opera venne poi reintegrata.
Al termine della mostra, la tavola fu riconsegnata a Carlo Noya, che ebbe l’onere di conservarla adeguatamente. Tuttavia, le tracce del dipinto andarono perse per ben 51 anni, fino alla morte di Cesare Tubino nel 1990, quando nel suo testamento ammise di essere stato lui a realizzare il falso e di averlo conservato preziosamente nella sua camera da letto per mezzo secolo.
Che l’intento di Tubino non fosse di natura fraudolenta, lo dimostra il fatto che si era tenuto in casa l’opera pertutti quegli anni, piuttosto la sua si potrebbe definire una sfida tecnica al grande maestro Rinascimentale nell’imitarlo e soprattutto nel voler mettere alla prova la conoscenza di esperti e studiosi.
La notizia emersa dal testamento di Tubino, anche questa volta, ebbe grande risonanza sulla stampa nazionale e internazionale e suscitò l’interesse di diversi esperti d’arte, tra cui Giulio Carlo Argan, Maurizio Calvesi e Federico Zeri.
Non si mostrarono sorpresi dalla curiosa rivelazione, poiché, secondo loro, l’opera presentava numerose incongruenze che la rendevano incompatibile con lo stile di Leonardo da Vinci.
Fine della storia.
La vicenda della Madonna del Gatto e la figura di Cesare Tubino ci dicono però tante cose, una su tutte: anche l’arte, la cultura e la creatività possono essere utilizzate come strumenti di resistenza contro le dittature e le ideologie autoritarie.
Insomma, c’è sempre spazio per la ribellione creativa e la verità non è sempre quella che ci viene presentata.
Tubino come esempio di coraggio e di libertà di pensiero anche in un contesto di censura e controllo.
La vicenda assume ancora maggior valore alla luce del sacrificio di un figlio di Tubino, Libero, che cadde nel 1943 come partigiano e venne decorato con la “Medal of Freedom” dal Dipartimento della Guerra degli Stati Uniti d’America.
Cesare Tubino, è anche stato presidente dell’Associazione nazionale famiglie martiri e caduti per la liberazione.
Uno dei disegni di Leonardo Da Vinci
Il disegno completo rappresenta due studi della Madonna col Bambino che carezza un piccolo gatto e tre studi del Bambino che carezza un gattino e il profilo di un giovane. Sul verso è delineata, a punta d'argento, una figura femminile, seduta accanto ad un unicorno, che potrebbe rappresentare l'Incontinenza. Un altro foglio, con disegno sullo stesso soggetto, è a Firenze, al Gabinetto dei disegni e delle stampe.
Il volto della Madonna somiglia a quello che appare nella incompiuta Epifania, del 1481, oggi agli Uffizi. Sul verso di questo disegno si vede un fanciullo che gioca con un gattino, mentre è seduto sul ventre della madre, della quale sono delineati solamente il braccio e la mano che sorregge le gambe del figlio. Del bambino sono delineate due varianti della testa e tre varianti delle spalle. Un terzo disegno con la Madonna del gatto è al Museo Bonnat di Bayonne. Schizzi sulla Madonna del gatto, ma che secondo Berenson sono imitazione di Leonardo, sono conservati a Windsor, alla Royal Library.
Nei Classici dell'arte di Rizzoli, nel volume dedicato a Leonardo da Vinci, a p. 115 sono riprodotti due disegni autentici di Leonardo della Madonna del gatto (quello a Londra e quello a Firenze) e la notizia del ritrovamento nel 1939 di una tavola dipinta, definita come tarda e arbitraria composizione da disegni del maestro.
Cesare Tubino non fu il primo e neanche l'ultimo a prendersi gioco degli esperti d'arte.
Succede nel 1984, in occasione del centenario della nascita di Modigliani, quando Livorno organizza una mostra con 4 delle 26 teste realizzate dall’artista. E poichè secondo una leggenda Modigliani aveva gettato nei fossi livornesi quattro sculture, ritenute insoddisfacenti, partono gli scavi per la ricerca.
Ed è qui che entrano in gioco tre goliardici studenti universitari, Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pier Francesco Ferrucci, che decidono di realizzare una testa con i tipici tratti ‘alla Modigliani’, e la gettano nel fosso. Il 24 luglio avviene il ritrovamento: la notizia fa il giro del mondo, esperti e critici d’arte si dividono, la burla entra nella storia.
ALTRI FALSI ENTRATI NELLA STORIA (del mondo dell'arte, della letteratura e dell'archeologia)
I Diari di Hitler: Nel 1983, la rivista tedesca "Stern" annunciò di aver scoperto i diari di Adolf Hitler, che si rivelarono in seguito un falso creato da Konrad Kujau. Questo episodio è uno dei più noti scandali mediatici del XX secolo.
Il Manoscritto di Voynich: Benché non sia un falso nel senso tradizionale del termine, il Manoscritto di Voynich è un libro misterioso scritto in un linguaggio sconosciuto o codificato. Alcuni hanno ipotizzato che possa essere un elaborato scherzo o un falso storico, ma la sua autenticità rimane un enigma.
I Piltdown Man: Nel 1912, furono scoperti in Inghilterra i resti fossili di quello che sembrava essere un anello mancante nell'evoluzione umana, conosciuto come l'Uomo di Piltdown. Nel 1953, si scoprì che si trattava di un falso, un cranio umano moderno abilmente combinato con la mandibola di un orango.
Le Reliquie di Faussaire: Nell'antichità e nel Medioevo, era comune la creazione di false reliquie religiose. Questi oggetti venivano spesso venerati come se fossero autentici, nonostante fossero creati per scopi economici o politici.
I Falsi Vermeer di Han van Meegeren: Nella prima metà del XX secolo, Han van Meegeren divenne famoso per aver dipinto e venduto falsi Vermeer, ingannando persino i nazisti. Van Meegeren fu infine scoperto e processato, ma divenne un eroe nazionale per aver ingannato Hermann Göring.
La Principessa di Tarquinia: Nel 1964, un vaso etrusco conosciuto come La Principessa di Tarquinia fu dichiarato un importante ritrovamento archeologico. Si scoprì poi che era stato fabbricato da un falsario italiano, Alfredo Fioravanti, che aveva creato numerosi falsi etruschi.
I Falsi Jackson Pollock di Wolfgang Beltracchi: Wolfgang Beltracchi è un noto falsario d'arte tedesco che, insieme alla moglie, ha creato e venduto numerosi falsi attribuiti a vari artisti del XX secolo, tra cui Jackson Pollock. Beltracchi è stato arrestato nel 2010.
alsi Shakespeare di William Henry Ireland: Alla fine del XVIII secolo, William Henry Ireland creò una serie di documenti e opere letterarie falsamente attribuite a William Shakespeare, inclusi nuovi drammi e manoscritti. Quando la verità venne a galla, lo scandalo fu enorme, anche se oggi Ireland è ricordato più che altro come una curiosità storica.
La Tiara di Saïttaferne: Si tratta di un elaborato pezzo di oreficeria presentato al Louvre nel 1896 come un antico manufatto greco o scita. Fu acquistato per una somma enorme ma si scoprì in seguito che era stato fabbricato da un orafo moderno, rivelando le lacune nelle conoscenze degli esperti di antichità del tempo.
Le Pietre di Glozel: Scoperte in Francia nel 1924, queste incisioni e artefatti furono inizialmente creduti testimonianze di una civiltà preistorica sconosciuta. Successivi studi hanno però sollevato dubbi sulla loro autenticità, dividendo la comunità scientifica tra chi le considera un inganno e chi le vede come un importante ritrovamento archeologico.
I Falsi Matisse di Elmyr de Hory: Elmyr de Hory è stato uno dei più abili falsari del XX secolo, specializzato nella creazione di opere false attribuite a famosi artisti moderni, tra cui Henri Matisse. Il suo talento nel replicare lo stile di vari artisti ha ingannato numerosi collezionisti e istituzioni.
Il Falso Archivio di Hitler di Konrad Kujau: Oltre ai Diari di Hitler, Konrad Kujau produsse numerosi altri documenti falsamente attribuiti al Führer, tra cui pitture e lettere personali. La sua abilità nel creare falsi di questo tipo ha sollevato questioni sulla facilità con cui la storia può essere manipolata.
Il Falso "Emerging Dragon" di Shawn Greenhalgh: Nel 2006, un pezzo di ceramica attribuito alla dinastia Ming e valutato in milioni di dollari fu rivelato come un falso creato da un giovane inglese, Shawn Greenhalgh, nella sua rimessa di famiglia. Questo caso ha evidenziato come anche gli esperti possano essere ingannati da falsi convincenti.
Il Codice Sinaia: Presentato come un antico documento che racconta la storia dei Daci e dei Romani in Romania, il Codice Sinaia ha suscitato un grande interesse sia nella comunità scientifica che nel pubblico. Tuttavia, la sua autenticità è stata messa in dubbio, con alcuni che lo considerano un falso moderno creato per promuovere il nazionalismo romeno.
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