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11 Marzo 2024 - 14:55
Federica Grosso
E' stata travolta dagli insulti per aver criticato la puntata della serie televisiva Doc in cui è stato affrontato il tema del mesotelioma.
L'oncologa Federica Grosso, che della battaglia a questa terribile malattia ne ha fatto una ragione di vita, dopo aver visto l'episodio è intervenuta per dire la sua.
"È bello che se ne parli - ha dichiarato - ma non si dica che si guarisce. Purtroppo non è così, si illudono i pazienti. Oggi la malattia si cura di più e meglio, ma nessuna cura sperimentale è al momento risolutiva".
E poi ha ancora aggiunto: "Ho sempre amato la serie Doc, ma quest'anno ho smesso di guardarla".
Il popolo degli "haters", gli odiatori che intossicano il web con le loro invettive, le critiche e gli insulti, l'ha letteralmente presa d'assalto. Per tutti loro, quella è una serie Tv, un momento di svago che così andrebbe presa.
Federica Grosso ha cercato di ribattere ad ogni attacco con buonsenso e determinazione: "Chi scrive "relax", oppure "è fiction", non sa lontanamente di cosa stiamo parlando. Sicuro non ha mai guardato negli occhi un malato di mesotelioma. E' un tumore che provoca dolore indicibile, lacrime, rabbia. Ci sono cause legali, processi, famiglie intere sterminate. Non è una malattia come tutte le altre, proprio no!".
Per tutti quelli che hanno avuto a che fare con questo tumore, Federica Grosso è un mito. Responsabile della struttura «Mesotelioma e tumori rari» all’ospedale di Santi Antonio e Biagio di Alessandria, da anni è in prima linea nella cura dei pazienti.
Originaria di Pavone Canavese, classe 1972, nel dicembre del 2019 è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro per essersi distinta in ambito professionale e specialistico come una delle studiose maggiormente autorevoli in materia di tumori rari e in particolare di mesotelioma pleurico.
Insomma, una voce da ascoltare, la sua, non certo da mettere a tacere.
L'oncologa Federica Grosso
Dopo il suo intervento pubblico contro il messaggio trasmesso dalla serie Tv in cui è protagonista l'attore torinese Luca Argentero, l'abbiamo contattata.
Gentilissima, come sempre, ci ha risposto che proprio non se la sentiva: "Con tutti gli haters che mi sono attirata non me la sento di aggiungere altro. Mi sentivo di difendere quei pazienti. Vedo proprio troppa sofferenza".
Ma una cosa, poi, l'aggiunge: "Lo farei mille volte: per me i pazienti sono sacri".
Ogni anno in Piemonte ci sono 240 nuovi casi, 130 solo nell’Alessandrino, la provincia più colpita. Di questi, quasi la metà sono nel territorio intorno a Casale Monferrato dove sorgeva la fabbrica dell’Eternit, lo stabilimento più importante d’Europa insieme a quello di Cavagnolo.
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