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L'area protetta del Canavese si è trasformata in un rifugio per incontri piccanti?

Quest'ultimo sembra sia finito non benissimo...

L'area protetta del Canavese si è trasformata in un rifugio per incontri piccanti?

La riserva naturale della Vauda, a Volpiano, si è trasformata in una sorta di “parco del sesso”. 

Ne avevamo già parlato nel mese di gennaio ma negli ultmi giorni i residenti hanno segnalato un nuovo “ritrovamento”.

Un preservativo abbandonato e poco distante una dentiera, quasi come se l’incontro fosse finito male...

C’è chi si lamenta, - scrive una cittadina su Facebook - con ragione, se i padroni dei cani non raccolgono i bisogni dei loro amici a quattro zampe per le strade del paese. Oggi invece lamentiamoci di quelli che la notte vanno in Vauda e ci lasciano i prati in queste condizioni. Questo è quello che troviamo molto spesso la mattina in questo prato. Visto che ci siamo stufati di raccogliere i vostri residui, fateci il favore, con l’anno nuovo portateli via! (C’è un cestino proprio vicino alla chiesetta!) Buon anno a tutti!”.

E sono tanti i residenti che raccontano di un fenomeno tutt’altro che sporadico. Ogni giorno, al mattino, all’interno dell’area protetta si trovano “rifiuti” derivanti da rapporti sessuali praticati all’aperto.

Tutto avviene all’interno di un’area protetta

La riserva occupa la parte centrale dei pianalti che caratterizzano la zona settentrionale ai piedi del ghiacciaio delle Valli di Lanzo. L’intera area, chiamata “Vauda” forma un triangolo tra Balangero, Rocca Canavese e Volpiano. 

Quasi metà della zona protetta è proprietà del Demanio Militare da circa 185 anni come poligono militare, ma negli ultimi decenni, caduto in disuso, è stato utilizzato molto sporadicamente per esercitazioni e prove di materiali.

La Regione Piemonte ha protetto l’area nel 1993, come Riserva Naturale Integrata. Ha una superficie di 2.600 ha e interessa i comuni di San Carlo Canavese, Nole, Vauda Canavese, Front, Rivarossa, San Francesco al Campo e Lombardore.

L’area è caratterizzata da un’ampia zona pianeggiante punteggiata di stagni e laghetti, con numerose bassure e ristagni di rii di drenaggio, che ricordano nell’insieme la baraggia vercellese.

Notevole interesse naturalistico rivestono le zone umide e a brughiera (relitti di brughiera pedemontana) caratterizzate da una vegetazione di tipo steppico a base di eriche e graminacee con l’associazione di numerose specie botaniche non rare, ma non eccessivamente diffuse. 

Anche l’aspetto archeologico riveste notevole interesse, pur essendo stati fatti fino ad ora soltanto sporadici sondaggi che hanno comunque fatto rilevare la presenza di reperti celtico-romanici.

Nonostante l’esistenza di elementi di elevato valore naturalistico e di vincoli per la loro tutela, 70 ettari di superficie di proprietà del Demanio militare sono stati trasformati in un impianto fotovoltaico. A questo progetto si erano opposte diverse delle comunità locali ed il mondo naturalistico.

L'area della Vauda

Non è la prima volta che parliamo di sesso all’aperto a Volpiano

Il sesso all’aperto, il carsex, il sesso in camporella. Fa quasi strano che, al giorno d’oggi, con tutte le app disponibili, qualcuno si ritrovi ancora all’aperto per “consumare” ma tant’è. 

È questo il feticcio degli esibizionisti, degli scambisti, delle persone di ogni orientamento sessuale che amano “accoppiarsi” all’aperto e magari anche essere guardati durante l’atto. 

Tempo fa avevamo parlato di una sorta di “parco del sesso” presente a Caselle, lungo i bordi del fiume Stura. Qualcosa del genere esiste anche a Volpiano, nella zona dei “laghetti artificiali”, praticamente nei pressi del deposito dell’Eni.

Qui tra vecchie cisterne, stradine e boschetti si ritrovano gli omosessuali.

La zona, infatti, è conosciuta come tale e anche sui siti specializzati viene descritta così: un luogo di ritrovo per il carsex e il sesso omosessuale tra i boschetti presenti in zona.

E, dunque, spulciando sul web, ci siamo imbattuti in alcuni siti “specializzati” che recensiscono questa zona. 

Uno di questi è “Annunci69” e qui le recensioni non mancano e arrivano fino ad un mese fa.

La zona, infatti, è frequentatissima da moltissimi anni. La descrizione, qui, rispetto al “sito” di Caselle è più stringata, c’è solo un “A piedi di giorno”.

Le descrizioni, però, sono piuttosto esplicite. 

“Io in qualsiasi orario - scrive uno dei frequentatori un mese fa - ho trovato sempre qualcuno che mi ha fatto divertire… basta scendere dalla macchina entrare nel boschetto e inizia la festa, posto consigliato”.

E poi ne arrivano altre, tutte risalenti all’ultimo mese...

Oggi ne ho preso uno..... finalmente”, “Ci vado spesso, - scrive un altro frequentatore qualche mese fa - posto tranquillo con molto punti per appartarsi..frequentato principalmente da maturi,raramente anche da qualche trav..posto consigliato”.

Le recensioni sui siti hard sono tantissime, risparmiamo qui quelle più esplicite ma è facile intuire che tipo di situazione ormai si presenti a chiunque voglia frequentare la zona anche solo per svagarsi o fare due passi.

Per carità, ognuno faccia quello che vuole ma è normale che una zona della città diventi una sorta di bordello a cielo aperto? È normale?

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