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Sanità
28 Febbraio 2024 - 10:30
La tragica morte di un bambino di 12 anni, avvenuta dopo essere stato visitato e dimesso dall'ospedale di Chivasso, ha acceso un faro sulla situazione critica dei pronto soccorso e, in generale, della sanità italiana. Non è la prima volta che una simile tragedia si verifica in questo ospedale: lo scorso anno, una signora ricoverata era caduta da una barella ed è morta. La rabbia e la frustrazione dei cittadini sono palpabili, e non a torto.
Il sistema sanitario nazionale (SSN) è in affanno da tempo. La carenza di personale medico e infermieristico, i tagli alle risorse e la burocrazia asfissiante hanno portato ad un collasso che si manifesta in tempi di attesa biblici per visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici. Un cittadino su tre è costretto ad aspettare più di un mese per una visita specialistica, e i tempi di attesa per un intervento chirurgico possono superare i sei mesi.
I cittadini si sentono impotenti di fronte ad un sistema che non risponde alle loro esigenze. Prenotarsi una visita è un'impresa quasi impossibile, se non si decide di pagare privatamente – un brutto segnale che significa: "Solo se paghi ti curiamo". Le liste d'attesa sono interminabili e spesso le persone si vedono costrette a rivolgersi al pronto soccorso anche per problemi di lieve entità, intasando ulteriormente un servizio già al collasso.
I pronto soccorso sono diventati l'unica valvola di sfogo per un sistema sanitario che non funziona. L'affollamento è cronico, con pazienti che aspettano ore, a volte anche giorni, per essere visitati. Medici e infermieri sono sottoposti a uno sforzo enorme, con il rischio di errori e malasanità. Un recente studio ha rilevato che in media un paziente in pronto soccorso aspetta 8 ore per essere visitato, e che il 40% dei pazienti viene dimesso senza una diagnosi definitiva.
La morte del bambino è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La rabbia dei cittadini è rivolta non solo al sistema sanitario, ma anche ai politici che non hanno saputo o voluto risolvere i problemi della sanità pubblica. In un sondaggio condotto a livello nazionale, il 70% degli italiani ha dichiarato di essere insoddisfatto del sistema sanitario.
È evidente che la situazione non è più sostenibile. Serve un cambio di rotta radicale, con un investimento massiccio nella sanità pubblica, l'assunzione di nuovo personale e una riorganizzazione del sistema che lo renda più efficiente e accessibile a tutti. La speranza è che la tragedia di questo bambino non sia stata vana e che serva da monito per un cambiamento urgente e necessario.
Solo con un impegno serio e concreto da parte del governo e di tutti gli attori coinvolti sarà possibile migliorare la sanità italiana e garantire a tutti i cittadini il diritto ad un'assistenza sanitaria di qualità. La salute è un diritto fondamentale di tutti i cittadini e non può essere sacrificato sull'altare dell'austerità e della disorganizzazione.
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