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Centrosinistra trionfa in Sardegna, in Piemonte il Pd invoca l’unità ma il M5s "li manda a quel paese"

Sempre più lontana la possibilità di una grande alleanza di centrosinistra

Alberto Cirio e Chiara Appendino

Alberto Cirio e Chiara Appendino

La vittoria di Alessandra Todde alla guida della Sardegna ha scosso il panorama politico nazionale e regionale. Il centrosinistra, dopo anni di sconfitte, ha conquistato una regione storica della destra, grazie all’alleanza tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Un risultato che fa ben sperare il Pd in vista delle elezioni regionali in Piemonte, previste per il prossimo 9 giugno. Ma il M5s, che in Sardegna ha accettato di fare da spalla al Pd, in Piemonte non sembra disposto a ripetere la stessa formula.

Il segretario regionale del Pd, Marco Rossi, ha salutato con entusiasmo il successo di Todde, definendolo “un ottimo segnale” e un “modello da seguire”. “La vittoria della coalizione di centrosinistra in Sardegna dimostra che la destra si può battere se si crede in un progetto comune e si lavora per realizzarlo. Lo si fa mettendo al centro ciò che unisce e guardando alle differenze come valore, in linea con lo spirito europeista che ci contraddistingue”, ha dichiarato Rossi, invitando il M5s a “fare uno scatto di responsabilità” e a “trovare una sintesi” con il Pd. “Uniti si può vincere, anche in Piemonte. Anche i piemontesi meritano di poter scegliere un progetto che metta al centro sanità pubblica, trasporti, diritto allo studio, transizione ecologica e digitale e lavoro”, ha aggiunto Rossi, sottolineando l’urgenza di decidere “mettendo al centro l’interesse dei piemontesi”.

Anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, esponente di spicco del Pd piemontese, ha espresso la sua soddisfazione per il risultato sardo, sottolineando l’importanza di “essere uniti e portare avanti i temi legati a lavoro, sviluppo, sanità pubblica e ambiente”. Lo Russo ha anche elogiato il lavoro svolto dal governatore uscente della Sardegna, Christian Solinas, che ha saputo “governare con equilibrio e competenza, senza cedere alle sirene populiste”.

Ma il M5s piemontese non sembra intenzionato a replicare l’alleanza giallorossa che ha funzionato in Sardegna. La capogruppo del Movimento in consiglio regionale, Sarah Disabato, ha ribadito che “qui siamo in Piemonte e la realtà è ben diversa”. Disabato ha negato che ci sia alcun collegamento tra il percorso del M5s in Sardegna e quello in Piemonte, dove il Movimento punta a vincere da solo, senza allearsi con nessuno.

“Le logiche spartitorie, tanto care ad altre forze politiche, non appartengono minimamente al Movimento 5 Stelle. Noi ascoltiamo e rispettiamo la voce dei territori e ci confrontiamo sui temi e sui contenuti”, ha affermato Disabato, aggiungendo che “le convergenze non si costruiscono per battere qualcuno, ma per offrire un progetto serio e concreto ai cittadini”.

La posizione del M5s piemontese è stata confermata anche dalla vicepresidente nazionale del Movimento e ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, che ha ringraziato Alessandra Todde per il “risultato storico” ottenuto in Sardegna, ma ha anche precisato che “la Sardegna è in ottime mani” e che il M5s non ha bisogno di altri alleati per governare bene.

Appendino ha poi lanciato una stoccata al Pd, accusandolo di non aver ricambiato i passi in avanti fatti dal M5s in questi mesi. “Ad oggi le risposte che aspettavamo dal Partito Democratico non sono arrivate, se non in parte e a mezzo stampa da alcuni esponenti. Dispiace che il Pd non abbia colto l’occasione di una collaborazione costruttiva per il bene del Paese e del Piemonte”, ha dichiarato Appendino.

La verità è che in caso di "alleanza" il candidato a governatore naturale sarebbe proprio lei. Appendino, infatti, è considerata una delle figure di spicco del Movimento 5 Stelle e una delle possibili eredi di Giuseppe Conte, di cui è stata sottosegretaria e viceministra nel suo governo.

La sua presenza all’incontro di venerdì con il Pd potrebbe essere interpretata come un segnale di apertura, ma anche come una mossa per rafforzare il suo ruolo all’interno del Movimento e per preparare la sua scalata “romana”. Appendino, di fatto, ha sempre ribadito la sua fedeltà al progetto di Conte e la sua volontà di collaborare con il Pd, purché si rispettino le linee guida del Movimento. La sua candidatura a governatrice, dunque, sembra ancora lontana, ma non impossibile.

Morale? In Piemonte il centrosinistra dovrà fare i conti con la resistenza del M5s, che non sembra disposto a cedere il passo al Pd. Il governatore uscente, Alberto Cirio, candidato alla riconferma per il centrodestra, ha già fatto sapere di essere pronto a sfruttare le divisioni tra i suoi avversari.

“La vittoria del centrosinistra in Sardegna non cambia nulla in Piemonte, dove il centrodestra è unito e forte, mentre il centrosinistra è diviso e debole. Il M5s ha dimostrato di essere inaffidabile e inconcludente, mentre il Pd ha perso ogni credibilità e rappresentanza. Noi siamo l’unica alternativa credibile per il Piemonte, una regione che ha bisogno di continuità e stabilità”, ha dichiarato Cirio, che punta a riconfermare la maggioranza che lo sostiene in consiglio regionale.

La sfida per il Piemonte si preannuncia dunque incerta e combattuta, con il centrosinistra che cerca di cavalcare l’onda della vittoria in Sardegna, il centrodestra che si difende sostenendo il suo bilancio di governo e il M5s che tenta di imporsi come forza autonoma e alternativa. Una partita che si giocherà sui temi, sui candidati e sulle alleanze, ma anche sulle emozioni e sulle aspettative dei piemontesi, chiamati a scegliere il loro futuro.

Tra le voci del centrosinistra piemontese che hanno celebrato la vittoria di Todde, c’è anche quella della vicepresidente dem del Senato, Anna Rossomando, che ha definito “importantissima” la vittoria dell’alleanza progressista in Sardegna.

“Il messaggio è chiaro: con unità e candidati competitivi la destra è battibile”, ha affermato Rossomando, auspicando che questo risultato “dia una spinta anche in Piemonte, dove è urgente riconvocare il prima possibile il tavolo per mettere in campo un programma alternativo condiviso, un’alleanza larga e una candidatura forte e competitiva”. “Con queste precondizioni la partita è apertissima”, ha aggiunto Rossomando, che ha ricoperto il ruolo di assessore regionale alla cultura nel governo di Sergio Chiamparino.

Anche Sinistra ecologista, la lista civica che sostiene il sindaco di Torino Lo Russo, ha espresso la sua soddisfazione per il risultato sardo, definendolo una “prospettiva che noi auspichiamo da tempo”.

La capogruppo in Comune e il coportavoce di Sinistra ecologista a Torino, Alice Ravinale e Emanuele Busconi, hanno sottolineato che “la destra si può battere, se in campo c’è un’alleanza progressista larga e competitiva”.

“Ora tocca alle stesse forze politiche e alle tante energie civiche del nostro territorio fare la stessa cosa in Piemonte, con la consapevolezza che stare insieme può generare entusiasmo e fiducia”, hanno detto Ravinale e Busconi, attaccando il governo di Cirio e della destra, accusato di essere “negazionista, revisionista, oscurantista e amico delle lobby”.  “Uniti possiamo farcela”, hanno concluso.

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