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Il caso
27 Febbraio 2024 - 14:01
"C'è un rimborso da 26,95 euro a servizio, un taxi da Venaria al Maria Vittoria costa di più". Non va per il sottile Walter Candela, della Croce Reale Venaria. L’associazione venariese si ritrova a gestire 4 sedi (Venaria, Lanzo, Viù, Robassomero), 27 mezzi, 7 dipendenti e un centinaio di volontari.
Il problema è sempre lo stesso: per le associazioni del territorio che mandano ambulanze su tutta la provincia di Torino i soldi non ci sono, quando arrivano sono pochissimi e le tempistiche sono lunghe, lunghissime. Un esempio? Da dicembre le associazioni di volontariato che garantiscono il servizio di emergenza non hanno visto un euro di rimborsi.
Il costo di una corsa in taxi da Venaria all'Ospedale Martini è simile a quello rimborsato ad ogni ambulanza
In Piemonte, le associazioni di soccorso, come la Croce Reale Venaria, stanno affrontando una serie di difficoltà finanziarie a seguito di cambiamenti nelle convenzioni con Azienda Sanitaria Zero. La situazione critica riguarda i servizi di ambulanza erogati su richiesta della Centrale operativa 118 che continuano ad essere garantiti dalle associazioni, nonostante la cessazione dei rimborsi spese a partire dal primo gennaio 2024.
"Non ci sta arrivando niente - sbotta Walter Candela della Croce Reale di Venaria - Non possiamo vivere così, con i ritardi e le dimenticanze della Regione. Parliamo di soldi che ci devono venire rimborsati. Siamo associazioni di volontariato che per normativa non potrebbero investire un centesimo in proprio. Noi spendiamo, investiamo e poi loro ci rimborsano con tempi lunghi. Noi non siamo un'azienda, non abbiamo la capacità per far fronte a certe spese da soli. Da Azienda Zero ci hanno detto che sperano di arrivare ad una soluzione del problema ma noi, nel frattempo, non prendiamo un centesimo. Lunedì pomeriggio hanno mandato una pec dove ci dicono che per problemi interni ci pagheranno ad aprile. Mi pare assurdo! Tu non puoi rimborsare un servizio a carico della Regione con 90 giorni di ritardo all’associazione".
Fino al 31 dicembre 2023, le associazioni ricevevano regolarmente una nota di rimborso da parte del 118 per i servizi effettuati, consentendo loro di coprire le spese operative in modo tempestivo. Tuttavia, con il passaggio delle convenzioni ad Azienda Sanitaria Zero, questa pratica è stata interrotta, causando disagi crescenti alle associazioni.
Azienda Zero ha ammesso che l'emissione degli ordini telematici per il 2024 è stata ritardata per esigenze organizzative non specificate. Il pagamento delle fatture relative a gennaio avverrà solo entro il primo aprile.
Le associazioni, sebbene prendano atto dei 60 giorni previsti, evidenziano che in precedenza la Città della Salute effettuava i rimborsi in tempi più rapidi. Ora, invece, devono affrontare nuove regole, e il problema principale è rappresentato dai costi: è complicato stare in piedi senza rimborsi o con rimborsi da fame.
Walter Candela, Croce Reale Venaria
La Croce Reale di Venaria attende diverse decine di migliaia di euro.
"Per noi si tratta di oltre 30 mila euro al mese, - continua Candela - se sto fuori tre mesi sono 90-100 mila euro. Per una struttura come la nostra vuol dire andare a scatafascio. Io faccio benzina, pago la sede, le assicurazioni, la manutenzione delle ambulanze, sono soldi che servono per mantenere in piedi la struttura. Questa volta finiamo in piazza, sotto la Regione perché siamo arrabbiatissimi. Ma poi i rimborsi sono bassissimi, costa più un taxi che un nostro rimborso. L’ultimo rimborso ci è stato pagato da Città della Salute a fine 2023 (sempre corretta e precisa nei pagamenti, aspettavamo al massimo a 30 giorni) ora non si può stare in piedi per quello che ci viene rimborsato e nei tempi in cui avviene. Non è possibile che siamo ridotti a questo punto. Io non ho niente contro nessuno però non è logico che questi signori si comportino in questo modo. Cirio e Icardi mettano mano ai fondi, se non li hanno cambino mestiere".
Siamo di fronte all'ennesimo racconto che segnala una sanità al collasso. Le associazioni hanno un rimborso di 26,95 euro fissi per ogni corsa, più un euro a chilometro dalla partenza al rientro in sede. Una cifra che comprende tutto: dall’acquisto delle divise, alla manutenzione dei mezzi, al carburante.
"Noi - conclude Candela - facciamo in media 600 interventi al mese, io spendo 300-400 euro al giorno di gasolio. Stiamo sopravvivendo perché facciamo qualche trasporto privato perché diversamente non so come andare avanti. Ti posso dire anche dove siamo ora: ho una macchina a La Cassa, una è a Travers, l’altra è al Martini, l’altra è a Rivalta. Non c’è un’ambulanza in giro per il mondo e noi copriamo interventi su tutta la provincia di Torino. Poi le persone si arrabbiano ma noi come facciamo ad arrivare prima? C’è una mancanza cronica di ambulanze, medici, infermieri".
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