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Mara, donna trans insultata e denigrata. "Adesso lavoro in Comune, grazie a chi ha creduto in me"

Dagli insulti alla "rinascita". "Il mio percorso comincia a fine anni '80. Le discriminazioni? Sì ci sono"

Mara, donna trans insultata e denigrata. "Adesso lavoro in Comune, grazie a chi ha creduto in me"

Arriva da San Francesco al Campo la storia di Mara Martiradonna, donna transessuale discriminata per anni per via delle sue scelte di vita. Adesso, però, Mara è riuscita ad ottenere un lavoro in Comune dove, come ci dice lei “ho trovato persone che mi hanno accolta e seguita, senza di loro nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile”. 

La storia di Mara comincia a fine anni Ottanta, all’incirca il periodo in cui è iniziata la sua transizione da uomo a donna. 

Il mio percorso è partito in quegli anni lì. Le discriminazioni? Sì ci sono state - ci spiega Mara, raggiunta al telefono -  lavoravo in una ditta che faceva carte all’ingrosso per tipografie e mi hanno costretta a licenziarmi. Sembrava quasi fosse un problema avere una persona come me. Negli anni io mi sono anche prostituita e no, non me ne vergogno. Le persone che hanno fatto una scelta come la mia sono discriminate, non è facile essere visti semplicemente come una “donna” o un “uomo”, anche se dopo anni di interventi e ormoni l’anagrafe dice quello”. 

Mara Martiradonna, residente a San Francesco al Campo

Da qui, il percorso non è stato semplice: le possibilità lavorative per Mara sono state limitate. “Le persone trans ad oggi purtroppo subiscono ancora discriminazioni: le opportunità sono diverse e per quanto sui documenti io oggi sia donna, che dopo tanti anni di lotte è una conquista, non da tutti vengo vista in questo modo”. 

La transizione non è stata leggera: operazioni chirurgiche e trattamenti ormonali, il tutto per riuscire a riconoscere “la propria immagine allo specchio”, come ci ha spiegato la signora Martiradonnna. 

Mi sono sempre sentita in questo modo, anche da bambino mi acconciavo. Così ci nasci, te lo senti fin da piccolo - ci dice lei - da quando mia mamma è mancata però sono rimasta da sola, anche alcuni amici si sono allontanati. Con i miei vicini di casa ho avuto problemi: sono stata aggredita sia verbalmente che fisicamente, con tanto di denunce. Una volta mi sono messa in macchina e ho rischiato un incidente perché le viti delle mie ruote erano state staccate. I soprusi ci sono, sotto gli occhi di tutti”.

 

Nonostante le difficoltà però, per Martiradonna a novembre dell’anno scorso si è aperto uno spiraglio di luce: ha cominciato a lavorare in Comune a San Francesco al Campo. 

Tengo particolarmente a ringraziare il dottor Carlo Mura, la dottoressa Giusi Palermo, i dipendenti dell’amministrazione locale e della polizia - dice - al momento ho un contratto part-time in Comune e con la Polizia Municipale, faccio l’impiegata e mi sto anche specializzando con un corso di informatica. In Comune ho trovato persone che hanno creduto in me, senza nessun pregiudizio. Sono stata fortunata e sono grata a loro per questa opportunità. Spero che la mia storia tocchi le coscienze di chi è prevenuto nei confronti di chi non si omologa. Siamo tutti diversi, ognuno con la sua unicità”. 

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