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Il caso
15 Febbraio 2024 - 17:41
La stazione di Settimo Torinese e i tanti pendolari vittime di ritardi e cancellazioni
Ne parliamo da tempo: il servizio ferroviario per gli abitanti della prima cintura torinese è pessimo. Problemi, ritardi, disagi, treni cancellati e tanto altro. Ora c'è anche un report nazionale che certifica, nero su bianco, il problema. Si tratta di "Pendolaria": l'analisi di Legambiente che ogni anno racconta la situazione del trasporto ferroviario regionale.
Ebbene: tra le linee peggiori d'Italia c'è la Sfm2 la linea che collega Pinerolo e Chivasso, passando, nel mezzo, per Settimo Torinese.
"Linea - si legge nel rapporto - tra le piemontesi con il maggior numero di utenti all’anno, è al tempo stesso la linea che più registra ritardi e soppressioni a livello di servizio ferroviario metropolitano. Da tempo sarebbero necessari degli interventi infrastrutturali coerenti con le necessità del territorio, quali il raddoppio del binario, ma soprattutto un modello di gestione più efficace. Tra le urgenze rientrano la puntualità e la qualità del materiale rotabile".
Secondo l'analisi, poi, resta un problema di fondo: "Un servizio insufficiente per numero di corse (da e verso Torino, Milano, Novara e Genova) sia nei confronti dei pendolari che dei turisti o l’impossibilità di usare il treno per fruire di attività culturali, per l’assenza di corse serali. A questo si aggiunge la scarsa qualità del trasporto visti i frequenti ritardi e guasti ai treni".
Sul problema della Sfm2, qualche settimana fa, era intervenuta così la Sindaca di Settimo, Elena Piastra: "Sono frequenti ritardi e cancellazioni sulla linea SFM1 e SFM2. Per ripensare l’area nord le infrastrutture servono eccome: abbiamo bisogno che Stura sia un nodo vero del trasporto locale e non solo, ad esempio sarebbe importante se lì fermasse il Frecciarossa qualche volta al giorno (come avviene nelle stazioni più esterne di Milano, ad esempio Rogoredo). Perdere infrastrutture rende sempre più periferici i territori e scegliere di ridurre i servizi è una chiara scelta di disimpegno".
Nonostante gli investimenti effettuati tramite risorse europee, nazionali, regionali e di Trenitalia attraverso i contratti di servizio, l’età media dei treni circolanti torna a salire, seppur di poco, a 15,8 anni; bisogna ricordare che solo nel 2016 la media era di 18,6 anni e che sono alcune specifiche situazioni a pesare sulla media, in particolare Lazio e Campania, a causa delle flotte dei treni dei gestori delle ex ferrovie concesse. Le corse dei treni regionali e l’età media dei treni al Meridione sono ancora distanti dai livelli del resto d’Italia, in particolare la media di 18,1 di età dei convogli, in calo rispetto a 19,2 anni del 2020 e dei 18,5 del 2021, è ancora molto più elevata dei 14,6 anni del nord.
Il numero di treni regionali in servizio nel 2022, considerando tutti i gestori, è di 2.674, sugli stessi livelli del 2020 e in calo rispetto ai 2.788 del 2021. Si tratta di un dato che riflette, in molte regioni, le dismissioni dei rotabili più vecchi; nonostante gli investimenti effettuati tramite risorse europee, nazionali, regionali e di Trenitalia attraverso i contratti di servizio, l’età media dei treni circolanti torna a salire, seppur di poco, con 15,8 anni, ma va ricordato come solo nel 2016 la media era di 18,6 anni.
In Piemonte, stando ai dati di Legambiente, nel 2022 si contavano 716 corse al giorno. Nella Regione ci sono 175 treni con un'età media di 16,1 anni. Il 53% dei mezzi ha più di 15 anni.
"Serve fare uno sforzo aggiuntivo sulle risorse economiche fino al 2030 - spiegano da Legambiente - con nuovi finanziamenti pari a 500 milioni l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale (per acquisto e revamping dei treni) e 2,5 miliardi l’anno (per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane). Le risorse si devono recuperare dai sussidi alle fonti fossili e inquinanti, ad esempio, da quelli per l’autotrasporto, dalla fiscalità di vantaggio di cui gode il gasolio, oltre che ripensando a progetti stradali e autostradali dannosi per l’ambiente e per l’economia".
12 linee peggiori: Tornando al report e alle 12 linee ferroviarie peggiori 2024, oltre alle quattro del Meridione (ex linee circumvesuviane, la linea Catania- Caltagirone-Gela, la linea Jonica, la tratta Barletta-Trani-Bari), ci sono anche: la Roma–Lido, la Roma Nord, la Milano-Mortara, la Genova-Acqui-Asti (che vede ancora 46 km di binario unico sui 63 totali), la Verona-Rovigo, e come new entry la Ravenna-Bologna, la Pinerolo-Torino (linea tra le piemontesi con il maggior numero di utenti all’anno, è al tempo quella che registra ritardi e soppressioni a livello di servizio ferroviario metropolitano) e il suo proseguimento Pinerolo-Torre Pellice la cui riattivazione del servizio, sospeso nel 2012, era incluso nel contratto per il servizio ferroviario metropolitano siglato dalla Regione e RFI nel 2019, ma la procedura è ancora ferma alla fase progettuale; la Grosseto-Siena dove permangono ancora rallentamenti e disagi per i viaggiatori.
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