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Il caso
31 Gennaio 2024 - 14:12
Stazione di Porta Susa a Torino
L'inflazione scende ma continua a impattare pesantemente sulle finanze dei residenti di Torino e della provincia, in particolare per i pendolari che, per esigenze lavorative, utilizzano quotidianamente i treni regionali e gli autobus extraurbani. La prossima estate si preannuncia più onerosa del solito per loro, poiché, dal 1° luglio, il costo dei biglietti singoli e degli abbonamenti subirà un incremento di quasi il 3,6%. Tale decisione è stata recentemente ratificata dall'Agenzia per la Mobilità Piemontese, il consorzio responsabile del trasporto locale per conto di Regione, comuni, Città Metropolitana e Province. Sebbene il rialzo debba ancora essere formalmente approvato nella prossima assemblea, ciò è considerato un passaggio formale.
Si tratta di una vera e propria batosta, in particolare per i pendolari della prima cintura torinese. Parliamo di utenti che, ogni giorno, si ritrovano a sopportare servizi davvero scadenti, come quello della Canavesana che collega Rivarolo, Volpiano, Settimo Torinese, Torino e Chieri.
Questo aumento, noto come "caro-tariffe", è regolamentato da una legge regionale del 2013, che consente adeguamenti tariffari in base all'inflazione programmata dal Governo nell'anno precedente. La sua applicazione effettiva è stata implementata solo negli ultimi cinque anni, principalmente a causa di un notevole aumento del tasso inflattivo dal 2021 in poi. Questo ha reso necessario un adeguamento dei prezzi. Gli incrementi prossimi, a luglio, implicheranno che per un treno regionale di seconda classe un biglietto singolo costerà 10 centesimi in più entro i 5 chilometri di percorrenza, salendo a 40 centesimi nella fascia compresa tra i 125 e i 150 chilometri. Di conseguenza, il rialzo settimanale sarà tra i 30 centesimi e 1,40 euro, mentre per il mensile oscillerà tra 1,50 e 5,50 euro, e per l'annuale da 11,50 a 45 euro. Questo aumento del quasi 3,6% si somma agli adeguamenti già applicati nel 2022 (+5,45%) e nel 2023 (+5,88%).
Cristina Bargero, presidente dell'Agenzia per la Mobilità Piemontese, spiega alla Stampa: "L'adeguamento inflattivo non può di certo fare piacere agli utenti, ma si tratta di un atto obbligatorio che è previsto dalla legge, necessario anche per mantenere l'equilibrio economico dei contratti che abbiamo stipulato con le aziende. Abbiamo cercato di contenere gli aumenti soprattutto sugli abbonamenti e, in linea generale, di mantenerli più bassi rispetto all'inflazione reale".
Gli incrementi di quest'anno riflettono la revisione del tasso inflattivo al 5,6% registrato a settembre scorso e la previsione per il 2024, che si attesta al 2,3%, determinando un aggiustamento medio del 3,6%. I nuovi prezzi si tradurranno in un aumento del costo di una corsa semplice su Torino, passando da 1,90 a 2 euro, e simili adeguamenti saranno applicati anche ai bus extraurbani.
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