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Il caso

Muore in un attentato terroristico, l'indennizzo arriva 9 anni dopo!

L'incredibile storia di una donna deceduta a Tunisi alcuni anni fa

Muore in un attentato terroristico, l'indennizzo arriva 9 anni dopo!

Antonella Sesino, 53 anni, residente a San Mauro all'epoca dei fatti

L’odissea burocratica per l’ottenimento dell’indennizzo destinato alle vittime di terrorismo sembra giungere finalmente a una conclusione per i familiari di Antonella Sesino, dipendente del Comune (e residente a San Mauro all’epoca dei fatti) di Torino uccisa nell’attentato al museo del Bardo di Tunisi il 18 marzo 2015. Dopo la denuncia formulata la settimana scorsa da Giacomo, figlio della vittima, su La Stampa, la direzione regionale dell’Inps ha confermato che il percorso burocratico è stato ultimato. 

Il trattamento di fine servizio, maggiorato per legge di 10 anni, verrà liquidato nelle prossime settimane, quasi nove anni dopo l’attacco che ha causato la morte di 21 turisti stranieri, inclusi due torinesi.

Finalmente siamo giunti all’ultimo atto di una vicenda che per noi rappresenta un abisso di dolore”, ha commentato Giacomo alla Stampa, parlando anche a nome del fratello Simone e del padre Lorenzo. “È stata una giornata che ha cambiato irrimediabilmente le nostre vite, da cui ci siamo sollevati con sofferenza e grande fatica. Ora, soprattutto, possiamo guardare al futuro e rendere omaggio alla nostra cara madre. Non ci interessano i soldi, né la cifra esatta. Vogliamo solo voltare pagina e mettere definitivamente alle spalle quel maledetto 18 marzo”.

La camera ardente con l'allora Sindaco di San Mauro, Ugo Dallolio

L’Inps del Piemonte ha sottolineato alla Stampa: “Si sono seguite procedure complesse coinvolgendo anche altri enti”. Dalla direzione regionale dell’Istituto hanno aggiunto che, grazie alla comunicazione del Comune di Torino che ha trasmesso la nota della Prefettura relativa alla sentenza di primo grado confermando la matrice terroristica dell’atto criminoso del 2015, è stato possibile accertare la presenza di tutta la documentazione necessaria. Di conseguenza, la sede di Torino ha proceduto con la liquidazione della pratica, informando i familiari sui tempi di erogazione dell’indennizzo.

Questa comunicazione è giunta dopo un lungo scambio di comunicazioni tra Barbero e l’Inps negli ultimi mesi, spesso senza risposte soddisfacenti. “Alla fine di marzo”, ricordava il figlio di Antonella Sesino a La Stampa, “il Comune di Torino, dove mia madre lavorava dagli anni ‘80, ci aveva anticipato la liquidazione del trattamento di fine servizio. Mancava solo l’autorizzazione dalla direzione generale responsabile dei Tfr. Poi, silenzio. Ad agosto, dopo un incontro negli uffici dell’Inps, mi era stato promesso un riscontro entro un mese. Ma ho ricevuto solo silenzio, senza risposte alle mie email”.

Anche l’Aiviter, l’Associazione italiana vittime di terrorismo, si era interessata alla vicenda tramite il suo presidente Roberto Della Rocca, non comprendendo il motivo di questo protrarsi nel tempo che negava un diritto sancito per legge. “Tutto è bene quel che finisce bene,” ha commentato il presidente sabato su La Stampa, “e non posso che accogliere con gioia questa notizia, la rapida e pacifica soluzione di un confronto con l’Inps che finalmente ha riconosciuto una prerogativa giusta e sacrosanta”.

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