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Un Natale particolare
25 Dicembre 2023 - 16:22
L'incendio di Ceres
Saranno l'una o le due di notte quando il sindaco di Fiano Luca Casale esce di casa per cercare di capire cosa stia succedendo. Le raffiche di vento fanno sbattere le tapparelle, e qualche cittadino comincia a sentire i rumori degli alberi che cadono e delle coperture degli edifici che volano via.
Venerdì scorso è cominciato tutto così. Alle tre e mezza di mattina la velocità delle raffiche di föhn sul territorio di Fiano si alza fino a raggiungere i 143 chilometri orari. Un valore storico, mai così alto: a Balme nel 1999 il vento aveva raggiunto i 120, ed era il massimo che fin'ora si ricordi.
La conta dei danni comincia già nella notte: le case scoperchiate, il polisportivo devastato, le lamiere volate a centinaia di chilometri di distanza.
I danni provocati dal vento a Fiano
I danni non si contano solo a Fiano, il Comune più colpito. Ne soffre tutto il ciriacese. Ma il peggio pare passato, e invece no. Prima dell'alba tra Traves e Pessinetto prende vita un incendio di quelli che la popolazione locale ha visto raramente. Mettici il fatto che piove poco e la vegetazione è secca, mettici l'incuria nella gestione dei boschi, mettici il vento, ed ecco fatto.
Arrivano i primi allarmi dalle amministrazioni comunali e dalla Protezione Civile: non allontanatevi da casa, fate attenzione, tenetevi aggiornati. Intanto in bassa valle le scuole vengono chiuse. Qui non ci sono gli incendi ma i paesi sono nel caos. Cittadini comuni e volontari si mettono all'opera per sollevare gli alberi dalle strade, mettere in sicurezza le case, ripristinare una parvenza di normalità.
Anche qui, il Comune di Fiano e quelli limitrofi invitano i cittadini a chiudersi in casa, anche per non intralciare le operazioni di soccorso. Alle 8 del mattino, tutti i sindaci delle alte valli di Lanzo sono sull'attenti. Il sindaco di Pessinetto Gianluca Togliatti non ha chiuso occhio, il sindaco di Traves Mario Cagliero corre da una parte all'altra, telefona alla collega di Germagnano Mirella Mantini, al sindaco di Lanzo Fabrizio Vottero e al vicino di casa di Pessinetto.
Iniziano ad arrivare i primi soccorsi. La giornata passa con i Vigili del Fuoco impegnati a lottare con le fiamme. Intanto a Traves, di fronte al Municipio, viene allestito il COC, Centro Operativo Comunale. Dentro ai locali comunali e agli spazi di un mezzo dei vigili del fuoco si radunano le teste pensanti. I sindaci, i capi del VVF e della Protezione Civile.
Cercano di mettere in piedi un piano per contrastare le fiamme: il pericolo che il fuoco avvolga le case c'è, e loro devono impedirlo. Intanto nell'altra vallata e nell'Oltrestura si continua a lavorare. Il sindaco di Viù Daniela Majrano pubblica su Facebook un avviso che sa di rassicurazione: stiamo lavorando per mettere in sicurezza le strade.
A Fiano le cose sono ancora critiche: "Siamo in una situazione drammatica, siamo completamente isolati" ci dice il sindaco Casale a telefono mentre sta in piedi su un cestello a 25 metri di altezza. I sindaci hanno preso in mano la situazione dalle prime ore, interpretando il loro ruolo sul solco della tradizione dei sindaci di montagna: sporcandosi le mani e lavorando per risolvere i problemi.
Lo sanno bene Cagliero, Togliatti, Vottero e Mantini. Nel corso della giornata di venerdì sorvegliano inquieti le fiamme che man mano scendono verso il basso e minacciano di portarsi via le case. Tutto è reso più difficile dalla mancanza delle linee telefoniche e della corrente in diverse frazioni dei paesi.
Il problema riguarda tutte e tre le Valli di Lanzo, la Val Malone, alcune borgate più isolate del ciriacese. Mentre cala la notte le fiamme diventano più evidenti. Percorrendo la Provinciale che si arrampica verso la val d'Ala ci si accorge delle lingue di fuoco che uccidono le piante e gli alberi ai lati della strada.
Lungo la strada è pieno di forze dell'ordine e di mezzi dei Vigili del Fuoco. Ogni tanto se ne vede qualcuno impegnato a sparare acqua sul fuoco con gli idranti. Ma il vento continua a soffiare: nel corso della giornata non ha mai smesso e non sembra voler smettere a breve.
Sono ore drammatiche: al Santuario di Sant'Ignazio di Pessinetto una gazzella dei Carabinieri presidia la strada che porta a uno dei punti dove le fiamme sono più intense. Da lì non si può passare. Ma la linea del fuoco pare solo una, quella tra Traves e Pessinetto.
E invece no. Attorno alle otto e mezza di sera un albero sradica un palo dell'alta tensione sul territorio di Ceres, all'inizio della val d'Ala. Le scintille danno fuoco a quel bosco che, così disordinato e trascurato, diventa una polveriera. Una foto che inizia a girare sui social network e sui media ritrae un serpente di fuoco pericolosamente vicino alle case di frazione Voragno.
Il sindaco Davide Eboli raduna tutti i volontari attorno a sé in frazione Voragno. Gli AIB iniziano a spegnere quello che possono in attesa dei Vigili del Fuoco. Tre squadre arrivano poco dopo. Nelle Valli di Lanzo e in val di Susa sono concentrati i Vigili del Fuoco di mezzo Piemonte.
Ai nostri microfoni Eboli lancia il suo j'accuse: dalla sua postazione a Voragno parla di incuria nella manutenzione del bosco, spesso di proprietà dei privati e dove il pubblico non può mettere mano. Trovandosi quindi impossibilitato a fare manutenzione preventiva per scongiurare gli incendi.
A Voragno le fiamme fanno paura per una notte intera, poi i volontari e i VVF riescono a spegnerle. La comunicazione arriva da Eboli il mattino dopo, attorno alle 4: è tutto a posto, l'incendio è stato spento.
A Traves e a Pessinetto intanto si continua a lottare con le fiamme. Sabato 23 il vento soffia ancora. L'aria nelle Valli e nel ciriacese intanto diventa irrespirabile: si raggiungono i livelli delle megalopoli asiatiche in termini di particelle inquinanti. La fuliggine ha macchiato la vista e l'olfatto degli abitanti per due giorni.
Intanto diversi cittadini di tutto il territorio continuano a restare senza corrente: chiedono aiuto, ma gli operatori di E-Distribuzione non sempre arrivano in tempi ragionevoli. Hanno i centralini intasati. Qualcuno riesce già a farsi ripristinare la corrente il sabato. Qualcuno deve aspettare la domenica.
Qualcun altro si aggiusta coi gruppi elettrogeni. Qualcun altro ancora sta aspettando, e spera che si faccia presto. Il weekend passa con i Vigili del Fuoco impegnati a contrastare quello che resta degli incendi. Quando cala la sera, i sindaci si attrezzano per comprare un panino a chi sta in prima linea a contrastare le fiamme.
Oggi chi abita nelle Valli di Lanzo guarda fuori dalla finestra e si accorge che il territorio non è più lo stesso. Le fiamme non ci sono più, ma manca qualche albero e la vegetazione non è più rigogliosa come prima. Qualche volontario AIB o della Protezione Civile ha ancora le mani sporche di fuliggine.
Per fortuna non ci sono stati morti, ma si è rischiato grosso. Ora tocca capire come fare perché questo non accada più. Ora tocca fare due riflessioni. Per intanto, buon Natale a tutti gli abitanti delle Valli di Lanzo. Fatevi un applauso, ve lo meritate.
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