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Diritti
24 Novembre 2023 - 16:33
Giancarlo Ferrari e, sullo sfondo, la residenza di Nole
Il prossimo 3 dicembre cadrà la giornata dedicata alla disabilità. Una ricorrenza che ha indotto Giancarlo Ferrari, presidente dell’associazione di Rocca Canavese Volare Alto, a fare qualche riflessione in merito al ruolo della disabilità nella società, oltre che in merito alla cura del disabile.
La nota che Ferrari ha inviato alla stampa contiene anche una brutta notizia: il progetto di creazione di una casa totalmente accessibile ai disabili, che era stato avviato in un edificio di Nole, al momento è fermo.
“Poco tempo fa - racconta Ferrari - ho incontrato un amico che mi chiese: ‘Ha ancora senso celebrare la giornata della disabilità?’. ‘Certo!’ risposi deciso e con convinzione. ‘Serve ad alcune persone a riconoscere e a rafforzare la dignità di chi è portatore di handicap, a rendersi consapevoli che lui ha una propria storia e riconoscergli i suoi diritti, perché la gente, credimi, se ne dimentica’”.
L’amico, racconta Ferrari, se ne andò con un sorriso scettico.
L’episodio serve al presidente per affermare come “noi disabili di continuo teniamo la testa alta, con caparbietà, quando siamo riconosciuti dagli altri come portatori di una propria individualità. Solo in questo modo i nostri diritti non vengono calpestati. Ne ho la prova nel ‘guidare’ l’Associazione Volare Alto. Osservo con gioia una forte volontà di impegnarsi per far valere le proprie ragioni e i propri obiettivi”.
I ragazzi di Volare Alto “riescono a trainare anche i loro genitori. Ma non è sempre facile. Riguardo alla politica, in questi ultimi anni il suo ‘sole’ ha brillato in maniera molto fiacca verso di noi. Ha preferito splendere solo da una parte e non dalla nostra. Ovvero ci ha illuso con importantissime ed eccellenti leggi che hanno il pregio di garantire la vita futura del disabile e che sono certamente invidiabili da alcuni paesi europei, ma che in molti casi sono inapplicate per un rigido impianto burocratico”.
Hanno tolto l’entusiasmo iniziale dissolvendolo come la neve al sole e provocando una forte delusione e un profondo senso d’impotenza in tutti coloro che credono nel valore della lotta per i diritti dei disabili.
“Credo - prosegue Ferrari - che in un paese moderno nel quale tutto si rinnova, si trasforma con una certa velocità, sia l’antitesi dell’immobilismo burocratico dove si vede l’inizio e mai la fine di ogni cosa”.
In questo vortice è caduto il tanto sospirato progetto della struttura per disabili di Nole, dove tutto è pronto per accogliere gli inquilini "ma dove ancora siamo lontani dal renderla del tutto funzionante: Per ora - dice Ferrari - è utilizzata solo per i laboratori settimanali. Ma il nostro sogno non svanisce nel nulla, anzi, le nostre storie si legano insieme per acquistare coraggio e potenza e sorpassare ogni montagna”.
L’arredamento della casa, che risponde a delle logiche precise e che sta al servizio completo del disabile che la dovrebbe abitare, era stato inaugurato l’anno scorso con l’obiettivo di fornire alle persone con disabilità un luogo dove fosse possibile autogestirsi, o quasi. Il progetto, chiamato “Mai soli”, non sta però andando in porto.
L'inaugurazione dei nuovi arredamenti della casa di Volare Alto
Al secondo piano dell’edificio, i locali sono ampi abbastanza per ospitare cinque persone, come previsto dalla Legge del 2016 chiamata “Dopo di noi”. Tra le altre cose, la Legge prevede l’istituzione di un Fondo, compartecipato da Regione, Enti Locali e associazioni, per la realizzazione di progetti di co-housing che favoriscano l’autonomia del disabile lontano dal nucleo familiare. Esattamente l’obiettivo di “Mai Soli”.
Ma l’ottenimento dei fondi per rendere accessibile un servizio del genere non è semplice. Il personale che si occupa dell’assistenza materiale agli ospiti costa come minimo 130 euro al giorno, e non è pensabile che questa cifra debba essere pagata dalle famiglie degli ospiti: sarebbe un problema serissimo di accessibilità alle fasce più deboli.
Per questo, “Volare Alto” sta cercando l’aiuto della Regione per finanziare la permanenza degli ospiti nella casa. Non sempre le risposte che vengono date vanno nella direzione del “sì”, e quindi l’associazione dovrà far valere le proprie istanze con ancora più forza.
“Una alternativa al nostro progetto potrebbe essere costituita dalla assistenza fornita dalle ‘badanti’ - spiega -. Peraltro la mia esperienza anche recente mi suggerisce che occorra una particolare attenzione e cautela nella scelta della persona adatta”. Non si tratta infatti solo di doti di “umanità” ma anche di affidabilità, di attitudine a saper gestire una persona invalida con le sue problematiche specifiche, e ad instaurare una relazione serena e proficua.
“Un aspetto delicato - conclude Ferrari - sta nel fatto che queste persone hanno alle spalle trascorsi problematici, se non burrascosi. Sarebbe utile, a mio avviso, che chi è deputato a svolgere attività di assistenza ricevesse, se non una formazione, almeno le nozioni fondamentali per assistere persone non autosufficienti. Penso anche al coinvolgimento di associazioni di volontariato, o meglio, ove possibile, a brevi corsi gestiti direttamente dalle Aziende Sanitarie”.
Ferrari non demorde, ma a leggere il suo grido di aiuto pare che la strada verso l’emancipazione dei disabili sia sempre più tortuosa.
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