Anche per le associazioni, sopravvivere ai tempi moderni può rivelarsi sempre più complicato. Non è soltanto una questione economica. E' sempre più complicato, infatti, star dietro alla burocrazia del "terzo settore". E' sempre più difficile trovare volontari e persone disposte a dedicare parte del proprio tempo.
E allora una soluzione può essere quella di unire le forze. Sciogliere i vecchi sodalizi e formarne di più grandi.
E' quello che è successo ieri sera, mercoledì 22 novembre, presso la sede di via dei Ribelli 19, a Borgofranco dov'è nata una nuova associazione culturale.
Si tratta del "Coro Bajolese - Centro Etnologico Canavesano" ed altro non è che la fusione dei due storici gruppi che nel tempo hanno profondamente arricchito il tessuto territoriale borgofranchese e canavesano.
L'iniziativa nasce dalla volontà di ottimizzare le risorse e risolvere le questioni gestionali. La nuova associazione manterrà intatte le preziose attività svolte in passato e questo sia per quel che riguarda l'ambito musicale che la ricerca relativa alla storia e alla cultura popolare locale.
All'incontro erano presenti i rappresentanti di tre comuni distinti: Borgofranco, Nomaglio e Rueglio, insieme a diversi soci. Questi hanno deliberato prima lo scioglimento delle due storiche associazioni, per poi procedere immediatamente alla costituzione del nuovo sodalizio.

A guidare questa nuova fase è stato eletto come presidente Gianni Giuseppe Vigliermo, affiancato da Giancarlo Biglia come tesoriere e Marco Bergonzi nel ruolo di segretario. Il consiglio sarà supportato da altri membri: Federico Fontana, Valter Deandreis, Sergio Cossettini e Amerigo Vigliermo, acclamato presidente onorario durante l'assemblea.
La nascita di questo nuovo ente, denominato "Coro Bajolese - Centro Etnologico Canavesano", rappresenta l'unione delle due realtà fondate nel 1966 e nel 1975.
Amerigo Vigliermo, direttore del coro di Bajo e fondatore del Cec, ha spiegato: "Con le recenti riforme nel terzo settore, il Cec, come associazione culturale, ha dovuto adeguarsi per poter accedere a sostegni finanziari e partecipare a bandi. Da qui la decisione di dare vita a questo nuovo ente che sarà registrato nel Registro unico nazionale del terzo settore".
Tra i progetti di spicco di questa nuova associazione, spicca l'idea di creare la "Cittadella delle cultura popolare canavesana", che prevede la fondazione di una casa editrice.
Il sindaco Fausto Francisca ha espresso entusiasmo riguardo a questa prospettiva: "Sarebbe limitante se il vasto patrimonio di testimonianze fotografiche, registrazioni e riprese video raccolte in oltre 50 anni in tutto il Canavese da Amerigo Vigliermo e dai suoi collaboratori rimanessero confinati negli archivi del Cec. Questo materiale documentario riguarda tematiche quali il lavoro, l'emigrazione, le feste, i riti e altre espressioni della gente canavesana. È positivo promuovere la diffusione di tutto questo".
Il sindaco ha sottolineato l'importanza di rendere accessibili queste testimonianze soprattutto alle nuove generazioni, evidenziandone il valore culturale e storico unico nel suo genere. In questa direzione, due esperti informatici dell'associazione, Roberto Vigliermo e Giorgio Marengo, stanno lavorando alla creazione di un sito web per condividere gradualmente su Internet il ricco patrimonio raccolto da Amerigo Vigliermo e dai suoi collaboratori dagli anni '60 in poi.
Come affermato dal direttore del coro bajolese, è giunto il momento di restituire alla generosa comunità del Canavese ciò che nel corso degli anni è stato raccolto e custodito con cura.
L'associazione si pone come custode di una preziosa eredità, pronta a condividere e preservare il ricco bagaglio culturale e storico della regione per le generazioni presenti e future.
ALCUNE FOTO D'EPOCA

Amerigo Vigliermo e il suo magnetofono a Villate