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Settimo Torinese

Scuole a rischio: "La fusione delle superiori porterà alla perdita di posti di lavoro"

La protesta di professori e genitori: "Una scuola è come un Pronto Soccorso, un presidio fondamentale!"

Scuola

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I professori e il personale della scuola superiore 8 Marzo di Settimo Torinese hanno preso carta e penna per scrivere alla Regione Piemonte, all'ufficio scolastico regionale, alla Città Metropolitana di Torino e al Comune di Settimo. 

Al centro della questione c'è la fusione dell'8 Marzo con il vicino, l'istituto Galileo Ferraris (che si è espresso a favore della fusione). Il governo ha deciso che tutti gli istituti che sono sotto i 900 studenti non possono vivere di vita propria: o si accorpano ad altre scuole o diventano succursali di altri istituti. La scuola settimese ha 892 studenti (il Galileo intorno a 800). La presa di posizione dell'8 Marzo è chiarissima, professori e personale chiedono che "il dimensionamento venga rigettato". E aggiungono: "Ci siamo riuniti: tutto il personale si è espresso in maniera contraria all’accorpamento delle due scuole".

Il personale scolastico dell’Istituto d’Istruzione Superiore “8 Marzo” è in stato di agitazione ed è pronto ad assumere ulteriori iniziative qualora le istanze proposte non venissero accolte. Motivo: la netta contrarietà al dimensionamento che la Regione Piemonte è chiamata a deliberare, entro fine mese, dopo la riunione plenaria del 6 ottobre scorso nella quale la Città Metropolitana e gli Enti locali hanno espresso parere favorevole.

È stata una decisione unilaterale, che non ha tenuto in alcun conto le nostre istanze” commentano i docenti e il personale ATA dell’Istituto Superiore “8 Marzo” fortemente preoccupati per il paventato dimensionamento che porterebbe all’istituzione di una scuola di circa 1.900 studenti, con un solo dirigente scolastico e un solo direttore dei servizi generali e amministrativi.

Il dimensionamento – protestano i professori – rappresenta l’ennesimo taglio alla scuola pubblica analogo a quello in corso sulla sanità e sul welfare. È una scelta che va a discapito della scuola, è un po’ come scegliere di togliere un pronto soccorso. La scuola avrebbe invece bisogno di investimenti e risorse: un provvedimento di questo tipo comporterebbe una riduzione del personale scolastico, carenze organizzative e di sicurezza”.

Ma non è tutto...

"Ci sarebbe - continuano i professori - solo un mero risparmio economico nel togliere personale di segreteria e avere un dirigente solo invece che due. Dirigente che, però, percepirebbe anche più soldi trovandosi a gestire una scuola più grande. Quindi il risparmio sarebbe minimo. La fusione vorrebbe dire mettere insieme 200 persone che lavorano nelle due scuole. Tutto senza considerare che liceo scientifico e professionale hanno questioni, problematiche e orari diversi. Pensiamo all’alternanza scuola lavoro per esempio, c'è un'organizzazione diversa. Noi lavoriamo già insieme al Galileo e collaboriamo bene ma l’accorpamento è un’altra cosa. Si viene a creare una mega scuola, un macchinone, un grandissimo impianto burocratico ma non è detto che funzioni bene. Se ora il dirigente ha 5 minuti da dedicare ad un docente in futuro ne avrà 2. Senza contare la modalità: questa è una decisione calata dall'alto, nessuno ci ha reso partecipi, noi vogliamo un'assemblea pubblica".

E la politica locale che dice?

"La Sindaca Piastra - continuano i professori - è stata contattata, è al corrente e anche lei sta prendendo posizione. Ma tutti devono comprendere che qui non si tratta di tirare giù una staccionata e unire due scuole. Poi, forse, la politica locale può pensare ad un mega campus ma l’utenza non è così convinta, i genitori sono contrari".

La Sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra

L’iniziativa scaturisce anche da una considerazione: si paventa spesso e da più fronti la necessità di accorpare le classi per contrastare il calo demografico, quando invece si potrebbe rispondere a un evento di questo tipo con la riduzione del numero di allievi nelle cosiddette “classi pollaio” e immaginare una didattica ancora più efficace per gli studenti del Terzo Millennio.

Tra l’altro – precisano docenti e personale ATA – "l’Istituto Superiore “8 Marzo” è protagonista di un processo di crescita rispetto al numero degli allievi (che oggi sono circa 900, il numero minimo per avere una scuola indipendente) e di innovazione didattica, che coniuga l’utilizzo della tecnologia e delle moderne “didattiche per ambienti” con un’attenzione vigile al recupero delle carenze formative in un’ottica inclusiva".

Pertanto, i docenti chiedono che la loro voce, insieme a quella di studenti, famiglie e personale scolastico venga ascoltata e sollecitano una diversa soluzione da parte della Regione Piemonte e degli Enti preposti, invitando la cittadinanza e le Istituzioni a sostenere l’IIS “8 Marzo” nella
rivendicazione della sua denominazione, identità e storia. Del resto quello dell’IIS “8 Marzo” sarebbe
l’unico istituto superiore dimensionato in tutta l’area della Città Metropolitana, mentre è stata concessa deroga a tutti gli altri istituti.

"Docenti, collaboratori scolastici e assistenti tecnici e amministrativi precisano che, - si legge nel comunicato diffuso dalla scuola - qualora questo provvedimento non potesse essere impedito, continueranno a lavorare con passione ed entusiasmo per la crescita culturale e umana delle nuove generazioni e del territorio di Settimo Torinese".

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