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Cronaca
14 Ottobre 2023 - 16:39
Una delle carcasse
Immagini scioccanti circolano sui social media: si tratta di cinque pecore che hanno perso la vita in regione di Gave a Rivarolo Canavese.
Tra le vittime, due pecore adulte e tre piccoli agnellini.
Questi tragici eventi sono stati riportati inizialmente sulla pagina Facebook chiamata “Il Nuovo Cacciatore Piemontese”, che ha condiviso le immagini delle carcasse.
Le pecore sono state ritrovate a circa cinquanta metri di distanza da una casa, in una frazione della zona, in cui risiedono diversi cani da guardia. Al momento, vi sono diverse teorie che cercano di spiegare la tragica fine delle pecore, tra cui l’ipotesi della presenza di lupi nella zona.
Tuttavia, non sono stati segnalati avvistamenti di lupi nella regione e nessuna denuncia è stata presentata alle forze dell’ordine, inclusi i carabinieri e la polizia locale, riguardo alle pecore uccise.
La regione di Gave a Rivarolo si trova nelle vicinanze del torrente Orco e include una zona parzialmente boschiva che si estende fino al Comune di Ozegna. Questo ha creato preoccupazioni tra gli allevatori della zona, che temono che episodi simili possano ripetersi. Tuttavia, al momento sembra che si tratti di un incidente isolato, poiché non si sono mai verificati eventi simili di recente.
Nelle Alpi Centrali e Orientali italiane la presenza del lupo è ancora una novità, mentre in Piemonte e, principalmente nelle province di Cuneo, Torino e Alessandria, la specie è presente da quasi 20 anni.
La popolazione sulle Alpi italiane è cresciuta, raggiungendo, nel periodo 2017-2018, il numero di 46 branchi e di 5 coppie per un totale di 51 unità riproduttive e una stima minima di 293 lupi.
La parte più consistente della popolazione alpina si trova in Piemonte, dove è stimata la presenza di 33 branchi e 2 coppie, per un totale di minimo 195 lupi, presenti principalmente tra le province di Cuneo e Torino (19 branchi e 1 coppia in provincia di Cuneo, 13 branchi e 1 coppia in provincia di Torino e un solo nuovo branco in provincia di Biella).
Il lupo in queste due province ha raggiunto quasi la saturazione territoriale, ed occupa oramai tutto il territorio montano interessando anche le zone collinari e pedemontane.
La tendenza di crescita della popolazione è ora principalmente verso il nord del Piemonte e le altre regioni.
Nelle province di Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola e Novara, è documentata la presenza di individui solitari stabili e di passaggio, ma non ancora di branchi.
Nel resto delle Alpi italiane nel 2017-2018 sono presenti 4 branchi in Valle d’Aosta, dove è documentata anche una nuova coppia, 8 branchi tra il Veneto e le province di Trento e Bolzano, una nuova coppia in Provincia di Trento, una in Friuli Venezia Giulia e 1 branco transfrontaliero in Lombardia, tra la provincia di Como e la Svizzera.
In Lombardia, sono inoltre presenti almeno 1 individuo solitario con territorio stabile da più di un anno e una nuova coppia. Avvistamenti sporadici sono registrati in modo crescente nel resto delle Alpi Centro-orientali e nelle Alpi Occidentali anche nelle zone collinari pedemontane.
Questi sono solo alcuni dei dati ufficiali: i dettagli dell’evoluzione a partire dagli anni ’90 della ricolonizzazione naturale della popolazione di lupo in Piemonte e sulle Alpi sono disponibili nel Report “La popolazione di lupo sulle Alpi italiane”, redatto dal coordinatore scientifico Francesca Marucco, in collaborazione con esperti, genetisti, e tutti i referenti regionali, scaricabile dalla pagina LIFE Wolfalps.
Questo documento è il punto di arrivo di un imponente lavoro scientifico di monitoraggio coordinato dal progetto europeo LIFE WolfAlps e dal Centro di referenza Grandi Carnivori (GCG), che ha mobilitato un network di oltre 500 operatori e tecnici appositamente formati, appartenenti a 43 enti e istituzioni coinvolti dal ritorno naturale del lupo sulle Alpi.
Uno studio che rappresenta il riferimento scientifico aggiornato per tutte le parti chiamate a confrontarsi sul tema prioritario della gestione della specie a livello nazionale e alpino.
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