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L'Inps ha comunicato a 4615 torinesi, con un sms, la sospensione del "reddito di cittadinanza"

Ecco chi sono. Quanti lo percepiscono?

L'Inps ha comunicato a 4615 torinesi, con un sms, la sospensione del "reddito di cittadinanza"

reddito di cittadinanza

"Licenziati" dal "reddito di cittadinanza" con un semplice SMS. Sono 169mila le famiglie beneficiarie di reddito o pensione di cittadinanza che hanno ricevuto ieri dall'Inps il messaggio di sospensione del sussidio da agosto in quanto nuclei nei quali non ci sono componenti disabili, minori o over 65 come prevede la nuova normativa. L'ultima rata che hanno percepito è quella del 27 luglio. Secondo quanto si apprende, il messaggio annuncia la sospensione in attesa della presa in carico dei servizi sociali. Tra agosto e settembre circa 80mila nuove famiglie dovrebbero avere il beneficio sospeso poiché scadono i sette mesi di durata.

Quasi in contemporanea è partita la campagna "Un percorso per ognuno, una prospettiva per tutti" sulle nuove misure di inclusione sociale e lavorativa, previste nel decreto Lavoro, che superano il Reddito di cittadinanza. E' stata lanciata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri e l'Inps.

La campagna nasce, si legge sul sito del ministero, "per supportare l'introduzione dei nuovi strumenti, che si pongono come un'evoluzione del Reddito di cittadinanza e mette in evidenza le nuove prospettive di attivazione del Paese che le misure intendono promuovere".

In particolare, si fa riferimento al Supporto per la formazione e il lavoro, che parte da settembre 2023 ed è destinato alle persone in cerca di lavoro, e all'Assegno di inclusione, che prende il via dal primo gennaio 2024 ed è destinato alle famiglie più fragili.

Lo spot è partito sulle reti tv e radio ed è il primo di una campagna più articolata con altri due lanci che accompagneranno l'entrata in vigore effettiva delle misure.

Tra agosto e settembre circa 80mila nuove famiglie dovrebbero avere il beneficio sospeso poiché scadono i sette mesi di durata

Rischio aggressioni: guerra ai servizi sociali dei Comuni

 "La sospensione via sms sta scatenando una guerra sui servizi sociali". Lo dice il presidente degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi chiedendo di "intervenire immediatamente prima che le minacce di assalto ai servizi sociali diventino realtà, prima che qualcuna o qualcun assistente sociale venga aggredito. L'invio di un sms da parte dell'Inps nel quale si annuncia la sospensione dal 31 luglio del RDC ai cosiddetti occupabili sta scatenando una guerra".

"Riceviamo messaggi preoccupanti dai territori - dice - perché i nostri uffici, in molte aree non rinforzati, né preparati, si trovano a gestire migliaia di situazioni di persone, tra i 18 e i 59 anni, a noi sconosciute perché, fin qui, prese in carico da Anpal o Centri per l'Impiego. Davanti a questi uffici si stanno ammassando persone che hanno ricevuto sul loro cellulare il messaggio nel quale leggono che il loro RdC è sospeso dal mese di agosto e che per poter mantenere il sussidio devono attivare il Supporto per la Formazione e il Lavoro e che per ottenere il Supporto devono essere presi in carico dai servizi sociali prima della scadenza del Rdc. Migliaia di domande spesso davanti a quattro o cinque assistenti sociali!".

"Chiediamo - conclude - l'immediato spostamento dei termini da parte dell'Inps e a Comuni e Regioni il rafforzamento dei servizi con i fondi già disponibili. In alcune Regioni è stato speso soltanto il 5% delle risorse messe in campo. Non si fanno riforme sulla pelle delle persone e non possiamo essere noi, assistenti sociali, ad assumere l'onere di ritardi, omissioni e propaganda". 

La mappa delle sospensioni del Reddito: Torino in "pole position"

Napoli, Roma, Palermo. Sono le province in cui le sospensioni del reddito di cittadinanza sono più numerose. La sola area di Napoli, dove non a caso sono più forti le polemiche ma anche le preoccupazioni delle istituzioni, ne conta oltre 21.500. Un numero che non ha uguali in nessuna altra parte d'Italia.

La provincia di Roma segue infatti con un'altra cifra considerevole, ma pari a 12.225 comunicazioni di stop, mentre in quella di Palermo ne sono arrivate finora 11.573. Campania, Sicilia e Lazio sono del resto le Regioni in cui è stato finora più alto il numero di attuali percettori del beneficio. Nonostante il picco di Napoli, non è però in questo caso la Campania la Regione con più esentati dal sostegno.

Complessivamente, in base ai dati dell'Inps, con oltre 37.600 stop al reddito, è infatti la Sicilia a risentire di più del passaggio al supporto alla formazione e all'assegno di inclusione, mentre la Campania arriva a circa 36.700 sospensioni. Tra le province, spiccano infatti anche i numeri di Catania, al quarto posto con quasi 9.000 interruzioni.

Poi c'è Caserta a quota 7.635 (praticamente quanto l'intera Lombardia), seguita da Cosenza a 5.234 e da Salerno a 4.806. A brevissima distanza, all'ottavo posto compare la prima provincia del Nord, quella di Torino, che conta 4.615 sospensioni (su una platea di oltre 16 mila percettori), seguita di nuovo da un'area del Sud, quella di Reggio Calabria, dove si calcolano 3.714 comunicazioni di stop. La seconda provincia del Nord è quella di Milano, al decimo posto della classifica nazionale: in questo caso sono 3.278 i beneficiari del reddito che dovranno rinunciare al sostegno.

Si torna poi in Sicilia con le province di Trapani e di Agrigento, rispettivamente a quota 3.144 e 2.986. Poco sotto le tremila sospensioni anche Lecce dove se ne contano 2.939.

Agli opposti tutte province medio-piccole del Nord Italia: rimangono sotto quota 100 Bolzano che conta appena 29 interruzioni, Belluno, con 59, Aosta, con 71, Gorizia, con 98, e Lecco, con 99. Tra le province più grandi invece spiccano quella di Bari, con 2.569 stop, quella di Bologna con 1.245 e quella di Genova con 1.001.

Scende sotto la soglia di 1.000 comunicazioni di sospensione Firenze, con 955. Venezia è ad appena 444, superata da Perugia a 904. Ecco una tabella con i dati dell'Inps sulle prime dieci province ordinate in base al maggior numero di sospensioni.

1) NAPOLI 21.507
2) ROMA 12.225
3) PALERMO 11.573
4) CATANIA 8.974
5) CASERTA 7.635
6) COSENZA 5.234
7) SALERNO 4.806
8) TORINO 4.615
9) REGGIO CALABRIA 3.714
10) MILANO 3.278 

Quanti sono i percettori di reddito di cittadinanza a Torino e Provincia?

Cos'è il reddito di cittadinanza?

Il Reddito di Cittadinanza è un sussidio destinato alla fascia di popolazione che si trova sotto la soglia della povertà assoluta, che in base alla definizione dell’Istat ha a disposizione meno di 780 euro al mese. Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza destinata agli over 67 sono integrazioni al reddito per raggiungere questa soglia.

Il reddito di cittadinanza verrà abrogato dal 1 gennaio 2024.

Dal 2023 avranno diritto a 12 mensilità i nuclei familiari dove sono presenti: minorenni o persone con disabilità o persone con più di 60 anni di età.

Verrà riconosciuto per un massimo di 7 mensilità per gli altri beneficiari, così detti "occupabili".

Chi otterrà il Reddito di Cittadinanza verrà contattato dai Centri per l’impiego e dovrà aderire a un percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, seguendo un percorso di riqualificazione professionale firmando un “Patto per il lavoro”.

I beneficiari hanno l'obbligo:

  •     di frequentare per sei mesi un corso di formazione e/o riqualificazione professionale,
  •     di accettare la prima offerta di lavoro, anche se pervenuta nei primi diciotto mesi di godimento del beneficio
  •     di frequentare corsi di istruzione per i beneficiari tra i 18 e i 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo scolastico

Una somma integrativa sarà riconosciuta alle famiglie che hanno al loro interno una persona diversamente abile.

Il beneficio economico sarà erogato attraverso una carta prepagata di Poste Italiane e ai suoi beneficiari sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e gas.

Esempi di calcolo del Reddito di Cittadinanza:

  • Una persona che vive da sola avrà fino a 780 al mese di RdC: fino a 500 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo);
  • Una famiglia composta da 2 adulti e 2 figli minorenni avrà fino a 1.180 euro al mese di RdC: fino a 900 euro mensili come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo);
  • Una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 1 figlio minorenne avrà fino a 1.280 euro al mese di RdC: fino a 1.000 euro mensili come integrazione al reddito più 280 euro al mese di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo);
  • Una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 2 figli minorenni avrà fino a 1.330 euro al mese di RdC: fino a 1.050 euro come integrazione al reddito più 280 euro di contributo per l’affitto (oppure 150 euro di contributo per il mutuo).

Dal 2023 l'eventuale quota aggiuntiva destinata all'affitto sarà pagata direttamente ai proprietari.

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