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Il caso

Ai campi sportivi parrocchiali: "L'omosessualità è una malattia"

Il racconto di un papà

Ai campi sportivi parrocchiali: "L'omosessualità è una malattia"

Pride (foto d'archivio)

Siamo all'incirca nel 2017, qualche anno prima della pandemia. In Valle d'Aosta, in estate, presso i campi sportivi della parrocchia. È qui che accadde il fattaccio.

Nell'ultimo Consiglio Comunale di San Mauro Torinese, il consigliere dei Due Ponti, Riccardo Carosso, l'ha raccontato così: "I miei figli hanno frequentato per parecchio tempo i campi sportivi in Val D’Aosta con don Rabino e in una discussione l’educatore disse che non esiste l’omosessualità e che quelle persone sono malate, bisogna curarle".

Riccardo Carosso

Si arriva, poi, al concetto di Dio, Patria e Famiglia, tanto caro alla destra, spesso utilizzato come una "clava" proprio contro il Pride.

"Ma Lui cosa avrebbe fatto se fosse qui oggi? - continua Carosso - Per me si tengano pure Patria e Famiglia ma tolgano Dio, perché Lui oggi forse sarebbe al Gay Pride, sarebbe dalla parte dei profughi, e via così. La realtà è che il nostro è un paese ancora fortemente influenzato dalla presenza della chiesa, oggi ci sono ancora tanti bacia balaustre. Io sono cresciuto così: con la chiesa e tutti i precetti di quel tempo. Ho cercato, però, di educare i miei figli alla libertà. Ho fatto qualche errore, forse ho sbagliato qualcosa ma spero di avere trasmesso loro questo. Credo sia importante perché oggi sento in giro un'atmosfera proibizionista, anche per quel che riguarda il Pride. Ho sentito anche dire, poi, che il tema della discriminazione non esiste più, non è così. Io conosco storie di persone che sono state costrette a scappare e nascondersi, che non potevano vivere alla luce del sole la loro identità...".

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