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La storia

Ecco com'era fatto il paese nel Medioevo: dal sottosuolo emerge il ricetto antico

Per decenni gli archeologi si interrogavano sull'esistenza della struttura: i lavori di riqualificazione della piazza centrale l'hanno fatta emergere

Il ricetto nolese (foto F. Del Prete)

Il ricetto nolese (foto F. Del Prete)

Una notizia storica, da giovedì scorso "vidimata" anche dalla Soprintendenza delle Belle Arti: nel Medioevo il paese di Nole aveva un ricetto risalente al dodicesimo secolo, e non solo un borgo fortificato risalente al '300 come invece era stato attestato inizialmente.

I resti della possente struttura risalente al secondo secolo degli anni mille sono emersi nel corso dei lavori di riqualificazione di Piazza Vittorio Emanuele II, durati dal giugno 2019 all'ottobre 2020, dopo il crollo del campanile della chiesa di San Vincenzo Martire avvenuto nel 2006. Restava da capire di cosa si trattasse.

Le prime intuizioni degli archeologi

Che il sottosuolo nolese nascondesse un ricetto antico era una "voce" che circolava tra gli addetti ai lavori: i dati e i documenti in mano agli archeologi ne suggerivano l'esistenza da decenni, tant'è che il dibattito sulla presenza della struttura fortificata dura da tempo immemore.

"Negli anni 1983-1984 - si legge sul documento pubblicato dalla Soprintendenza - i lavori di rifacimento del pavimento [della piazza, ndr] hanno consentito le prime indagini archeologiche, conducendo all’individuazione di cospicui resti dell’originario impianto romanico a navata unica, con abside semicircolare e campani- le costruito all’interno dell’angolo sudoccidentale, e dei successivi ampliamenti gotici, che coinvolsero il presbiterio, con la realizzazione di una navatella laterale meridionale".

Le parti del ricetto scoperte dagli archeologi

Le prove scientifiche

Ora però è diverso: "Non avevamo una relazione archeologica assieme a prove scientifiche che attestassero ciò che si era trovato" ci spiega Federico Valle, dell'Abbadia di San Vito di Nole, che ha partecipato ai lavori di riconoscimento del ricetto assieme agli archeologi assieme a Giovanni Fico, Franco Ghirello, Davide Mussari, Giangiacomo Ribotto, tutti dell’associazione ’L Nòst Pais - Gruppo nolese per l’arte e la storia.

Tutti i dettagli della scoperta sono consultabili sull'ultimo Quaderno piemontese di archeologia, pubblicato dalla Soprintendenza e presentato giovedì scorso a Torino nelle stanze di Palazzo Chiablese. "È la prima pubblicazione scientifica e archeologica che parla del ritrovamento" dice Valle.

L'antico ricetto di Nole secondo quanto riportato dal catasto francese nel 1804

Una notizia di portata storica, dunque, perché attesta per la prima volta quello che già si sospettava: il paese di Nole per come si presenta oggi sorge anche su un ricetto che ha quasi mille anni.

Il ricetto e l'espansione

Il ricetto antico di Nole, infatti, risale al dodicesimo secolo. All'epoca cingeva la chiesa romanica si San Vincenzo Martire. A questa struttura originaria si aggiunse poi il cosiddetto "borgo nuovo", un secondo ricetto fortificato costruito duecento anni più tardi rispetto all'originale, nel 1336.

"In sostanza - prosegue Valle - il paese di Nole andò ad ampliarsi, e la popolazione iniziò a vivere non più fuori dal ricetto ma dentro al nuovo borgo fortificato, munito anche di torri porta e di un fossato. Anche le abitazioni civili vengono così incluse dentro la cinta muraria".

Restava da capire fino a poco tempo fa se l'attuale paese di Nole corrispondesse solo al borgo nuovo o se sorgesse anche sulle rovine dell'antico ricetto. "Il ritrovamento del ricetto - conclude Valle - è una notizia importante non solo per la storia di Nole, ma anche per quella dei paesi intorno e più in generale per gli studi medievali piemontesi".

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