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Figli di coppie gay, sindaci in “disobbedienza civile”

Da Torino parte un messaggio al parlamento

Foto di repertorio

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Da Torino parte "un messaggio al Parlamento": 300 da tutta l'Italia, tra cui moltissimi sindaci, hanno risposto all'appello del primo cittadino del capoluogo piemontese Stefano Lo Russo e si sono riuniti oggi nello storico Teatro Carignano per chiedere parità di diritti per i figli delle coppie omogenitoriali.

Al loro fianco un folto drappello di esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, ma anche un giurista come Gustavo Zagrebelsky, intervenuto per invitarli alla disobbedienza civile, a "non piegarsi al diktat del governo" che ha bloccato le iscrizioni all'anagrafe dei figli delle coppie dello stesso sesso. Una provocazione che ha fatto dire al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che "la vera soluzione è il matrimonio egualitario".

E a quello di Roma Roberto Gualtieri che "ci sono cose che si possono fare e altre che non si possono fare: noi andremo avanti su ciò che possiamo fare senza strascinare i bambini in tribunale".

"Non vogliamo disobbedire - ha precisato il sindaco di Milano Giuseppe Sala - bensì ottenere leggi giuste".

"La nostra - ha spiegato infatti Lo Russo - non è una proposta di partito ma degli amministratori locali. Siamo convinti che a partire da questa mobilitazione tutti i partiti rappresentati in Parlamento potranno farsi carico di quello che emergerà e di una proposta legislativa che riesca ad avere i numeri per poter passare".

In presenza o da remoto, insieme ai sindaci di Torino, Napoli, Roma e Milano sono scesi in campo anche quelli di Firenze, Bologna e Bari: gli stessi sette che hanno recentemente scritto al governo chiedendo di "annullare la disparità della legge in materia di diritti civili".

A intervistarli, il direttore del quotidiano La Stampa Massimo Giannini, mentre la vicedirettrice Annalisa Cuzzocrea ha moderato la kermesse fra gli interventi di scrittori come Nicola Lagioia, registi come Domenico Calopresti e Davide Ferrario, attori come Stefania Rocca, Luca Argentero e Ambra Angiolini.

Luciana Littizzetto ha letto una delle sue "letterine", scritta per l'occasione senza il minimo accento comico. Ha esordito invece con una battuta Vladimir Luxuria.

"Benvenuti - ha affermato - alla festa della natalità. Essere per la natalità - ha poi aggiunto in tono più serio - significa consentire ai cittadini di avere figli che altrimenti non ci sarebbero".

Una risata l'ha strappata Paola Turci - ultima a salire sul palco, dove ha si è esibita cantando 'Bambini' - quando ha detto: "vorrei che si arrivasse a dire matrimonio e basta, non egualitario, mentre c'è ancora chi ci chiede quale di noi due è l'uomo".

A sorriderle dalla prima fila, la moglie Francesca Pascale.

In platea anche l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino, apripista sulle trascrizioni in Italia, e il deputato Alessandro Zan, responsabile Diritti della segreteria Dem. Presenti anche i vertici di Arcigay, Diversity, Famiglie Arcobaleno, Genitori Rainbow. Molti sfoggiavano vivaci coccarde "fatte dalle nonne dell'Agedo", l'Associazione dei genitori delle persone Lgbtqi+.

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