Cerca

Eventi

Staffetta per l'umanità e la pace. A Ivrea c'è Bettazzi e Michele Santoro si commuove

Sono stati coperti con le bandiere arcobaleno quasi 4 mila chilometri

Staffetta per l'umanità e la pace. A Ivrea c'è Bettazzi e Michele Santoro si commuove

Odiffredi intervista Bettazzi

Da Aosta a Lampedusa, in totale 4 mila chilometri, “per camminare insieme, unire l’Italia contro la guerra in Ucraina, per riaccendere la speranza”. La “staffetta dell’umanità per la pace” promossa dal famoso conduttore televisivo Michele Santoro, che ha attraversato l'intero stivale, è passata anche a Ivrea alle 10,30 in piazza Ferruccio Nazionale.

Questa mattina c'erano il politologo e sociologo Marco Revelli e il matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi e c'era  pure Monsignor Luigi Bettazzi, quasi 100 anni di vita. La sua presenza ha commosso tutti.

Intervistato da Odiffredi ha raccontato dei suoi 17 anni come presidente di Pax Christi anche internazionale.

"La pace è una mia missione - gli ha detto -  Oggi fare delle obiezioni sembra di essere a favore di Putin. E' vero che la Chiesa ha sempre parlato di guerre giuste, perfino di guerre umanitarie ma Papa Giovanni ha detto che la guerra è fuori dalla ragione e Papa Francesco che è una follia. E' una follia la guerra di occupazione ma lo è anche la guerra di difesa. Lo stiamo vedendo. C'è qualcuno che non vuole perdere, ma chi è che vince? Con centinaia di migliaia di persone morte in gran parte civicili con milioni di esuli e città distrutte. Bisogna trovare il modo di evitare le guerre. Qualcuno dice: ma allora bisogna accettare l’occupazione del prepotente. Io dico tre cose. Alimentare la mentalità non violenta. Impegnarsi nella diplomazie e l'Europa è intervenuta dopo 60 giorni perchè sapeva di non essere efficace. Infine l'interposizione di volontari che si mettono in mezzo ai due eserciti e obbligano alla tregua. L'abbiamo già sperimentata in Libano e quando andammo a Sarajevo per due ore non spararono. Dovrebbe essere organizzata dall’Onu ma non è democratica perchè 5 paesi hanno il diritto di veto per aver vinto una guerra 80 anni…. Mettono il veto...".

E a sentir queste parole, il silenzio, per qualche minuto, ha avvolto ogni cosa, gelando tutti gli italiani in marcia, collegati alla diretta su Youtube.

"I giovani non sanno chi è Bettazzi - ha preso la parola Michele Santoro visibilmente incredulo - E' una figura a livello mondiale. Questo gesto di venire in piazza assieme a me, a Cacciari a Odiffredi è qualcosa di commovente. Un risultato incredibile. Vedere uno di 100 anni che parla come lui. Ha fatto un miracolo.... I giovani devono camminare davanti a noi ma se non lo fanno dobbiamo camminare lo stesso. Vedere Bettazzi vale tutta la manifestazione. Bettazzi è un'emozione che non riesco a gestire sono commosso....Una cosa immensa., Un regalo immenso. Ha protetto don Tonino Bello dai fulmini del Vaticano. Ha protetto gli eretici. Ha protetto tutti i fermenti più vivi..."

Qui il video completo della manifestazione con l'intervista di Odiffredi a Bettazi.

All’appello lanciato da Michele Santoro hanno aderito in tanti. Da Alessandro Barbero a padre Alex Zanotelli, da Ginevra Bompiani ad Ascanio Celestini, da Fiorella Mannoia a Moni Ovadia, da Vauro Senesi a Elio Germano, Massimo Cacciari.

Michele Santoro in diretta da Lampedusa

L’iniziativa era stata presentata nei giorni scorsi dallo stesso giornalista assieme alla professoressa Donatella Di Cesare, e all’ex parlamentare Cristian Romaniello. La staffetta si è svolta un po’ con le stesse dinamiche che si vedono in “un campo da baseball”, dove, contemporaneamente, chi ha aderito si è scambiato una fiaccola tra una base e l’altra.

La professoressa Di Cesare, ha messo in chiaro che l’iniziativa ha una valenza politica, contro scelte e posizioni sbagliate, prese dall’Italia e dall’Europa. La richiesta è che l’Italia diventi perno nella mediazione e nell’opera diplomatica, contro l’invio di armi. Gli organizzatori hanno ribadito che dopo più di un anno di guerra in Ucraina “mettere fine al massacro, e dare inizio a una trattativa, restano parole proibite”.

Anche Monsignor Luigi Bettazzi ha aderito alla staffetta

Pierangelo Odiffredi a Ivrea

L'appello di Michele Santoro

Appello a chi è contrario all’invio di armi in Ucraina per dar vita a una staffetta dell’umanità da Aosta a Lampedusa per camminare insieme, unire l’Italia contro la guerra, per riaccendere la speranza.
Dopo più di un anno di guerra in Ucraina e centinaia di migliaia di morti, mettere fine al massacro, cessare il fuoco e dare inizio a una trattativa restano parole proibite. Si prepara, invece, una resa dei conti dagli esiti imprevedibili con l’uso di proiettili a uranio impoverito e il rischio di utilizzo di armi nucleari tattiche.
I governi continuano a ignorare il desiderio di pace dei popoli e proseguono nella folle corsa a armi di distruzione sempre più potenti.


Mentre milioni di persone sono costrette dalle inondazioni, dalla siccità e dalla fame, a lasciare le loro terre, centinaia di miliardi di euro vengono spesi per aumentare la devastazione dell’ambiente e spargere veleni nell’aria. L’intera Ucraina è rasa al suolo, un macigno si abbatte sull’Europa politica, aumentando le disuguaglianze, peggiorando le condizioni di vita dei lavoratori, flagellando le famiglie con l’aumento dei beni alimentari, della benzina, dell’energia e delle rate dei mutui.
Putin è il responsabile dell’invasione ma la Nato, con in testa il Presidente degli Stati Uniti Biden, non sta operando soltanto per aiutare gli aggrediti a difendersi, contribuisce all’escalation e trasforma un conflitto locale in una guerra mondiale strisciante.
Dalla stragrande maggioranza dei mezzi d’informazione viene ripetuta la menzogna dell’Occidente che si batte per estendere la democrazia al resto del mondo. Dimenticando l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e il Kossovo.
Si vuole imporre l’idea che non esista altro modo di porre fine alla guerra se non la vittoria militare di uno dei due contendenti e che l’Italia non possa far altro che continuare a inviare armi, limitandosi a invocare una soluzione diplomatica dai contorni indefiniti.
Noi pensiamo che l’Italia debba manifestare in ogni modo la sua solidarietà al popolo ucraino abbandonando, però, qualunque partecipazione alle operazioni belliche. Vogliamo tornare ad essere il più grande Paese pacifista del mondo, motore di una azione per la Pace e non ruota di scorta in una guerra.
Sappiamo che sono in moltissimi a condividere la nostra rabbia nel vedere sottratta alle nuove generazioni l’idea stessa di futuro, mentre si diffonde la sfiducia in una politica privilegio di pochi e il governo si mostra sempre più subalterno agli Stati Uniti e incapace di difendere gli interessi degli italiani e dell’Europa.
Ma siccome chi non è rappresentato e non costituisce una forza viene spinto a credere di non poter più incidere nella vita della Nazione, seguendo l’esempio del Movimento in Francia, vi chiediamo di reagire alla sfiducia, di usare il cammino come strumento di Pace, di costruire insieme una staffetta dell’umanità che parta da Aosta, Bolzano e Trieste fino a Lampedusa.
Questo appello è rivolto a chi sente il bisogno di fare qualcosa contro l’orrore della violenza delle armi e ha voglia di gridare basta.
Sembra impossibile che i senza partito, i disorganizzati, riescano in un’impresa così difficile. Ma se ciascuno di voi offrirà il suo contributo e se i leader e le organizzazioni che si sono pronunciati contro l’invio di armi daranno una mano, tutti insieme potremo farcela.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori