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Castellamonte

DOSSIER "ANTENNONE" a Filia

La rabbia dei residenti, ma il Comune può fare poco. Il discutibile "sì" della Soprintendenza e le ragioni di INWITT

Castellamonte

Coltivazione di mele biologiche sui terreni accanto a quello del futuro palo INWITT

L’atteso incontro sul palo per le telecomunicazioni di Filia si è tenuto, come stabilito, lunedì 3 aprile. Nella sala consiliare di Castellamonte gli abitanti della frazione si sono confrontati con alcuni esponenti dell’amministrazione, le responsabili degli Uffici coinvolti, un rappresentante della INWITT, la società di infrastrutture per le comunicazioni elettroniche che vuole installare il palo in un terreno contiguo alle abitazioni.

Per la maggioranza c’erano il sindaco Mazza, il vicesindaco Medaglia e l’assessore Addis; per la minoranza il capogruppo Santoro e il consigliere Garaffa. 

I partecipanti all'incontro di Filia

L’opposizione aveva già espresso il proprio sostegno ai cittadini che contestavano la collocazione del ripetitore; la maggioranza e con essa i tecnici del Comune hanno invece dato inizialmente l’impressione di essersi schierati a fianco della società: le loro prime risposte sono infatti parse ostili e reticenti. Man mano che la discussione andava avanti si sono però chiariti meglio i termini del confronto e si è arrivati ad un dialogo  costruttivo anche con il tecnico della INWITT, che ha espresso la disponibilità dell’azienda a rivedere alcuni aspetti del problema. Al termine dell’incontro c’è stata anche un’improvvisata “spedizione” sul sito in questione, guidata da un gruppo di residenti che ben conoscono  le criticità dell’area e che hanno proposto dei siti alternativi. Non è certo da una cosa informale come questa che possono emergere soluzioni concrete e dettagliate - come aveva fatto ripetutamente notare una residente di Filia che conosce bene le procedure – ma è stato un segno di disponibilità reciproca.

Venerdì 7 aprile le parti s’incontreranno in delegazione ristretta per un nuovo  e più approfondito confronto, previo studio delle mappe e dei documenti. 

Servirà? Il coltello dalla parte del manico lo ha l’impresa e i tempi, spaventosamente ristretti, non lasciano molto spazio all’ottimismo: se entro il 23 aprile (a 90 giorni dalla richiesta) il Comune non darà una risposta, varrà il Silenzio-Assenso. Se avanzasse una richiesta d’Integrazione, la scadenza si sposterebbe di 7 giorni…

Forse però una speranza c’è: probabilmente la INWITT si è resa conto che è meglio ottenere, se non l’assenso, almeno la non ostilità della comunità coinvolta. 

La rabbia dei residenti di Filia

I residenti di Filia intervenuti all’incontro sono stati all’incirca una trentina: tanti, se si considera che era un lunedì mattina e che i più hanno dovuto chiedere una giornata o mezza giornata di ferie. 

Un gruppo di residenti di Filia contrari all'antennone

Forti la rabbia e l’irritazione, il senso di frustrazione di chi ha fatto una scelta precisa come quella di andare a vivere in una frazione dove si devono affrontare molte scomodità – non ci sono negozi, non ci sono servizi, per ogni necessità si deve percorrere qualche chilometro in auto – ma dove abbonda il verde,  regna la quiete  e si può godere di un panorama invidiabile. Più d’uno aveva lasciato Torino proprio per questo motivo ed ora? Rischia di aprire le finestre e vedersi davanti un palo di trenta metri. Quanto alle ricadute sanitarie di queste strutture, la scienza non le ha ancora documentate e le leggi le ignorano ma solo perché non hanno ancora avuto il tempo di manifestarsi: è abbastanza facile ipotizzare che in un futuro non lontano  emergano delle criticità. 

Poi ci sono gli agricoltori: proprio lì accanto si estende una grande coltivazione di mele biologiche e le aziende agricole della zona sono visitate un giorno sì ed uno no dalle scolaresche. Poco lontano sorgono strutture ricettive. Si aggiunga che la strada per raggiungere il sito non è propriamente un’arteria per mezzi pesanti e che gli agricoltori non potrebbero raggiungere i propri campi per mesi a causa delle interruzioni dovute ai lavori. 

Non tutti i frazionisti hanno lo stesso tipo di sensibilità: c’è chi è fermamente convinto che si debba salvaguardare l’ambiente  (“Il paesaggio è un valore e dev’essere preservato”) e chi dice al contrario: “Che m’importa del palo? Conta la salute” ma quest’ultima pare una posizione minoritaria. Univoco è comunque il rifiuto verso questa localizzazione. Alcuni dei residenti hanno dato mandato ad un  avvocato di verificare le condizioni per un ricorso.

Il Comune può fare poco

L’ostilità degli abitanti di Filia verso la INWITT era scontata visto quello che ha in progetto ma sotto tiro era soprattutto la maggioranza che governa Castellamonte, accusata di aver saputo ben prima dei cittadini cosa stesse per accadere e di averlo tenuto celato senza assumere iniziative per scongiurarlo. 

Come operino gli enti superiori lo sappiamo – è stato detto – Scrivono le norme senza avere la minima idea dei contesti in cui verranno calate, delle differenze territoriali, delle situazioni concrete. Qual è l’organo istituzionale che garantisce i bisogni dei cittadini e dell’Ambiente? Il Comune. E’ vero che dovete sottostare alle leggi nazionali e regionali però qualcosa avreste potuto fare. Ci sentiamo completamente abbandonati”. 

Una delle accuse riguardava l’assenza di un Piano di Caratterizzazione che, secondo alcuni dei presenti ed anche secondo la minoranza, avrebbe potuto bloccare il ripetitore.

Il sindaco Mazza ha ribadito inizialmente quanto già aveva detto in precedenza: che il Comune non ha poteri, che non sono provati i rischi per la salute, che “per ora quello è solo un palo”, che l’amministrazione non era stata informata di nulla. Evidentemente giocava sulla difensiva sentendosi sotto attacco ma poi è apparso chiaro che non la pensa in modo molto diverso dai suoi concittadini, solo che ha pochi strumenti per intervenire. Rispetto al Piano di Caratterizzazione ha ribattuto alle critiche affermando: “Rispondo per quello che ha fatto la mia amministrazione, non per quanto avvenuto in precedenza. Proprio per poter redarre questi Piani ad agosto ci siamo dotati di un tecnico di settore. Ci abbiamo messo un po’ di tempo per riuscire a fare quest’assunzione ma ora l’architetto c’è e sta lavorando intensamente”.  Sul rischio sanitario ha allargato le braccia: “In mezzo  a Muriaglio c’è un palo della Telecom. Su richiesta degli abitanti -sappiamo tutti che in quella frazione sono capitate una serie di cose per quanto riguarda la salute dei cittadini – abbiamo fatto venire l’ARPA. E’ risultato che i livelli sono di 6 volte inferiori al massimo consentito…”. 

L'area dove sorgerà l'antennone

Rispetto al presunto silenzio del sindaco su quanto stava accadendo, si è capito che succede anche nei Comuni quanto accade  a volte all’interno delle famiglie: in presenza di situazioni incresciose che le riguardano, tutti ne sono a conoscenza tranne i diretti interessati. In piazza e al bar si sentono voci e chiacchiericci; in municipio ci si basa sui documenti. Così c’era chi aveva udito parlare del futuro palo fin dalla scorsa estate ma all’amministrazione non risultava nulla. In seguito, quando la verità è emersa,  Mazza ha provato a far desistere dal suo proposito il proprietario del terreno su cui dovrebbe essere collocato il palo ma è stato trattato in malo modo: “Qualcuno di voi sa cosa mi sono sentito dire perché gliel’ho raccontato. Vengo preso a schiaffi da due parti..!”. 

Le funzionarie del Comune presenti all’incontro sono partite col piede sbagliato, dando un’impressione di aggressività che poi si è stemperata. Il punto è che  i tecnici sono degli esecutori  e non possono esimersi dal seguire le regole ma, chiarito questo punto, si sono mostrate disponibili ad offrire il loro supporto per trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti.  Il periodo pandemico – ha spiegato l’architetto Vogliano - con la grande diffusione del lavoro da casa, ha inciso molto sulle normative che riguardano le installazioni per la telefonia”. 

Per di più c’è stato il benestare della Soprintendenza e qui il Comune non fa nemmeno da passacarte: la domanda viene inoltrata alla Regione, che la gira all’organismo preposto alla tutela. 

Il discutibile “sì” della Soprintendenza

La Soprintendenza ha dato parere favorevole al palo. La cosa non è stata presa bene dagli abitanti di Filia. “Ho un locale a 100 metri da lì – ha esclamato uno dei presenti – Per collocare un’insegna sul muro ho dovuto fare domanda alle Belle Arti. Su questo non hanno nulla da dire?”. E un altro: “Se chiedessi di installare una struttura del genere nell’orto di casa mia mi sarebbe concessa?”. 

E’ vero che le Soprintendenze hanno croniche carenze di personale e che non riescono a stare dietro a tutto ma ci si chiede come vengano rilasciate queste autorizzazioni. Colpisce, in una zona come il Canavese dove non è che l’ambientalismo la faccia da padrone, che siano i comuni cittadini a richiamare ai propri doveri un organismo deputato alla tutela con un’affermazione netta: “Il paesaggio dev’essere preservato!”.

Cosa dice la INWITT?

Cosa dice la INWITT? Il suo rappresentante, ancorché disposto al dialogo, è stato mandato all’incontro con  gli abitanti di Filia senza sapere praticamente nulla del luogo in cui dovrebbe essere installato il palo, delle sue caratteristiche, del tipo di strada da percorrere per raggiungere il sito.  Sintomatico di come lavorino le grandi aziende di servizi… 

Antennone

Di fronte al clima incandescente che ha riscontrato, ha dato la disponibilità dell’azienda a fare dei cambiamenti ma entro certi limiti, sia tecnici che economici. “Siamo disposti a rivedere la localizzazione – ha dichiarato – ed  uno spostamento di 30 o 40 metri per noi non costituirebbe un problema, però…”.

L’elenco dei criteri da rispettare è lungo. Il sito dev’essere accessibile dal punto di vista della viabilità e dev’essere raggiunto dalla corrente elettrica ma distare diverse decine di metri dalle linee dell’alta tensione. Il palo deve emergere dalla vegetazione circostante perché le antenne possano  “vedere” la frazione e non avere schermature. Il luogo deve comunque far parte del territorio di Castellamonte. Si deve procedere in grande fretta perché l’azienda non può aspettare dei mesi. 

C’è anche da considerare che la INWITT ha già raggiunto un accordo con il proprietario del terreno e che rischierebbe probabilmente di pagare una penale se decidesse di recedere.

E’ stato chiesto al suo rappresentante se il palo non potrebbe essere collocato in zona pianeggiante e la risposta è stata che in quel caso dovrebbe avere un’altezza ancora maggiore per cui l’impatto aumenterebbe invece di diminuire. Gli è stata proposta l’area in cui passano le linee del Superphoenix, situata a poca distanza e così rovinata che un traliccio in più non farebbe danni ma non può andar bene a causa delle interferenze.

Le obiezioni sono legittime e ragionevoli ed  è comprensibile che un’azienda nata per guadagnare non intenda perdere tempo. Un po’ meno accettabile è che lavori con tanta leggerezza ed approssimazione da operare scelte quasi a scatola chiusa così come ha fatto finora. I cittadini che hanno visto le foto sulle quali si è basata la scelta del terreno le hanno definite “indecenti. Chi ha fatto gli scatti si è ingegnato a nascondere tutto quel che avrebbe potuto creare problemi. Le case vicine non si vedono!” 

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