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Robassomero
23 Febbraio 2023 - 21:21
Immagine di repertorio
In Italia ci sono circa 7mila904 Comuni. Il 44,6%, cioè 3mila 527 non supera i 2mila abitanti. Di questi, 2.313 si trovano dentro le aree interne, ovvero quelle zone del paese in cui la distanza dai servizi essenziali è maggiore. E se alcuni di questi si fondessero? È la proposta rilanciata da una nota, pubblicata ieri sui social network, del comitato Robassomero Vivace.
Non è la prima volta che il comitato, espressione del partito di Matteo Renzi Italia Viva (federato da qualche mese con Azione), parla del tema. E non è neanche il primo comitato a farlo. Un altro, composto da amministratori, ex amministratori e cittadini, si chiama OltreStura Futura e opera sullo stesso territorio di Robassomero.
Ma c'è di più. Il comitato, attraverso le parole del coordinatore Renata Capello, scrive infatti che "alla luce delle esigue risorse a disposizione di un “piccolo comune” di 3.052 abitanti e con preoccupazione rilevo che nell’ultimo triennio, per vari motivi, il Comune di Robassomero faccia molta, troppa, fatica ad assicurare pienamente alla sua Collettività “una qualità di vita sempre migliore” senza operare un radicale cambio di rotta mettendo in campo l’ipotesi di “fondersi” con i comuni confinanti".
Capello ha alle spalle le esperienze di consigliere comunale ma soprattutto di assessore in diverse giunte nate dal centrosinistra cittadino, e quindi le sue parole sulla fusione dei Comuni hanno un peso particolare. E non finisce qui. Un esperimento (che prosegue tutt'ora) che i Comuni come Robassomero hanno intrapreso vent'anni fa è quello delle Unioni dei Comuni.
In questo caso l'Unione dei Comuni del ciriacese e del basso canavese. Un progetto che, quando venne pensato, aveva delle ambizioni importanti.
"Non credo che il Comune da solo possa fare molto - ci aveva raccontato l'ex sindaco di Nole Roberto Viano, che alla fondazione dell'Unione dei Comuni partecipò attivamente - ma può fare molto l’area in cui è inserito. La mia generazione di sindaci credeva molto all’Unione dei Comuni. Dopodiché, ad oggi, molti sindaci criticano questo strumento, e perciò non so se l’idea dell’Unione dei Comuni andrà avanti o morirà da sola per consunzione. Io penso però che ci sia bisogno di un progetto di area, dal carattere complessivo, che vada da Venaria alle alte Valli di Lanzo".
Renata Capello, coordinatrice del Comitato Robassomero Vivace
Per Capello "questa scelta, a distanza di anni, non ha portato i vantaggi sperati, limitandosi allo svolgimento di alcune funzioni delegate dai Comuni facenti parte". Come ad esempio la gestione di una Centrale Unica di Committenza, stazione appaltante dell'Unione dei Comuni.
"Tutt’altra cosa è la Fusione - scrive Capello -: L’operazione che consente a due o più comuni confinanti - beneficiando al contempo dei contributi statali e della riduzione dei costi, e nel condividere risorse economiche, amministrative, strutture, associazionismo e territorio – di rispondere meglio alle esigenze dei loro abitanti offrendo finalmente nei fatti quei Servizi alla Persona come ad esempio dichiarato nello Statuto Comunale di Robassomero (art. 2 comma 1) 'una qualità di vita sempre migliore”.
"La fusione - scrive invece il sito di Openpolis.it - può essere uno strumento utile per ridurre i costi di gestione a livello comunale e innescare delle economie di scala all’interno del comune. Ci sono infatti dei costi fissi per ogni comune la cui incidenza può diminuire incrementando la popolazione, come per esempio il servizio di anagrafe".
Non sempre però questa può essere una soluzione applicabile: "Soprattutto in aree più complesse come quelle montane, la geografia di un territorio può rendere complessa la fusione. La fusione di comuni di questo tipo può essere vantaggiosa per le comunità di questi territori ma allo stesso tempo molto ardua. È comunque una decisione che viene valutata dalle amministrazioni e dagli abitanti".
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