AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
17 Febbraio 2023 - 19:54
Abita lì, in via Casse Sparse Ricardesco dal 1991, ma da settembre non può più passare dalla via che ha sempre percorso per uscire e tornare a casa sua perché il vicino ha messo una sbarra con il lucchetto.
Dopo aver bussato a tutti gli uffici comunale e dopo aver presentato un esposto alla Polizia Municipale, Giulia Cameran ha affidato il suo sfogo alla piazza di Facebook.
"Abito a Ciriè, in Via Case Sparse Ricardesco da quando sono nata, per accedere alla mia abitazione ho da sempre transitato liberamente con ingresso da via Ricardesco - scrive Giulia su Facebook -. Dal mese di settembre 2022, il mio vicino di casa ha deciso di installare una sbarra di ferro chiusa da lucchetto per impedire il passaggio pedonale e veicolare degli altri residenti.
Ho denunciato immediatamente il fatto alla Polizia Locale di Ciriè. A nulla sono valse le proteste e richieste di chiarimenti da parte di tutti noi residenti agli Uffici competenti, e tanto meno quelle avanzate tramite legale. In buona sostanza, tale via appartiene allo stradario del Comune di Ciriè, che vi ha sempre fatto manutenzione, dato il nome della via, assegnato i numeri civici e limitato da poco il traffico ai soli residenti. Pur riconoscendo che la suddetta strada è destinata alla viabilità dei residenti, a distanza di 5 mesi, il Comune non è intervenuto per ripristinare il corretto passaggio, costringendo tutti ad effettuare il giro del mondo per accedere alla propria abitazione, addirittura passando in diverso Comune, e transitare anche in retromarcia.
Con ciò segnalo che a Ciriè pare possibile che qualsiasi cittadino possa bloccare una via a transito pubblico, cambiare il senso della viabilità senza autorizzazione, poichè il Comune non è in grado di prendere decisione alcuna! Domani potrebbe essere limitata al traffico anche via Rossetti, dato che ha le stesse caratteristiche di via case sparse Ricardesco o i comune ha vie preferenziali da tutelare in base ai singoli cittadini, il dubbio sorge".
Quel che Giulia meno accetta è l'inerzia del Comune dinnanzi a questa situazione: "Quando ho chiamato la Polizia Municipale mi hanno chiesto con quale diritto passassi di là. E questa per me è stata la prima doccia fredda perché abito lì dal 1991 e quella strada l'abbiamo sempre percorsa. Tutti i giorni, più volte al giorno. Ho diritto a passare di là anche solo per usucapione. Invece sono costretta a fare di giri assurdi. Negli ultimi tempi, a causa dei cantieri che si sono alternati in vari punti della frazione, sono stata costretta a passare anche da Nole facendomi 10 chilometri di strada in più. Forse 8. Ma fosse stato anche solo un chilometro in più, mi domando perché devo farlo. Quella è la strada che posta a casa mia e passare di là è un mio diritto".
Dopo la risposta della Polizia Municipale, Giulia e la sua famiglia si sono rivolti ad un legale: "Siamo disposti anche a fare questi giri assurdi se è la legge a dirlo. Ma non mi arrendo e vado avanti finché non avrò le risposte che da cittadina merito".
Con il suo vicino, quello della sbarra, ha parlato?
"No, non ho parlato con lui. Perché chi mette sbarre, alza muri. Ed è chiaro che abbiamo poco da dirci. Mi sono rivolta agli uffici comunali ritenendo che dovessimo darmi delle risposte, ma così non è stato. E allora abbiamo dato mandato all'avvocato Sabina Spiridon che si sta occupando della vicenda".
Via Case Sparse Ricardesco è una strada bianca che collega Ciriè a Nole.
"In molti, per tagliare, passano di qua - spiega Giulia Cameran. E corrono, corrono moltissimo. Una soluzione è chiaro che vada trovata. Ma non certo una sbarra. Oltre a limitare un diritto a noi che abitiamo lì, è un pericolo. Arrivando da via Triveri, non è segnalato da nessuna parte che quella strada è chiusa. Così in molti, arrivano in fondo e trovando l'ostacolo sono costretti a tornare indietro. Spesso l'unico modo è rifarla in retromarcia. 2 chilometri così. E sono molti quelli che sono già finiti con le ruote nei fossi irrigui laterali procedendo in retromarcia o cercando di fare manovra. Ma anche di questa problematica il Comune non ne vuole sapere nulla".
Ad occuparsi della vicenda, ora, è l'avvocato Sabina Spiridon.
"La mia assistita, Lucia Maletta (mamma di Giulia Cameran), ha acquistato questa casa nel 1990 ed è sempre passata di qua fino al settembre del 2022. Di conseguenza quel diritto di passaggio è stato quanto meno usucapito. I requisiti ci sono tutti essendo stato un passaggio ininterrotto, continuativo (per almeno 20 anni), pacifico e pubblico. Pacifico perché almeno fino al settembre 2022, non c'è stato alcun impedimento. Pubblico perché la mia assistita e tutti gli altri residenti hanno utilizzato questo tratto di strada che va dal civico 1 (dov'è stata istallata la sbarra) fino all'8. Poi inizia via Triveri".
Dopo i primi accertamenti il legale presenta un esposto alla Polizia Municipale.
"Con l'esposto - spiega l'avvocato - è stato richiesto all'Ufficio tecnico e viabilità di fare accertamenti sulla natura della via e in relazione all'abusività della sbarra. La Polizia Municipale, ricevuto l'esposto mi ha detto che considerata la natura abusiva dell'opera, il tutto è stato trasmesso in Procura ad Ivrea essendo un reato di tipo penale. Ma qui inizia il mistero... Se quell'opera è abusiva, infatti, mi sarei aspettata un'ordinanza che dicesse di rimuovere quella sbarra. Oppure una presa di posizione da parte del Comune sulla natura della via".
Non si riesce a capire, infatti se quella sia una via pubblica, privata, vicinale o cos'altro.
"Ho fatto un accesso agli atti per verificare se ci fossero delle autorizzazioni relative a quella sbarra - spiega l'avvocato Spiridon - e ho scoperto che c'è solo una richiesta di recinzione in cui è previsto un passaggio di 3 metri destinato alla viabilità. La sbarra, dunque, è sul lotto privato, probabilmente, ma nell'autorizzazione per realizzare la recinzione, è previsto un passaggio di 3 metri. Dalla visura catastale, inoltre, ci sono 20 metri quadri destinati alla viabilità e proprio su quella parte ricade la sbarra".
LA VIA FANTASMA...
Nell'unica risposta data dal Comune, l'Ente non prende posizione.
"Non prendono posizione e dicono che via Case Sparse Ricardesco, non risulta a catasto. Che non è intestata al comune di Ciriè, ma è destinata e deposta al servizio dei nuclei familiari che vi abitano".
Ma le cose, non quadrano...
"Su quella strada il comune ha dato il denominativo, ad attribuite i civici, si è intromessa nella gestione del traffico, limitandola ai soli residenti e ha fatto regolarmente le manutenzioni, fino allo scorso anno".
Viene da chiedersi, a questo punto, come si faccia a definire privata questa strada che sembrerebbe avere, invece, tutti i requisiti per essere una via pubblica.
"Inoltre - puntualizza l'avvocato - è una via di collegamento tra due strade pubbliche. E ciò è accertato almeno dagli Anni 80".
Per definire la natura della strada (se pubblica o privata), l'avvocato ha disposto anche una relazione eseguita da un perito.
"L'architetto incaricato - spiega il legale - conclude la sua relazione dicendo che via Case Sparse Ricardesco è, quanto meno, una strada vicinale pubblica".
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.