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Politica
20 Dicembre 2022 - 17:52
Ha avuto luogo oggi in Consiglio Regionale il question time a proposito dei lavori di elettrificazione della tratta Rivarolo-Pont, chiusa da due anni senza che nessuno abbia ancora preso in mano pala e piccone. Già, perché le opere, al momento, sono ancora ferme alla fase di progettazione...
La scorsa settimana Movimento 5Stelle e Partito Democratico avevano rilanciato le preoccupazioni del CoMIS, il Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile. Il Coordinamento si chiedeva a che punto fosse la progettazione dei lavori, ed eprimeva legittimi dubbi sull'impegno della Regione nel portare a conclusione l'opera.
"La Regione ha messo il Canavese in secondo piano"
"Oggi abbiamo portato in Consiglio Regionale la voce dei pendolari canavesani che da tempo attendono la riapertura della ferrovia Rivarolo-Pont, chiusa ormai due anni fa per permettere l’elettrificazione della linea - raccontano in un comunicato congiunto i consiglieri regionali Sarah Disabato (M5S) e Alberto Avetta (PD) -. Nonostante lo stanziamento di 6 milioni di euro per l’intervento, ai quali si aggiungono altri 9 milioni legati al PNRR, al momento non abbiamo ancora avuto modo di vedere il progetto definitivo presentato da Rfi".

Alberto Avetta, PD
Intanto il tempo passa e i pendolari sono costretti a muoversi sulla tratta con un servizio di bus sostitutivo. "Giorno dopo giorno - aggiungono Avetta e Disabato - sembra sempre più improbabile che si riesca a riaprire la linea il 1° gennaio 2024, così come annunciato a suo tempo dalla Giunta. Dovremo probabilmente attendere ben oltre, tra cantieri e collaudi, prima di vedere i treni tornare in Alto Canavese. Lo dimostrano le affermazioni di quest’oggi dello stesso Assessore Gabusi, incapace di annunciare una data certa per la riattivazione della linea".

Sarah Disabato, M5S
Insomma, un bel disastro: "Condanniamo l’immobilismo della Giunta Cirio - concludono i consiglieri -: invece di incentivare l’utilizzo dei trasporti pubblici, assistiamo all’operato di una Regione di fatto costringe gli utenti a spostarsi sul territorio con mezzi privati. Un danno per l’ambiente e un disagio enorme per gli abitanti di un territorio, quello del Canavese, che la Regione continua a mettere in secondo piano".
"Staremo col fiato sul collo alla Regione"

Le risposte parziali e timide alle interrogazioni dei consiglieri regionali non hanno sicuramente tranquillizzato il CoMIS. I fondi sono disponibili, il tempo per tradurli in realtà c'è stato, e allora perché la linea continua a restare in stato di abbandono? Il timore è che possa chiudere i battenti.
"Se dovessero slittare ancora i tempi non sarebbe una buona notizia - dice il Coordinamento-: la linea è già chiusa da due anni e credo che sia assurdo che resti chiusa oltre i termini che sono stati dati. Il 2023 sarebbe ormai il terzo anno di chiusura... la preoccupazione rimane".
Quel che è certo è che "staremo col fiato sul collo alla Regione: l'investimento può essere fatto, i fondi ci sono, bisogna solo renderlo operativo. Non possiamo permetterci che questa diventi una nuova condizione che porti alla chiusura della linea. Finché non vediamo i cantieri noi restiamo all'erta. Se i fondi ci sono ogni giorno di ritardo diventa un problema in più per il territorio".
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