Adesso che il nuovo governo è in carica, sulla questione dell'autonomia "il centrodestra non ha più alibi": parola del presidente del Veneto Luca Zaia che lo ha ricordato a cinque anni esatti dal referendum con cui Veneto e Lombardia l'hanno chiesta. "E' necessaria al Paese e ora più che mai" gli ha fatto eco il lombardo Attilio Fontana, convinto che si possa arrivare ad approvarla entro l'estate La coincidenza di date fra il referendum del 2017 e il giuramento fatto oggi dai ministri "dà una carica ancora più grande" ha commentato Roberto Calderoli, fresco di nomina a responsabile degli Affari regionali e, soprattutto, delle Autonomie. D'altronde al raduno di Pontida lo aveva detto "quando sento Zaia e Fontana dire che da 5 anni aspettano che a Roma si dia seguito ai referendum sull'autonomia, mi sento tradito da lombardo, da bergamasco". Quindi per lui è da qui che si comincia, non senza l'ormai consueto coté di polemiche. Calderoli per i governatori della Lega è "una garanzia", come gli ha riconosciuto il presidente del Trentino, e pure il presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher del Südtiroler Volkspartei. E' "la persona che più conosce regolamenti, diritto e riforme" ha ricordato Fontana, e che fin dall'inizio si è occupato della questione. Anzi, in qualche modo ci è nato considerando che il nonno Guido è stato il fondatore del Movimento autonomista bergamasco. "Il tema delle autonomie - ha riconosciuto dal centrosinistra il governatore della Toscana Eugenio Giani - avrà una grande importanza nella strategia di governo: sotto questo aspetto il ministro Calderoli lo conosco, e se vogliamo sono contento, perché è una persona che sul tema delle autonomie ha lavorato una vita". Ma non tutti pensano così. A puntare il dito contro i "rischi dell'autonomia differenziata" è stato il presidente dei 5stelle ed ex premier Giuseppe Conte, convinto che così la "questione del meridione" rischi di sparire. Secondo Fontana, invece l'autonomia è il modo per dare risposte più veloci ai cittadini. "Abbiamo bisogno di andare veloci. Il centralismo non funziona da nessuna parte" E chi parla di una sperequazione fra Regioni con l'autonomia, "dico di studiare prima di parlare. E se dopo aver studiato sono dello stesso giudizio, vuol dire che sono in malafede" ha aggiunto il presidente della Lombardia, regione da cui provengono tutti i ministri della Lega (se non si conta in quota Carroccio il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Salvini). Un fatto che ha creato qualche malumore altrove. "C'è grande delusione nel non vedere in questo esecutivo alcun ministro veneto della Lega, noi che siamo il socio di maggioranza del partito e uno straordinario serbatoio di voti per esso" ha commentato l'assessore allo Sviluppo del Veneto Roberto Marcato.
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