"Se entro un tempo plausibile non ci sarà un incontro tra la rappresentanza sindacale tutta e Tavares, andremo noi a Parigi a incontrarlo. Prima di arrivare allo scontro vogliamo il confronto". Michele De Palma, segretario generale della Fiom, invita gli altri sindacati a un'iniziativa comune per fare chiarezza sul futuro delle fabbriche italiane. De Palma parla a Torino, dove Tavares arriverà il 20 settembre per incontrare le istituzioni locali sul futuro di Mirafiori. Lo stesso giorno davanti ai cancelli della fabbrica arriverà il leader della Lega Matteo Salvini per la campagna elettorale. "È importante che il sindaco di Torino e il governatore del Piemonte abbiano chiamato al dialogo l'amministratore delegato di Stellantis - spiega De Palma in un incontro con la stampa alla festa della Fiom - ma c'è un problema: non è previsto un confronto con i sindacati e con i rappresentanti dei lavoratori. Se Tavares continua a ignorare che in questo Paese esistono le organizzazioni sindacali saremo noi ad andare da lui. Se Maometto non va alla montagna sarà la montagna ad andare da Maometto". De Palma insiste sul fatto che non si tratta di una provocazione, ma solo della necessità di aprire un dialogo. "Noi abbiamo avanzato delle proposte sui modelli da fare a Mirafiori e per il rilancio degli enti centrali. In questo ultimo anni in Italia sono usciti 5.000 lavoratori dagli stabilimenti. Stiamo arrivando a un punto zero. Non vogliamo accompagnare allo spegnimento il sistema dell' automotive del Paese". Nell'incontro con Tavares il sindaco Stefano Lo Russo e il governatore Alberto Cirio metteranno sul tavolo una piattaforma che convinca Stellantis a puntare su Torino, realizzando una fabbrica di riciclo dell'auto: le 'carte' sono il piano regolatore, le varianti urbanistiche che possono accompagnare il processo di trasformazione di Mirafiori, formule di incentivazione legate soprattutto all'approvvigionamento energetico. A Melfi, intanto, aumentano i timori sul futuro della fabbrica: "La produzione non è ancora ripresa e non sappiamo cosa accadrà dopo l'8 settembre, quale sarà l'impatto occupazionale. Nell'intera area industriale non c'è una prospettiva, le aziende della componentistica non hanno ancora commesse legate ai quattro nuovi modelli previsti da Stellantis" spiega Simone Marinelli, coordinatore Auto della Fiom. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, chiede all'azienda "chiarezza e impegni precisi anche a fronte della grande disponibilità che l'Italia ha dato a tutti gli antenati di Stellantis". "Dobbiamo evitare che si consolidi il ridimensionamento delle fabbriche italiane", avverte il ministro.
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