Il piano emergenziale del trasporto pubblico per riprendere la scuola in sicurezza è stato condiviso dagli assessori regionali ai Trasporti, Marco Gabusi, e all’Istruzione, Elena Chiorino, con il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca in vista del confronto con le rappresentanti sindacali, i dirigenti degli ambiti provinciali dell’istruzione e le amministrazioni locali. “La nostra proposta - evidenzia Gabusi - intende rendere più sicuri i mezzi dal punto di vista della limitazione della diffusione del contagio e, contemporaneamente, punta a non stravolgere la vita dei ragazzi e delle famiglie con le ipotesi di frequenza scolastica nel fine settimana ventilate dal Governo”, mentre Chiorino afferma che “nella contingenza attuale risulta di grande importanza la ricerca della massima sinergia fra tutti gli attori in campo”. I contenuti Il carico dei mezzi sarà mantenuto al 50% della capacità indicata sulla carta di circolazione, così come l’aumento del numero dei veicoli negli orari di ingresso e uscita come predisposto prima della chiusura, quando sono state aggiunte 15.782 corse con una media di 480 in più al giorno ricorrendo anche all’utilizzo di bus turistici. Per risolvere il problema della distribuzione non uniforme dell’utenza sui mezzi, con molti casi di ragazzi che affollavano il primo autobus senza aspettare il successivo, vuoto, programmato pochissimi minuti dopo, l’assessore fa presene “che la soluzione non può che essere una distribuzione uniforme dei ragazzi sui mezzi”. Verranno così creati dei gruppi di circa 35 studenti che utilizzano il trasporto pubblico con origine e destinazione analoghi e stabili nel tempo, ritenuti da medici ed epidemiologi più sicuri rispetto a gruppi eterogenei e in continuo rimescolamento. Il gruppo rimarrà uguale per un periodo definito o anche per l’intero anno scolastico, favorendo così il tracciamento di eventuali contagi. Il piano prevede poi di ampliare dove possibile l’area delle fermate, dove è più alto il rischio di assembramento, in modo da permettere di distribuirsi sulle banchine e sui marciapiedi in corrispondenza delle diverse destinazioni, anche se la divisione su due fasce d’orario potrebbe ridurre notevolmente il problema. Per attuare queste misure occorre però che le scuole riorganizzino le lezioni su due turni, in modo da ridurre la domanda di trasporto nelle ore di punta e spalmarla in un arco temporale più ampio; il primo turno potrebbe comprendere ingresso alle 8 e uscita alle 14, il secondo ingrasso alle 10 e uscita alle 16.
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