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ROMA. Carceri: obiettivi 2020 lavoro, sanità e "41 bis"

ROMA. Carceri: obiettivi 2020 lavoro, sanità e "41 bis"

Carcere

Più lavoro, specie di "pubblica utilità", ai detenuti; più assistenza sanitaria nelle carceri; gestione efficace dei reclusi al 41 bis; potenziamento del personale, di strumenti e dotazioni tecnologiche: sono i punti essenziali delle linee programmatiche per il 2020 elaborate dal capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Francesco Basentini. Il documento, proprio in questi giorni, è stato trasmesso ai responsabili delle strutture del Dipartimento e alle organizzazioni sindacali "per una migliore e più funzionale condivisione delle valutazioni fatte".

LAVORO DEI DETENUTI

Il lavoro viene considerato elemento principale del trattamento penitenziario: con la sezione "Mi Riscatto per il futuro - Ufficio Centrale per il lavoro dei detenuti", costitutita di recente, si è inteso creare una rete che incroci la domanda di lavoro che arriva dal carcere con quella dell'offerta da parte di enti pubblici e imprenditoria privata. Così numerosi detenuti sono stati impiegati in un programma di "lavori di pubblica utilità". L'amministrazione intende continuare con tale programma, perché rappresenta una risposta adeguata e produttiva alla richiesta sociale di una pena che sia responsabile e utile. Importante sarà il ruolo dei Provveditorati regionali e degli stessi Istituti penitenziari per incoraggiare gli operatori locali a svolgere le proprie attività avvalendosi dell'apporto dei detenuti. In questo contesto si prevede anche un cambio di rotta nella distribuzione delle risorse: non più "a cascata" tra i diversi Provveditorati ma strettamente collegate alle iniziative di valorizzazione delle esperienze lavorative dei detenuti.

SANITA' IN CARCERE

Sempre più si avverte la necessità di risolvere il gap tra la tutela della salute dei cittadini liberi e di quelli detenuti, con particolare riferimento - anche per i riflessi in termini di sicurezza - all'assistenza psichiatrica e psicologica ai detenuti e ai lunghi tempi di attesa per le visite specialistiche. L'amministrazione, inoltre, non dispone di dati statistici relativi ai bisogni di salute dei detenuti e neanche di una mappatura che consenta di analizzare e valutare il rapporto tra tali bisogni e le risorse disponibili. Al riguardo è stato da poco avviata, è sarà implementata, una collaborazione tra Ministero della giustizia e Ministero della salute, per migliorare, anche con il coinvolgimento delle Regione, i livelli di assistenza in tutti gli istituti penitenziari.

DETENUTI AL 41 BIS

E' un argomento che richiede massima attenzione, anche alla luce di recenti orientamenti della giurisprudenza nazionale e comunitaria che sembrano allontanarsi dalla ratio iniziale della misura e mettere a rischio l'impegno istituzionale contro le mafie. Il rinvenimento durante recenti operazioni di polizIa di cellulari e oggetti per offendere "nella disponibilità di detenuti al 41 bis - si legge nel documento - merita opportune riflessioni, soprattutto per ciò che concerne l'operatività del personale che è impiegato nella gestione di quei reparti". Inoltre, viene valutata come "non adeguata la permanenza di detenuti in alta sicurezza in istituti ubicati nella stessa zona di riferimento criminale", per cui continuerà ad operare anche la "task force" per la movimentazione dell'alta sicurezza costituita il 25 luglio dello scorso anno.

PERSONALE E TECNOLOGIE

Servono nuove risorse umane, rendendo operativi il turnover interno e i concorsi per potenziare sia gli uffici centrali che tutte le altre strutture dell'amministrazione, compresi gli istituti di pena. Inoltre, dovranno essere implementati gli investimenti sui mezzi e sugli strumenti tecnologici per la polizia penitenziaria nella prospettiva della tutela della sicurezza e del personale all'interno delle carceri. In particolare, sono già stati acquistati, e ne saranno acquistati altri ancora più evoluti, strumenti e tecnologie per rilevare, inibire o isolare telefoni cellulari, ormai di dimensioni talmente ridotti da poter essere nascosti ovunque e la cui individuazione, in alcuni casi, è risultata estremamente difficile anche durante perquisizioni con l'uso di metal detector fatte nelle celle dei detenuti.
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