Gli ombrelli serviranno sempre di meno, a parte in autunno e sul nord Italia. Ma, in generale, pioverà meno. La terra dovrà abituarsi ad essere sempre più secca ed arida, per colpa della siccità; tanto che avremo una riduzione del 20% delle piogge estive. Questa non è soltanto una fotografia 'scattata dal futuro' per raccontare quello che potrebbe accadere nel nostro Paese tra 30 anni, ma è quello che sembra stia già avvenendo, ed anche a una velocità maggiore di quanto ipotizzato dal Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) in uno scenario, ritenuto abbastanza "ottimistico", per il periodo 2021-2050. "Non è il primo anno, e sarà un comportamento sempre più frequente - osserva Paola Mercogliano, responsabile della divisione modelli regionali e impatti al suolo del Cmcc, parlando della siccità che sta colpendo l'Italia e più in generale dei cambiamenti climatici - sembra quasi che la realtà superi lo scenario; sembra di vivere già nello scenario ipotizzato. Noi ci aspettavamo qualcosa che invece sta già succedendo. Non solo. Sta succedendo con maggiore velocità di quella attesa. E' come se, quello che gli scenari ipotizzano, si stia già verificando in anticipo". Quello che ci aspetta, guardando il quadro dipinto da questo scenario - costruito mettendo insieme una serie di dati, con un modello climatico, per ottenere una specie di 'zoom', cioè uno scenario ad alto dettaglio che arriva fino a 8 km, e sulle aree urbane può spingersi anche a 2 km - è "l'aumento dei periodi di siccità, ovvero di un intervallo di tempo più lungo tra due periodi di pioggia, e una diminuzione delle piogge estive del 20%, rispetto ad oggi; cosa che per esempio al sud, dove piove già poco, significherebbe veramente tanto". Ci saranno meno piogge ma quando pioverà, però, "pioverà tanto e con maggiore intensità, anche se non servirà a granché, perché la terra sarà già troppo arida". In particolare, per esempio, al nord Italia ci sarà "un aumento della siccità in estate". Ma anche "un aumento delle piogge in autunno"; ed è su questo punto che, secondo Mercogliano, bisogna imparare a lavorare: "l'acqua caduta in quel periodo dell'anno va gestita - spiega - non si può perdere"; deve esser 'conservata' per affrontare periodi di emergenza e di siccità. Lo scenario disegnato dall'esperta, tra l'altro, è anche abbastanza "ottimistico": perché offre un modello climatico sull'Italia per il 2021-2050 (uno scenario, per così dire, 'vicino') e prende in considerazione un'ipotesi di emissioni di CO2 medio-basse; con un picco al 2070, da lì in poi un'attestazione e in seguito una decrescita, fino a un livello di emissioni pari a due volte quello dell'età pre-industriale. Invece in altro scenario, "più pessimistico", si continua con l'attuale ritmo di emissioni arrivando ad un livello pari a quattro volte quello dell'età pre-industriale.
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