Cerca

LOCRI. Mafie: don Ciotti, "sbirro" non è offesa ma complimento

LOCRI. Mafie: don Ciotti, "sbirro" non è offesa ma complimento

Don Ciotti

"Quelli che chiamano 'sbirri' sono persone al servizio dello Stato, cioè di tutti noi. Persone che con professionalità e dedizione provvedono alla nostra sicurezza, alla tutela delle leggi. Dobbiamo essere loro grati. Io personalmente ho verso di loro un grande debito di gratitudine. Se leggo oggi 'don Ciotti sbirro', la prendo non come un'offesa ma come un complimento". A dirlo don Ciotti, tornando sulle scritte di ieri a Locri. "Il lavoro - ha aggiunto - è insieme al sapere la base della dignità umana, e dunque scuola e lavoro sono i primi antidoti alle pesti della mafia e della corruzione. Deve essere però lavoro vero, onesto, tutelato dai diritti. Non il lavoro che le mafie procurano come segno del loro potere, un lavoro sottomesso, servile. Ma nemmeno il lavoro di tanta economia, dietro al quale si nascondono forme di sfruttamento, di riduzione della persona a mezzo di profitto. Lavoro che non genera dignità ma disuguaglianza. Abbiamo bisogno di lavoro, di politiche sul lavoro che riducano le disuguaglianze e generino dignità. Ne ha bisogno l'Italia, ne ha bisogno la Calabria".
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori