Le misure di consolidamento della spesa pubblica attuate nel biennio 2015-2016 per ridurre il saldo netto da finanziare, hanno prodotto tagli ai finanziamenti regionali per 10,5 miliardi. Nonostante la consistenza dei tagli, le risorse regionali complessive sono tornate nuovamente a crescere, dopo la breve parentesi del 2014, per effetto di molteplici fattori, tra cui: maggiori trasferimenti correnti in sanità, nuove risorse per investimenti, più consistenti proventi a destinazione autonoma e modifiche tecnico-contabili del sistema fiscale delle Regioni autonome. E' quanto si legge nella relazione della Corte dei Conti che analizza i flussi di cassa del comparto Regioni-Province autonome sulla base dei movimenti registrati nel SIOPE, il Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici. Le analisi riguardano l'andamento di riscossioni e pagamenti nel quadriennio 2012-2015, con aggiornamenti al primo semestre 2016, messi a confronto con i due anni precedenti. Con riguardo alla valutazione degli equilibri di bilancio nel quadriennio 2012-2015, la gestione corrente chiude sempre in avanzo, con un risultato di +4,3 miliardi nel 2015 e +25,1 miliardi nel periodo complessivamente considerato. Anche analizzando la gestione relativa al primo semestre 2016, la Corte dei Conti riscontra un risultato positivo pari a +11,1 miliardi. Tuttavia, il permanere di alcuni profili critici, già evidenziati in passato - sottolineano i magistrati contabili - impone cautela nella valutazione dei risultati, resa complessa dall'immissione straordinaria nel sistema regionale di ingenti anticipazioni di liquidità da parte dello Stato, dai movimenti nelle contabilità speciali relativi ad anticipazioni e rimborsi dei finanziamenti per la sanità, in conseguenza dei ritardi nella definitiva assegnazione delle quote del fondo sanitario nazionale, dalla rilevazione nelle partite di giro di consistenti e ripetuti saldi negativi.
Per le Regioni e le Province autonome, nel quadriennio 2012-2015, i pagamenti per spesa sanitaria, per effetto delle anticipazioni di liquidità incassate per il pagamento dei debiti commerciali accumulati dai rispettivi enti sanitari, aumentano da 110,7 miliardi nel 2012 a circa 113,2 miliardi in ciascun anno del biennio 2013/2014, per ridursi a 112 miliardi nel 2015. Nel primo semestre 2016 i pagamenti per la spesa sanitaria tornano a crescere sia per spesa corrente sia per spesa in conto capitale (complessivamente +11,4%). E' quanto emerge dalla relazione della Corte dei Conti sugli andamenti della finanza regionale, relativamente ai flussi di cassa degli anni 2012-2015 e del primo semestre 2016. La relazione dedica un approfondimento alla gestione sanitaria, che costituisce il settore di maggior peso nel comparto regionale, esaminandola sia sul versante delle Regioni/Province autonome sia su quello degli enti dei Servizi sanitari regionali. Sul versante degli enti del Servizio sanitario nazionale, nel quadriennio 2012-2015 si registrano movimenti di risorse in entrata (al netto delle anticipazioni di tesoreria) pari a 120,9 miliardi nel 2015, con una riduzione del 3,5% rispetto al 2014. I movimenti in uscita ammontano a 120,6 miliardi, con una contrazione, rispetto al 2014, dell'1,6%. La parte preponderante, sia per quanto concerne gli incassi che i pagamenti, è riferibile alla gestione corrente, la quale rappresenta nel 2015 più del 97% del totale per gli incassi e del 96% per i pagamenti, mentre la gestione in conto capitale rappresenta per gli incassi l'1,2% e per i pagamenti l'1,5% del totale. Al 30 giugno 2016, il comparto sanitario evidenzia movimenti di risorse in entrata pari a 57 miliardi, con un incremento del 4,9% rispetto al primo semestre 2015, mentre i movimenti in uscita registrano un ammontare pari a 57,9 miliardi (+4,2% rispetto al primo semestre 2015), con un saldo negativo in ciascun periodo considerato.
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