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ROMA. Salone del libro: 10 editori dicono addio, Aie 'aspettate'

ROMA. Salone del libro: 10 editori dicono addio, Aie 'aspettate'

Salone del libro

Dieci editori dicono addio all'Aie in polemica con lo ''strappo'' deciso con il Salone di Torino.

Hanno scritto una lettera di dimissioni, all'indomani del consiglio che ha scelto la strada di una nuova fiera del libro a Milano, nello stesso mese con il Salone del Libro di Torino, in evidente antitesi. "Non ci riconosciamo né in questa scelta dell'associazione né tantomeno nella modalità di determinarla, non ci sentiamo insomma rappresentati da questa Associazione, pertanto diamo qui le nostre dimissioni dall'AIE con effetto immediato" hanno scritto add editore, Edizioni e/o, Iperborea, LiberAria Editrice, Lindau, Minimum fax, Nottetempo, Nutrimenti, SUR, 66thand2nd. ''Aspettate'', replica il presidente dell'Aie Federico Motta: ''A settembre sono previsti diversi momenti con i soci di ascolto e confronto sul Progetto. L'invito è di aspettare quel momento per poter giudicare". La joint venture con Fiera Milano sarà costituita infatti solo a settembre.

La richiesta degli editori dimissionari è che, visto "la Presidenza dell'Aie voglia riconsiderare le sue posizioni e i suoi atteggiamenti, al fine di diventare davvero un soggetto rappresentativo". "Il modo in cui è stato gestito l'affaire Salone del libro - spiegano - ha creato un forte malcontento da parte di molti editori soci". Al di là della scelta fatta ("ben venga - hanno osservato - un'altra fiera ma perché in concorrenza e negli stessi giorni?") alle case editrici dimissionarie non sta bene il modo in cui è stata presa la decisione, ovvero "senza una seria, reale e approfondita consultazione di tutti i soci". "Ci auguriamo che, trattandosi di un'associazione che ha l'ambizione di rappresentare un'ampia parte del mercato editoriale italiano (il sito istituzionale parla del 90%: forse facendo riferimento ai fatturati e non certo alla reale pluralità dei soggetti operanti nel settore), ma il cui maldestro operato in questo frangente ha come primo effetto tangibile il venir meno di un numero consistente di soci e al tempo stesso il malcontento di altri soci che restano iscritti". Già prima Ezio Quarantelli, direttore Lindau, che ieri aveva lanciato l'idea di un Coordinamento di editori a sostegno dell'appuntamento di Torino, aveva accolto l'invito di Giuseppe Laterza di raccogliere intorno ad un tavolo a Bologna gli editori per trovare un modo serio di promuovere la lettura.

''L'Aie non rappresenta più gli editori italiani. Ne rappresenta alcuni ma non tutti'', dice Quarantelli. ''Siamo molto dispiaciuti'', replica Federico Motta, presidente dell'Aie commentando le dimissioni. ''Si tratta di colleghi con cui abbiamo condiviso tante idee e attività ma oggi danno un giudizio senza conoscere nei dettagli il progetto, pur avendo ricevuto prima due comunicazioni sul tema". "AIE tutela gli interessi degli editori, tutti, e gli interessi di tutti sono rappresentati negli organi elettivi. Con lo stesso metodo, sulla base del lavoro di una Commissione eletta dal Comitato di presidenza che rappresentava tutte le componenti, si è istruito il dossier presentato al Consiglio Generale che si è democraticamente espresso arrivando a questa decisione. Peccato, con il progetto Milano non si vuole far altro che replicare il modello di "Più libri più liberi", la Fiera nazionale della Piccola e media editoria che AIE organizza e sostiene da 15 anni proprio per valorizzare l'editoria indipendente, a cui partecipano editori soci e non soci, sentendosi a casa loro".

Una necessità di trovare insomma posizioni condivise, come quelle, spiega Ernesto Franco, direttore editoriale Einaudi, che l'hanno portato al voto ''Con la sua astensione, Einaudi è persuasa di aver spinto nel senso di un futuro che vedrà nascere non due identiche Fiere del libro, ma due differenti occasioni, ciascuna con una propria specificità, destinate a far crescere nei cittadini il desiderio di scoprire libri e incontrare autori''.

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