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ROMA. Renzi chiude campagna Comuni, ma non è test governo

Nessun cambio di schema: le elezioni amministrative continuano a non essere "un test per il governo". Ma negli ultimi giorni Matteo Renzi ha deciso, accogliendo il pressing dei candidati, di non rimanere completamente fuori dalla campagna elettorale e, già a ridosso del primo turno, farà, a quanto si apprende, alcuni comizi a Roma, Milano, Torino. Nessuna manifestazione in pompa magna ma una presenza da leader Pd per cercare di vincere una sfida per niente facile e portando avanti in contemporanea la partita referendaria su cui il premier ha deciso, invece, di prendersi oneri e onori. Anche se ha preferito non buttarsi nella mischia, Renzi, raccontano al Pd, non ha perso contatto in queste settimane con i candidati dem, dando consigli, se richiesti. Ora, però, a ridosso del rush finale, avrebbe deciso di non restare completamente fuori dalla campagna elettorale. Per smentire l'accusa degli avversari di aver paura della sconfitta. E anche per non prestare il fianco alla minoranza, che da giorni lamenta il suo disinteresse verso elezioni sì locali ma importanti. "Giugno viene prima di ottobre", è il nuovo appello lanciato oggi da Sinistra dem di Gianni Cuperlo che chiede al premier di sporcarsi le mani con la campagna elettorale perchè "vincere si può ma bisogna volerlo". E per dimostrare che la sinistra non sabota il proprio partito, nonostante le tensioni, oggi Pier Luigi Bersani è a Milano a sostegno di Sala. Le iniziative elettorali non sono ancora in agenda ma il segretario dem dovrebbe fare un'uscita a Roma con Roberto Giachetti, "altro che rapporti freddi", assicurano tra i dem, forse già prima del 5 giugno. Domani intanto il premier firmerà l'intesa per gli investimenti nel Lazio con il governatore Nicola Zingaretti con il quale nell'ultimo periodo si sarebbe creato un feeling mirato anche a vincere nella capitale. E a Milano è in preparazione un'iniziativa con Sala e con Giuliano Pisapia, ancora non è deciso se prima del primo turno o per il ballotaggio, che sembra, in base ai sondaggi, inevitabile nel capoluogo lombardo. Difficile, invece, che il premier andrà a Napoli: pesano, anche se non spaventano, le polemiche con Luigi De Magistris nonchè l'alleanza con Denis Verdini, sabato alla stazione marittima con Valeria Valente. "Quando nascono formazioni specializzate nella transumanza del ceto politico - è la frecciata di Bersani - la gente ha l'impressione che la politica sia una cosa per cui Franza o Spagna purché se magna". A ribadire, comunque, il valore della sfida per le comunali ci pensa oggi il sottosegretario Luca Lotti: "Le amministrative, politicamente, non hanno nessuna rilevanza" mentre sul referendum "l'intero gruppo dirigente ci mette la faccia". Sabato proprio Renzi alzerà il sipario, a Bergamo, sulla battaglia referendaria e sembra prossima la scelta del presidente del comitato per il sì: la scelta alla fine dovrebbe cadere su Luigi Berlinguer anche se, a quanto si apprende, piacerebbe che il presidente emerito della Consulta Sabino Cassese accettasse un ruolo attivo.
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