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ROMA. Ordini medici, cresce malessere e difficoltà per turn-over

ROMA. Ordini medici, cresce malessere e difficoltà per turn-over

sanità

Tra i medici italiani ''cresce il malessere, soprattutto per le difficoltà legate all'organico ed al turn over''. Ad affermarlo è la presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) Roberta Chersevani che - presentando oggi la III Conferenza Nazionale della Professione Medica e Odontoiatrica 'Guardiamo al futuro-Quale medico, quale paziente, quale medicina nel Ssn?', in programma a Rimini dal 19 al 21 maggio - ha richiamato l'importanza dell'unità della categoria a fronte dei cambiamenti in atto.

''Il diritto alla salute - ha sottolineato Chersevani - va difeso, ma questa difesa diventa ogni giorno più difficile per l'emergere di obiettivi di natura economica e politica che prevalgono su quelli della quantità e qualità delle cure. Per questo, medici e pazienti sono sempre più disorientati dai possibili effetti dei cambiamenti che, proposti come modernizzazione, si risolvono invece troppo spesso in spreco e frustrazione. Non dobbiamo dimenticare che, a fronte di un continuo affastellarsi di leggi e obblighi impropri, la medicina vera risiede nel rapporto medico-paziente''. Da qui la necessità di ''recuperare la centralità della figura del medico''. Il ''nostro obiettivo - ha aggiunto il vicepresidente Fnomceo Maurizio Scassola - non è mettere in discussione questo Servizio sanitario nazionale, che è la sanità che vogliamo, ma essere coinvolti nelle decisioni''. Questa centralità ''va rivendicata: è il medico che fa la diagnosi e decide il trattamento - ha affermato il segretario generale Fnomceo Luigi Conte - ma, di fatto, ci sono forti tentativi di erosione della professione''.

Un dato su tutti: ''La diminuzione dell'aspettativa di vita degli italiani nel 2015 - ha rilevato - è un grave campanello d'allarme, che segnala come il sottofinanziamento del Ssn porta inevitabilmente ad un peggioramento delle condizioni di vita''.

Per 3 giorni dunque oltre 600 medici - con istituzioni, sindacati e Società scientifiche - punteranno a 'disegnare' il futuro della professione partendo dalle nuove sfide in campo. E prima fra tutte, avverte la Fnomceo, sono quelle legate appunto a ruolo professionale, innovazione e dimensione etica. 

In Piemonte, secondo il nuovo modello di assistenza integrata ospedale-territorio previsto dal Patto per la Salute, mancano circa 2.500 infermieri, di cui 1.060 urgenti per non compromettere la sicurezza di pazienti e personale infermieristico. Lo afferma Ipasvi in occasione della Giornata Internazionale dell'infermiere in programma domani.,

Ipasvi aggiunge che su una popolazione complessiva di oltre 29.000 infermieri piemontesi, l'età media è di 45 anni, con un aumento del 3,5% fra il 2005 e il 2014 e un trend di crescita di sette mesi all'anno, che si conferma per il prossimo futuro, a seguito del blocco del turn over e soprattutto per lo sviluppo di limitazioni all'attività infermieristica. "Questa è da sempre - si aggiunge in una nota - fra le professioni fisicamente ed emotivamente più logoranti: incidono in particolare i turni notturni e la "movimentazione di carichi", che determina causa di impedimento a svolgere a pieno titolo il ruolo professionale nel 50% dei casi. "Il dato piemontese è in linea con quello nazionale - afferma Maria Adele Schirru, presidente del coordinamento Collegi Ipasvi Piemonte - confermando un fenomeno uniforme su tutto il territorio italiano. Le inidoneità fra gli infermieri aumentano con l'età, con un'incidenza doppia per le donne rispetto agli uomini".

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