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28 Aprile 2016 - 18:41
Stefania Giannini
Dizionari di lingua straniera sotto il braccio, zainetti, tracolle, sguardi tesi. Diversi anni (ed esami) dopo, l'ansia dei candidati al concorso a cattedre è la stessa di quando a scuola c'era il compito di latino. Solo che in ballo non c'è solo un voto: il premio per chi passa è il posto di ruolo. L'evento che ha preso il via, come ha ricordato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, è "storico", soprattutto per i numeri. Oggi hanno rotto il ghiaccio quasi due mila docenti, divisi su sei classi di concorso. Ma fino al 31 maggio saranno oltre 165 mila i maestri e i prof che si contenderanno i 63.712 posti messi a bando. Nel mezzo ci sarà anche uno sciopero generale, proclamato oggi dalle sigle sindacali per il prossimo 23 maggio. Una decisione "singolare" soprattutto per la tempistica, replica Giannini.
L'opportunità di una vita, dunque, non basta a placare la polemica. Oltre ai sindacati, protestano i candidati. Sia chi questa mattina è stato "testato su materie su cui già era stato testato durante l'abilitazione", sia chi, in attesa del proprio turno, continua a denunciare il #concorsotruffa e ne chiede l'annullamento. In concomitanza con l'inizio delle prime prove, sui social network si sono rincorse voci di caos all'interno delle sedi di concorso e di richiesta di intervento da parte delle forze dell'ordine. Immediata la smentita del Miur: "il concorso è partito regolarmente". A Roma, in particolare, due istituti sembravano interessati dalla protesta, il Virgilio e il Salvini, notizia poi smentita dalle rispettive presidenze.
Al Salvini, ha spiegato il vicepreside, Alessandro Capata, "una candidata ha chiamato i carabinieri che una volta arrivati non hanno fatto altro che invitarla a calmarsi. Si è trattato di un episodio individuale che non ha coinvolto altri". Sulla pagina Facebook Azione precari #noconcorso due candidate, che hanno sostenuto la prova in questo istituto, hanno annunciato di voler formalizzare un esposto ai carabinieri, perché prima dell'inizio della prova "mancavano il verbale di insediamento della commissione e le griglie di valutazione".
Questo accadeva nelle sedi di concorso. Dal palco della protesta sindacale, davanti a Montecitorio, invece Cgil, Cisl, Uil e Snals annunciavano lo sciopero generale della scuola. Una decisione "singolare", secondo Giannini, "contro un governo che assume" e annunciata "nel giorno in cui parte un concorso da 63.712 posti". Ma le assunzioni, ribatte il segretario della Uil scuola, Pino Turi, "non cambiano le condizioni dei lavoratori": il nodo da sciogliere è il contratto. "Servono remunerazioni adeguate e regole certe", gli fa eco il segretario vicario dello Snals-Confsal, Achille Massenti. "Il concorsone non elimina i problemi, la ministra invece di lamentarsi dovrebbe proporre l'apertura di un confronto contrattuale", rincara la dose la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. "Le migliaia di partecipanti al concorso meriterebbero maggiore trasparenza", osserva ancora Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda.
Infine il punto di vista della politica, con il M5s, che ribadisce come si vedano già "all'orizzonte i ricorsi" contro questo "concorso truffa" e Fabio Rampelli, presidente del gruppo Fdi alla Camera, che annuncia un'interrogazione a riguardo. Nel frattempo però il concorso va avanti, lunedì si svolgeranno nuove prove. E nonostante le perplessità su organizzazione e trasparenza, gli abilitati in storia dell'arte, che oggi hanno affrontato la prova all'Itis Galilei di Roma, hanno trovato i quesiti "fattibili" e "più facili del previsto" (inglese compreso). Il concorsone rimane dunque un'opportunità. Non resta che incrociare le dita.
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