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14 Aprile 2016 - 15:24
La guida Oli d'Italia 2016 del Gambero Rosso - realizzata in collaborazione con Unaprol e curata da Stefano Polacchi - disegna quest'anno una mappa degli extravergine italiani che fa dimenticare l'annus horribilis della passata campagna olearia. Il profilo dei produttori e delle aziende recensite nell'edizione del 2016 - la sesta - raffigura un mondo produttivo di grande pregio e rilevanza, cui la crisi ha dato la spinta a diventare ancora più competitivo nella qualità, innovando i frantoi, variando i tempi della raccolta e i processi di lavorazione, ponendo sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e alla tutela paesaggistica.
Secondo il presidente di Gambero Rosso, Paolo Cuccia, l'extravergine d'oliva deve seguire la strada che il vino ha iniziato a percorrere da 30 anni a questa parte "evitando gli errori evitabili grazie alle esperienze altrui e approfittando al massimo della tecnologia per ottenere il meglio da olive sane. Gambero Rosso già da qualche tempo ha iniziato a portare in Europa, in Russia, in Asia e in America anche gli ottimi oli extravergine di oliva italiani.
Per sostenere i produttori è nata Top Italian Food & Beverage Experience, la nuova guida in lingua inglese dedicata alle migliori aziende agroalimentari italiane presenti sui mercati esteri o pronte per l'export. Perché la grande opportunità per affermare il valore dell'extravergine made in Italy - non ci stancheremo mai di ripeterlo - è puntare all'internazionalizzazione delle imprese".
"La guida Gambero Rosso-Unaprol 2016 - conferma David Granieri, presidente Unaprol - racconta il meglio di questo paese olivicolo che produce, e che, quando vuole, sa vincere le partite più difficili nella competizione internazionale dove l'elemento di discrimine è l'alta qualità.
Questa guida è un contributo alla conoscenza dei migliori oli extra vergine di oliva disponibili sul mercato. È un condensato di bellezza, genio produttivo e creatività.
Fin dall'ingresso nell'Eurozona, l'Italia detiene ancora oggi il primato di Paese che attrae più turisti cinesi, statunitensi, canadesi, australiani e brasiliani in Europa e nel mondo".
La guida Oli d'Italia 2016 propone per ogni aziende recensita i luoghi migliori dove sostare, mangiare, acquistare. Nella guida sono indicati 690 siti dove mangiare - trattorie, ristoranti, enoteche, agriturismi, pizzerie - 515 strutture di ospitalità - alberghi, b&b, agriturismi, resort e country house - e 113 attività (tra negozi, enoteche e bar) dove fare acquisti golosi e legati all'olio extravergine di oliva.
Tutte le regioni d'Italia sono rappresentate nella guida, a eccezione della Valle d'Aosta e della Provincia Autonoma di Bolzano, dove le produzioni sono ancora - quando ci sono - a livello amatoriale.
Ma vediamo la classifica: a conquistare il primo posto è la Toscana, che si aggiudica 32 Tre Foglie, segue il Lazio con 24, al terzo posto troviamo l'Umbria con 15, al quarto Abruzzo e Sicilia con 12, la Puglia ne conquista 10, poco dietro c'è la Calabria con 8, la Campania e le Marche con 7, la Basilicata, la Lombardia e l'Emilia Romagna con 5, la Sardegna e il Trentino con 3, infine, il Friuli Venezia Giulia con 1 riconoscimento assegnato. Quattordici i premi speciali attribuiti: il miglior fruttato leggero, i due migliori fruttati medi, i due migliori fruttati intensi, il Frantoio dell'anno e l'Azienda dell'anno, il miglior extravergine biologico, il miglior rapporto qualità/prezzo, il miglior monocultivar e il migliore DOP. Il premio per la migliore performance territoriale, il riconoscimento dedicato a una zona specifica fatta di cultivar autoctone e di produttori che le valorizzano, è andato alla Basilicata.
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