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01 Aprile 2016 - 15:48
Pupo
Se la sua passione per il gioco d'azzardo, che lo aveva portato a perdere tutto, è risaputa, la dipendenza dal sesso era meno nota. Pupo la racconta nel suo nuovo disco 'Porno contro amore', che presenta sia come l'album della "ripartenza" sia come il suo ultimo lavoro di inediti.
"Evidentemente sono portato agli eccessi - scherza il sessantunenne artista incontrando la stampa in un hotel di Milano - ma anche quegli eccessi ormai sono superati". Se Pupo ha deciso di fare un nuovo disco dopo 11 anni, infatti, è per dire che "ce l'ho fatta, sono guarito, sono tornato a essere sentimentalmente e sessualmente equilibrato, e anche economicamente più ricco, perché sono riuscito a ricomprarmi tutto, è stato un 'coming back' pazzesco".
Anche se ora si sente "un uomo risorto", Ghinazzi è consapevole dell'importanza di rimanere sempre "vigile: controllare i demoni - dice - è fondamentale". E non parla solo per sé: "Il sesso e il gioco distruggono la vita a un sacco di persone, devono sapere che se ne può uscire, questo è il messaggio che, con un po' di presunzione, mi sento di mandare".
A chi soffre di dipendenze Pupo dice: "Non vergognatevi se avete dei problemi, l'ipocrisia di chi vi circonda è peggio di voi, gli armadi dell'Ikea non bastano a contenere gli scheletri delle persone perbene".
Nel nuovo lavoro, dove figurano due brani scritti insieme a Il Cile, Pupo non parla solo della dipendenza dal sesso ma anche di quella dal gioco, protagonista del brano 'L'azzardo di Eva', dove canta "non c'è un cuore dentro a una slot, è solo una macchina che ti illude e poi ti getterà". E' proprio per il fatto di essersi messo così a nudo - spiega - che questo sarà "l'ultimo disco della mia vita. A 60 anni compiuti non credo sia possibile che tornino occasioni così vere e oneste". Se lui si è salvato - dice - lo deve alla sua famiglia, alla moglie Anna e alla compagna Patricia e alle tre figlie, ma anche a quello che definisce il suo "complesso di superiorità". "In passato ho sofferto di frustrazioni, non sono Paul McCartney ma sono diverso da quello che pensano, gli attacchi - ammette - mi feriscono, ma mi ha salvato la parte arrogante di me, non mi sento inferiore a nessuno, nemmeno al Papa". Né a Vasco Rossi ("un ragazzino che in confronto a me di rock non ha niente") né a Morandi o Baglioni ("non andrei mai a sentirli per tre ore, ma non andrei nemmeno a vedere un concerto di un altro artista per intero, sono troppo presuntuoso").
Nonostante l'album in uscita oggi sia presentato come l'ultimo, Pupo non andrà in pensione, anzi, il 10 aprile aprirà a Torino un mini tour italiano, cui seguiranno date all'estero fino a dicembre con 15 concerti in Russia. E poi "non smetterò di fare tv, che mi interessa molto, tanto che presenterà a Rai1 - annuncia - un progetto sull'orgoglio dell'essere italiano. Chi può farlo se non uno tanto pazzo o invasato da aver avuto il coraggio di portare il principe Emanuele Filiberto a Sanremo?".
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