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18 Marzo 2016 - 18:31
trivelle
"Il referendum sulle trivelle è sbagliato, non lo condivido: ritengo che la posizione giusta sia non partecipare alla consultazione, ma è una posizione di merito, ne discuteremo lunedì in direzione". Così risponde il presidente del Pd, Matteo Orfini, a chi a margine di un convegno sull'Europa gli domanda delle polemiche interne al partito sul referendum.
A chi accusa la segreteria di una posizione autoritaria, Orfini replica: "Non capisco dove sia questa posizione autoritaria, lunedì c'è una direzione convocata per discutere.
In direzione assumeremo questa decisione ma vorrei ricordare che stiamo parlando di un referendum su una legge votata dal Pd quando Roberto Speranza era capogruppo. Mi sembra naturale, ora, una posizione di non sostegno".
"Mi sembra doveroso e giusto che la direzione di lunedì discuta del referendum sulle trivelle e tracci una linea. Penso che ci sia una riflessione sull'opportunità di astenersi ma è giusto che sia la direzione a pronunciarsi". Lo dice il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, a margine di un convegno del Pd sull'Europa.
Il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza (Pd), ha rivolto un "appello all'autonomia e alla libertà dei parlamentari, che non devono aver timore di forzature della direzione del Pd".
Il presidente dell'assemblea regionale lucana, capofila nella proposizione del referendum "anti trivelle", ha evidenziato poi che "ci sono due elementi importanti da valutare: normalmente, e anche in questo caso, prevalgono i voti di fiducia sul merito della legge di Stabilità; poi la norma, a proposito di referendum inutile, è stata giudicata insufficiente dalla Corte di Cassazione e dalla Corte Costituzionale. Per questo è stata indetta la consultazione referendaria".
"La domanda - ha proseguito Lacorazza - è invece un'altra: ci sarà un 'perché' se chi ritiene inutile il referendum butta oltre 300 milioni per paura del quorum? Ricordo che un election day è stato già fatto il 21 e 22 giugno del 2009. Infine, abbiamo sempre dichiarato, prima da uomini delle istituzioni e poi anche da iscritti al Pd, che il nostro obiettivo non era il referendum, ma cambiare le leggi che, come ho sottolineato, la Cassazione la Corte Costituzionale hanno giudicato insufficienti: e quindi - ha concluso - adesso al voto".
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