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Fonsai: Giannini non denunciò 40mln di consulenze a Ligresti. Disse: "sciocchezze"

Fonsai: Giannini non denunciò 40mln di consulenze a Ligresti. Disse: "sciocchezze"

giancarlo giannini

L'ex presidente dell'Isvap, Giancarlo Giannini, si rifiutò di denunciare alla procura i 40 milioni di consulenze incassati "senza giustificazione" da Salvatore Ligresti ed emersi nel corso di un'ispezione. Lo riferisce, sentito dai pm torinesi il 12 ottobre 2012, il dirigente dell'Isvap, Giovanni Cucinotta, spiegando che, alla sua richiesta di informare l'autorità giudiziaria, "Giannini disse che si trattava di sciocchezze". Cucinotta, sentito sia dai pm torinesi che da quello milanese Luigi Orsi, fu a capo fino al febbraio del 2012 (quando venne improvvisamente trasferito da Giannini ad altro incarico) dell'ufficio dell'Isvap che vigilava su Fonsai. In una riunione del marzo del 2011, a cui partecipò insieme ad alcuni funzionari, ''Giannini - afferma ai pm - rese noto l'esito delle prime ispezioni su Fonsai e riferì di pagamenti anomali fatti a Ligresti, in relazione a consulenze immobiliari''. ''A mia richiesta di informare l'autorità giudiziaria , Giannini disse che si trattava di sciocchezze, tuttavia osservo che questa situazione si inseriva in un contesto più ampio di operazioni con parti correlate e di problematicità sulle riserve'', spiega il funzionario, le cui posizioni critiche sull'adeguatezza delle riserve di Fonsai prima e Unipol poi lo portarono a perdere la vigilanza su entrambe le imprese. ''I componenti della direzione Isvap sono pubblici ufficiali ed hanno obblighi di denuncia'' ricorda ai pm: ''era infatti emerso che Ligresti aveva incassato circa 40 milioni di euro nel corso degli anni senza titolo, per consulenze immobiliari prive di giustificazione''. Dopo quella riunione, aggiunge, ''non venni più invitato a riunioni di Vigilanza II'', l'ufficio dell'Isvap che ha la vigilanza su Fonsai. Il vice direttore generale dell'Isvap, Flavia Mazzarella, considerata il braccio destro di Giannini, sentita dai magistrati torinesi il 24 ottobre 2012, afferma che il lasso di tempo trascorso tra ''la conoscenza dei gravi fatti di amministrazione e la denuncia si giustifica prima con l'interlocuzione con la società, poi nell'attività preparatoria della denuncia''. Alla domanda se ricordasse di una sollecitazione a denunciare Ligresti su questi fatti, Mazzarella risponde con un ''non ricordo''.
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