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19 Gennaio 2016 - 17:51
trivelle
''Tre quesiti erano stati superati in senso positivo dalle nuove norme poste in Legge di Stabilità, due andranno di fronte alla Corte per il conflitto di attribuzione, uno è passato: al momento il fronte referendario è sul 4-2 con Renzi''. Lo afferma soddisfatto il costituzionalista di riferimento delle Regioni, Enzo Di Salvatore, colui che ha materialmente scritto i quesiti, dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato ammissibile il referendum sulla durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate.
''Il Governo voleva far saltare i referendum per non sovrapporli alle amministrative, visto che i sondaggi davano la vittoria anti trivelle al 67% - prosegue Di Salvatore, professore di diritto costituzionale all'Università di Teramo - Ora restano in piedi i quesiti su Piano Aree e durata titoli: secondo me la Corte Costituzionale dichiarerà ok anche gli altri due, quindi se il Governo non vuole i referendum, dovrà modificare la legge anche stavolta a nostro favore''.
''Siamo soddisfatti, anche perchè ripeto che lo scenario più probabile è che il Governo, che vuole a tutti i costi evitare i referendum, modificherà anche queste norme - prosegue Di Salvatore - la decisione di oggi rende più forte il conflitto di attribuzione, e se passa quello sul ripristino del Piano Area, a quel punto abbiamo messo una bella ipoteca sullo stop alle trivelle in mare Adriatico per sempre''.
Secondo il costituzionalista ''la paura di un referendum in materia energetica ha avuto il suo peso, non è la legge elettorale. Per ora c'è lo stop nelle 12 miglia, col Piano Area si riapre la partita in terraferma e sul mare continentale, laddove enti locali, regioni e governo si devono mettere d'accordo: questo sarà il referendum decisivo per il mare. Se Renzi lo vuole evitare, dovrà cambiare la norma e dire no alle trivelle''.
"Dopo la decisione della Corte Costituzionale sappiamo che su uno dei quesiti centrali, quello che riguarda un prolungamento sine die delle autorizzazioni già concesse, ci sarà il referendum, a meno che governo e parlamento intervengano sulla materia". Lo afferma l'avvocato Stelio Mangiameli che ha rappresentato i Consigli Regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise di fronte alla Corte Costituzionale nell'esame dei referendum sulle trivelle.
"Le norme precedenti - spiega il legale - prevedevano, per i titoli già concessi, proroghe di 30 anni, aumentabili di altri 10 e altri 5. Le modifiche introdotte con la legge di Stabilità eliminano la scadenza trentennale e fanno sì che in sostanza non ci sia più un termine. Su questo punto ci sarà il referendum: la Cassazione aveva già detto che il quesito era legittimo e oggi la Consulta lo ha dichiarato ammissibile".
"La Corte Costituzionale - aggiunge Mangiameli - ha dichiarato invece improcedibili gli altri cinque quesiti. Per tre la legge di Stabilità ha adottato le misure che le Regioni chiedevano col referendum e quindi non c'è più materia del contendere e anzi le Regioni hanno avuto grande successo da questo punto di vista. Per due, invece, c'è ancora una battaglia aperta. Si tratta del quesito sul piano aree, che le Regioni chiedevano di rafforzare e la legge di Stabilità ha di fatto abrogato; e di quello sulle proroghe in senso lato, relative anche a nuove concessioni. Attualmente sono di 10 anni, più 10 più 5 per le trivellazioni; 30 più 10 per lo sfruttamento; e 6 più 3 più 3 la ricerca. Noi diciamo invece stop alle proroghe e si passi al rispetto della normativa europea, per cui la concessione si dà a seguito di una gara. Su questi due aspetti procederemo con un conflitto d'attribuzione tra poteri di fronte alla Corte Costituzionale e nei confronti dell'Ufficio centrale della Cassazione per il mancato trasferimento sulle nuove disposizioni dei quesiti due e tre".
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