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ROMA. Inchiesta Anas: Gdf, pressioni per favorire ditte 'Ndrangheta

ROMA. Inchiesta Anas: Gdf, pressioni per favorire ditte 'Ndrangheta

Guardia di finanza

Antonella Accroglianò, la dirigente dell'Anas arresta oggi e definita dagli investigatori la 'Dama nera', avrebbe "consigliato" ai titolari di un'azienda vincitrice di un appalto in Calabria, di subappaltare alcune opere a ditte di imprenditori contigui alla 'Ndrangheta.

Secondo quanto ricostruito dagli uomini delle Fiamme Gialle, la vicenda riguarda una serie di opere pubbliche nel comune di Palizzi, in provincia di Reggio Calabria. La donna avrebbe da un lato chiesto l'assunzione di operai e geometri alla ditta vincitrice dell'appalto e, dall'altro, dicono gli investigatori, avrebbe esercitato "pressioni inequivoche affinché la fornitura del calcestruzzo e il movimento terra, attività notoriamente di interesse quasi esclusivo delle cosche della 'Ndrangheta in quei territori, venisse affidato ad una persona di sua fiducia, che avrebbe così garantito la sicurezza del cantiere da interventi o pressioni di gruppi criminali egemoni" in quella zona. 

Ci sono anche due noti imprenditori catanesi ai vertici della società Tecnis, Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, tra le persone arrestate dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sull'Anas. La Tecnis, colosso imprenditoriale del Sud Italia, si è aggiudicata appalti pubblici per quasi 800 milioni di euro l'anno. Dalla metropolitana catanese, ai lavori dell'anello ferroviario e del collettore fognario di Palermo, passando per il porto di Catania, quello di Ragusa, l'interporto di Catania oltre alla Salerno Reggio Calabria e ad altre centinaia di commesse che hanno fatto della Tecnis la prima impresa del Sud Italia. Tra i lavori affidati alla Tecnis figura anche un lotto del viadotto "Scorciavacche", sulla Palermo-Agrigento, franato una settimana dopo l'inaugurazione nel dicembre scorso. Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, finiti ai domiciliari, sono noti anche per le loro battaglie contro il racket delle estorsioni e per avere siglato protocolli di legalità in ogni appalto. Domenico Costanzo, in particolare, era tra i favoriti nel rinnovo dei vertici di Confindustria Catania.

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